AAA – Striscie nere cercasi

11-11-2017 02:11 47 C.

Se è vero che i successi sportivi sono la cartina di tornasole della salute di una nazione non siamo messi eccessivamente bene.

E’ anche vero che quest’ultima Nazionale è figlia diretta di quella che ben si comporto’ 2 anni fa con Conte agli europei, eppure l’Italia, intesa come stato, era grossomodo la stessa di adesso, e non certo migliore.

Un girone di qualificazione condotto alla grande sino allo scontro traumatico di settembre con la Spagna dove ci siamo sgonfiati, e continuiamo a farlo, mettendo a nudo tare psicologiche oltre che tecniche, che partite contro avversari come Liechtenstein, Israele e compagnia cantante non potevano svelare.

Ho approcciato la partita con lo spirito critico di chi in passato ha gioito parecchio per i successi della Nazionale ma la subordina adesso all’amore per la sua squadra di club perchè laddove questa sta costruendo il suo futuro, frutto di sapienza, saggezza, misura, programmazione, entusiasmo e perspicacia, la rappresentativa del nostro movimento calcistico ne rivendica altrimenti l’inettitudine, l’approssimazione e le storture di chi lo governa.

Rischiamo di non andare ai Mondiali e, quel che è peggio, nel migliore dei casi non dovremmo superare il girone eliminatorio in Russia, il che forse rende superfluo andarci, anche perchè sarebbe la terza figuraccia di fila dopo le pessime esperienze del 2010 e del 2014.

Una mancata qualificazione porterebbe alle dimissioni di Ventura e, forse, di Tavecchio. Sarebbe uno schiaffo mica da ridere a livello internazionale ma permetterebbe di ripartire subito da zero.

Detto ciò non mi auguro di certo che ai Mondiali vada la Svezia, vorrei che ci andassimo noi anche se, nel caso andasse male lunedi’, non ne farei un dramma come sarebbe successo un tempo.
Ma permettetemi una considerazione: la Nazionale attuale è il carrozzone viaggiante di un movimento calcistico minato dalle logiche dei poteri forti il cui unico intento è quello di spartirsi la torta dell’indotto, fregandosene bellamente di societa’, tifosi ed infrastrutture.

Ecco, se dovessi paragonare il calcio italiano all’Atalanta partirei proprio da queste ultime, ovverosia gli stadi.

Il cui stato medio in Italia è dato da impianti dalla gloria antica che ormai cadono a pezzi e che rendono bene l’idea di quella che fu l’egemonìa di un tempo del nostro calcio e che…. da tempo non è piu’ tale.

Poi guardo il progetto dello stadio che dovrebbe nascere a Bergamo da qui a un paio d’anni e vedo una struttura agile, moderna e perfettamente commisurata alle esigenze di una societa’ che, misurando i passi mai piu’ lunghi della gamba, sta alzando quella famosa asticella di cui si parla spesso.

Ecco perche’ osservavo l’Italia e mi mancavano quelle striscie nere, che avrebbero altrimenti trasformato la divisa della Nazionale in quella dell’Atalanta. Nei nostri vedo in campo un progetto tecnico preciso e fuori una programmazione degna di altre latitudini. Nella Nazionale, almeno in questa, vedo tatticamente un nulla cosmico e, fuori dal prato verde, un approssimazione forse figlia di interessi che nulla c’entrano con lo sport.

Lunedi’ sera l’Italia andra’ in Russia ma se non succedera’ cosa non darei per vedere la faccia di Giovanni Malago’, presidente del CONI, dato per presente la mattina dopo alla presentazione romana del nostro nuovo stadio.

Ci sarebbe da ridere….

 

Calep

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By Staff di Atalantini.com


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