7.826.000 euro a base d’asta

22-02-2017 08:02 77 C.

Via libera al bando dello stadio, opposizioni dure: “Prezzo e trasparenza insoddisfacenti”

Consiglio comunale fiume sulla questione della vendita dello stadio: via libera al bando ma dall’opposizione arrivano critiche pesanti su valutazione dell’immobile e trasparenza.

Battaglia doveva essere e battaglia è stata: l’alienazione dello stadio Atleti Azzurri d’Italia ha scaldato gli animi in consiglio comunale, prolungando la discussione fino a tarda ora, tra accuse più o meno velate, una pioggia di emendamenti e botta e risposta continui tra maggioranza e opposizione.

Il bando presentato i primi di febbraio, dopo numerosi rinvii motivati dalla necessità di produrre un documento preciso e inattaccabile, confermava la valutazione della società Avalon di 7.826.000 euro e posta a basa d’asta: 60 giorni la durata complessiva, con l’impegno del futuro acquirente di investire ulteriori 25-30 milioni in sei anni per la riqualificazione dell’impianto. 

Una valutazione giudicata inadeguata e “al ribasso” che è stata il vero e proprio tarlo dell’opposizione, decisa ad avere un quadro chiaro anche sul rapporto tra Avalon e il futuro acquirente: in un emendamento a firma Stefano Benigni (Forza Italia) e condiviso da Lega Nord, Lista Tentorio, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, ha infatti chiesto che venisse inserito l’obbligo di presentare una dichiarazione che “l’offerente e/o sue associate, partecipate e/o del proprio gruppo, non abbiano nei cinque anni precedenti al bando”, avuto collaborazioni con la ditta titolare della stima dello stadio. 

Richiesta accolta con riserva, vincolata dall’amministrazione al rapporto “relativo all’immobile in alienazione”, che ha reso ancora più sospettose le minoranze:Volevamo evitare qualsiasi tipo di conflitto di interesse, non solo quello evidente ma anche quello potenziale – ha specificato Gianfranco Ceci -. A maggior ragione se l’acquirente potenziale è solo uno. Era una clausola sacrosanta”.

Alle obiezioni delle opposizioni ha risposto l’assessore Francesco Valesini: “La società Avalon ha presentato una perizia di 70 pagine per la valutazione. Ricordiamo, inoltre, che dal 1991 ad oggi la manutenzione dello stadio è costata 14 milioni di euro. Quello che stiamo valutando è un bene che non ha mercato. Perché vendita e non concessione d’uso? Perché la concessione porta con sé delle contropartite in opere urbanistiche molto pesanti: a Udine corrispondono 18mila metri quadrati di superficie commerciale, a Torino 25mila. Lo stesso Comune di Bergamo nel 2006 aveva messo in campo l’eventualità di riqualificare lo stadio tramite concessione d’uso ma sull’area della Martinella c’erano contropartite importanti. E’ una partita che abbiamo voluto evitare: l’impianto, ricordiamoci, è in centro città”.

Discussione consiglio

Spiegazioni che non hanno soddisfatto l’opposizione che ha mantenuto con decisione la propria linea: “Sebbene ci si debba sempre attenere ai fatti e agli atti, è evidente che ognuno di noi quando pensa all’alienazione dello stadio di Bergamo pensa all’Atalanta come acquirente – ha sottolineato Andrea Tremaglia – Da ciò necessariamente conseguono una serie di richieste di precisazione, a volte anche di sospetti, rispetto a una procedura che deve sempre essere trasparente”.

Per il Movimento 5 Stelle si sta procedendo alla vendita “in via definitiva e irrevocabile di uno dei nostri beni più preziosi”, per Davide De Rosa “la città è stata privata di una grande opportunità” con la bocciatura del progetto di portare lo stadio fuori dalle mura.

“Quale vantaggio ha il Comune da una vendita a grande ribasso che danneggia anche una propria società partecipata? – ha evidenziato il capogruppo della Lega Nord Alberto Ribolla con chiaro riferimento a Bergamo Infrastrutture – Abbiamo presentato emendamenti per migliorarla perché per noi il prezzo di vendita non rispecchia il valore del bene”.

Prezzo di vendita e trasparenza punti focali anche nell’intervento dell’ex sindaco Franco Tentorio: “Probabilmente siamo di fronte a una soluzione di vendita che non aveva grandi alternative ma che probabilmente è anche una soluzione di serie B. Valutare così poco lo stadio non può essere condivisibile: è vero che il mercato è limitato ma lo è altrettanto che lo stadio è l’unica risposta alle esigenze di Atalanta. Il fabbisogno è reciproco e partire con una base d’asta così bassa non è nell’interesse della comunità: per togliere qualsiasi dubbio riguardo la trasparenza nella valutazione si sarebbe dovuto votare in maniera favorevole l’emendamento proposto da Benigni”.

Alla prova del nove della votazione finale la sostanza non cambia: il bando passa grazie a una maggioranza compatta, ma perplessità e contrarietà dell’opposizione rimangono.

fonte bergamonews.it

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By marcodalmen


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