Vi avevamo annunciato la decisione del calcio femminile, cui ha aderito anche l’Atalanta, di scioperare contro la decisione della Corte Federale del 26 luglio che ha restaurato la competenza della LND di organizzare i tornei di serie A e B, passati in un primo momento a giugno sotto la gestione della FIGC.

Cerchiamo ora di spiegare la situazione alla data odierna.

In effetti la decisione della Federazione di organizzare i campionati di serie A e B femminile sottraendo la competenza alla Lega Nazional Dilettanti è passata nel volgere di un’estate da prospettiva di crescita a causa del blocco dei tornei. Formalmente oggi la competenza è tornata ad essere della LND ma tutto il movimento contesta la decisione ed ha deciso di fermarsi.

Quando finalmente la FIGC decise di far confluire anche il calcio femminile sotto la sua gestione, questa scelta venne accolta da un’ovazione da parte di tutte le componenti del movimento, dalle società, ai tecnici, alle calciatrici che vedevano e vedono meglio rappresentate le loro ambizioni sotto la Federazione.

Lavorare a fianco dei professionisti maschi, dipendere sostanzialmente dalle stesse istituzioni, rappresenta un passo avanti, crea maggior visibilità per tutti e considerazione negli organi di stampa e nel pubblico.

Anche se il passaggio al professionismo è ancora lontano dal realizzarsi, perdere l’appellativo Dilettante rende più giustizia al movimento e rende il prodotto commercialmente più appetibile, creando, a costo zero, i presupposti per azionare il volano della crescita e del consolidamento. Insomma benefici per tutti.

Il Comunicato Ufficiale n. 81 contiene novità importantissime come, per esempio, il “vincolo sportivo” che per i dilettanti è fino a 25 anni, mentre ora diverrebbe annuale o in base al contratto se prevede durate superiori, oppure l’articolo 94 quinques, che parla di possibilità di stipulare contratti di durata fino a tre anni con possibilità di erogare una somma fino a 30.658,00 euro, cosa che consentirebbe alle atlete di vivere di sport. Oltre a tali somme sono previste previo pattuizioni, indennità di trasferta, rimborsi forfettari, premi ecc…

Purtroppo queste legittime aspettative hanno dovuto scontrarsi con la presa di posizione della LND che vuole mantenere un ruolo dominante nella gestione del movimento. Alla Lega Dilettanti lo sport femminile deve molto in quanto lo ha sorretto finora, ma adesso con le nuove prospettive rischia di rappresentare una palla al piede ma non quella sfera che tanto amiamo, ma una di quelle nere con la catena e cavigliera che ti limita.

La crisi istituzionale nasce dal ricorso che LND ha presentato alla Corte Federale contro il passaggio della serie A e B alla FIGC. Se si considera la gerarchia delle istituzioni sportive italiane, vediamo come  il Coni si pone al vertice, sotto stanno le Federazioni che sono organismi senza fini di lucro all’interno delle quali ci sono le Leghe, (che hanno scopi commerciali).

Il passaggio quindi ad una gerarchia superiore avrebbe già da solo comportato un nuovo status, superiore, del calcio femminile. (vedi articolo calciofemminile a questo link: crisi istituzionale)

La FIGC ha annunciato ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport e nel frattempo ha avviato contatti con la controparte per dirimere la questione. Le donne però non ci stanno e ancora una volta si trovano nella condizione in cui sono altri a decidere del loro destino, in aperto contrasto con la loro volontà. Per questo motivo già è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi la gara di Supercoppa tra Juventus e Fiorentina ed è ancora ferma la decisione di “incrociare le gambe” impedendo l’inizio dei campionati se non ci sarà il passaggio sotto la FIGC.

Nel caos istituzionale ancora una volta ci perdono i tifosi e la credibilità dello sport, quindi la speranza è che tutto si risolva al più presto e che si smetta di guardare sempre e solo l”angolino del proprio orticello ma si dia voce e dignità anche a tutte le donne che fanno sport.

Forza Atalanta.