Una premessa : allo stadio accadra’ qualcosa dopo il fischio finale della partita con il Chievo. Ne abbiamo certezza da moltissime avvisaglie e dalla societa’ stessa ma tutto e’ tenuto nel segreto e non posso che allinearmi alla richiesta del sito ufficiale che chiede appunto alla gente di restare allo stadio dopo il triplice fischio. 

Qualcosa e’ previsto anche al baretto da parte degli ultras. Di altre feste in centro non si sa niente ma si mormora che il comune non abbia concesso l’autorizzazione (questo affermazione e’ comunque tutta da accertare)

Resta l’amarezza per chi sabato non potra’ esserci per ragioni di forza maggiore e magari ci sarebbe potuto essere se si fosse giocato domenica alle 15 ma son sicuro che con la sua richiesta di aver l’anticipo la societa’ ha provveduto a tutto per il meglio e se non si puo’ accontentare tutti, beh, la perfezione non è di questo mondo.

Nei giorni scorsi se n’è andato Roger Moore. Queste poche righe sono un piccolo tributo al popolarissimo telefilm degli anni ’70 di cui era protagonista con Tony Curtis

Detto ciò e ricordato che nei giorni scorsi abbiamo detto che sara’ l’ultima rappresentazione con una maglia Nike destinata a diventare un pezzo da collezionismo, due righe sono doverose nei confronti di due giocatori che sabato giocheranno la loro ultima partita ufficiale su un campo di calcio e lo faranno con la nostra divisa dopo aver amato l’Atalanta come la media dei giocatori nemmeno si sogna.

Di Giulio Migliaccio mi ha sempre colpito l’applicazione sul campo, il suo giocar duro, ma mai sporco, quella capacità di unire risolutezza e solidita’ fisica a bonomìa e sportività.
Napoletano atipico, quasi introverso, gran lavoratore, profondamente umile e corretto, è stato circondato dall’affetto di noi atalantini gia’ dal momento della sua acquisizione nell’ormai lontano 2005 quando lo prendemmo dalla Ternana. Chiamato da subito “Vin Diesel” per l’impressionante somiglianza con il protagonista di Fast and Furious, non solo fisica ma anche caratteriale grazie a quell’agire spesso al limite della legalità ma sempre nel rispetto delle regole e del prossimo, fin dove possibile ovviamente, non sempre…

Cristian Raimondi invece è l’Atalanta, un eterno ragazzo che chiude la carriera in maglia nerazzurra dopo aver cominciato ad amarla sugli spalti da ragazzo e prima ancora in casa, da bambino. Bergamasco fino al midollo ha sempre unito un amore viscerale per la Dea all’applicazione sul campo delle virtu’ della gente orobica : tanto lavoro, irriducibilita’, schiettezza, correttezza sportiva e quant’altro. Mandava messaggi d’amore alla sua squadra del cuore anche quando le maglie che vestiva erano altre. Non occorre dica altro, tutti lo conosciamo benissimo e avremo sempre negli occhi le esultanze ai suoi gol o al fischio finale di qualche vittoria importante. Non c’e’ miglior spiegazione per cercare di far comprendere l’amore che lega CR77 alla Dea e ai suoi tifosi.

Sabato Giulio e Cristian ci lasceranno, senza tanti clamori come il loro modo di essere impone. Spero che venga concesso loro di giocare piu’ tempo possibile cosi’ come spero che la gente sugli spalti gli riserbi il giusto tributo.
Sarà un addio particolarmente significativo perche’ ci lascerà una parte importante del target di giocatori cui eravamo abituati fino a poco tempo fa : arcigni, irriducibili, preferibilmente bravi ragazzi in campo e fuori, ma non certo da pallone d’oro in quanto a tecnica calcistica e proprieta’ di palleggio. Ora l’Atalanta è un’altra, da quest’anno e si spera il piu’ a lungo possibile : tecnica, tattica e convinta nei propri mezzi. Comunque sia, con la dipartita di quei due, ci lasceremo un pezzo di cuore.

Meritavano l’Europa molto piu’ di altri ma ‘the show must go on’.

Forza Atalanta

Calep