Da brutto anatroccolo a cigno

15-01-2017 08:03 0 C.

Fiducia, pazienza e programmazione. Anche perché senza queste componenti, dopo le prime disastrose cinque giornate, sarebbe stato inevitabile dare il benservito a Gasperini, riaprire in fretta la rubrica dello smartphone e richiamare il sempre caro Edy Reja. Pazienza dicevamo, ma soprattutto fiducia, perché qualcosa di diverso e promettente si cominciava ad intravedere anche dopo le primordiali sonore sconfitte. Dopo aver ben seminato tra luglio e agosto, ecco i primi frutti già a fine settembre. Ad ottobre la vittoria con il Napoli, segno evidente che la musica era cambiata e che era arrivato il momento di allacciarsi le cinture. Il resto è sotto gli occhi di tutti…

DA BRUTTO ANATROCCOLO A CIGNO – La metamorfosi completa (e chi può dirlo, forse ancora in evoluzione) di una squadra impaurita, impacciata e confusa che nel giro di poche giornate ha convinto davvero tutti su chi fosse la rivelazione del nuovo campionato. Undici vittorie – proprio come i biancocelesti – due pareggi e sei sconfitte, una sintesi più che esplicativa dell’idea di calcio che il tecnico piemontese ha saputo imprimere ai suoi. Ma chi l’ha detto che per conquistare la salvezza si debba per forza pensare prima a non prenderle? Consapevolezza dei propri mezzi, mentalità offensiva ed esaltazione delle qualità di quei singoli capaci di trascinare la squadra: questa la nuova filosofia divulgata a Zingonia. E poi quale salvezza? L’Atalanta è lì a due passi dall’Europa dopo 19 partite. Il Papu Gomez, su tutti, ringrazia per tanta bontà, prendendosi lo scettro di leader tecnico della squadra. Poi c’è Petagna, classe ’95, tre gol all’attivo e altrettanti assist, pedina ormai determinante negli automatismi offensivi della ‘Bergamasca’. Non ci sarà fino a febbraio perché in Coppa d’Africa Franck Kessié, ‘rivelazione nella rivelazione’ dell’annata super atalantina, mentre ha salutato definitivamente Roberto Gagliardini, passato ad arricchire il centrocampo dell’Inter dopo aver illuminato quello degli orobici. Assenze non di poco conto per la rivoluzione calcistica impartita di Gasperini, ma il sistema di gioco metabolizzato dai nerazzurri sembra poter reggere anche l’urto delle partenze illustri. 147 giorni dopo la sconfitta per 3-4 contro la Lazio, la Dea si ritrova a meno due proprio dalla squadra di Inzaghi. All’Olimpico sarà la resa dei conti, una sorta di derby trasversale tra le due sorprese del campionato, a colpi di bel gioco. In palio non solo i tre punti, ma la consapevolezza evidente di poter pensare e sognare in grande fino a maggio.

LE SCELTE DI GASPERINI – Costa cara la Coppa d’Africa anche per gli orobici che dovranno fare a meno di Kessié e Dramé, impegnati rispettivamente con le nazionali di Costa d’Avorio e Senegal. Sono indisponibili anche Carmona e Cabezas, oltre al portiere Bassi (forfait dell’ultima ora). Prima convocazione per il nuovo arrivato Gollini, appena sbarcato a Zingonia e subito arruolato come vice-Berisha. Può però sorridere Gasperini per il recupero in difesa di Caldara, che si riprenderà la maglia da titolare accanto a Toloi e Masiello. Questa sarà l’unica novità rispetto all’undici visto dal primo minuto a Verona contro il Chievo. Ce la fa anche il Papu Gomez, da valutare invece le condizioni di Spinazzola. Al posto di Kessié a centrocampo ci sarà Grassi, che dividerà i compiti in mediana con Freuler.

Probabile formazione – ATALANTA (3-4-1-2): Berisha; Toloi, Caldara, Masiello; Conti, Grassi, Freuler, Spinazzola; Kurtic; Gomez, Petagna. A disp. Gollini, Mazzini, Zukanovic, Bastoni, Konko, Suagher, Melegoni, Migliaccio, Raimondi, D’Alessandro, Paloschi, Pesic. All. Gasperini.

fonte lalaziosiamonoi.it

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By marcodalmen


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