Dieci cose da sapere sul Bologna

21-10-2017 22:15 1 C.

Ecco un identikit di quello che è il Bologna F.C., attraverso 10 cose da sapere!

1. Il mercato.
La campagna acquisti è stata all’insegna delle conferme dei giovani migliori, con qualche innesto dove c’era da colmare dei buchi. In difesa ad esempio sono arrivati due centrali esperti per la categoria come De Maio e Gonzalez. Il primo veniva da una stagione sfortunata a Firenze, condita da tanti infortuni, il secondo invece è stato uno dei peggiori con il Palermo, ma di certo non aiutato dall’ambiente e dalla squadra rosanero.
Nelle ultime ore di calciomercato è arrivato a Bologna anche il terzino sinistro Cheick Keita: ex Birmingham, che aveva fatto molto bene in Serie B nelle file dell’Entella.
A centrocampo serviva sostituire il carisma e i gol di Blerim Dzemaili. Le reti probabilmente le dovremmo trovare più con gli attaccanti, mentre il carisma e l’esperienza l’abbiamo trovata con Andrea Poli, arrivato dal Milan a costo zero.
In avanti invece sono arrivati i due uruguaiani Falletti e Avenatti. Il primo ha giocato solo qualche partita amichevole nel ritiro estivo, primo di essere falciato da un difensore dell’Hoffenheim, provocandoli un infortunio al ginocchio. Il secondo invece è arrivato a Bologna con una grave malattia, che lo ha messo fuori dai giochi fin da subito. Il Bologna lo ha tesserato comunque, sperando che in inverno possa riacquisire l’idoneità sportiva.
Oltre a loro la vera punta di diamante di questo mercato è Rodrigo Palacio. “El Trenza” ha si 35 anni, ma nelle prime uscite ha fatto vedere che in Serie A ha ancora moltissimo da dire.
Perdite importanti non ce ne sono state, oltre a capitan Gastaldello che era finito ai margini del progetto.

2. L’allenatore.
Roberto Donadoni. Giocatore fantastico, allenatore concreto e capace. Si è seduto sulle panchine di Lecco, Livorno, Genoa, Napoli, Parma e infine Bologna, passando addirittura su quella azzurra della nazionale. La carriera del Mister bergamasco di certo non è tra i top allenatori in Italia, ma l’esperienza e la saggezza tattica di Roberto è invidiata e invidiabile.
I suoi moduli preferiti, o almeno quelli che ha usato di più, sono: il 4-3-3 in primis, poi quello con la difesa a 3, e un centrocampo che poteva essere o a 5, o a 4. Infine c’è il 4-2-3-1, provato e riprovato quest’estate, ma utilizzato per ora solo poche volte, anche se le occasioni per metterlo in pratica ci saranno eccome.

3. La rosa.
Quella del Bologna è una rosa completa, non di altissimo livello ma costruita bene in ogni reparto. Unica pecca forse è la mancanza di un vero metodista che sappia impostare con intelligenza l’azione. In questa prima fase di campionato si sta molto impegnando Pulgar in questo senso, e i risultati pian piano stanno arrivando.
Andando con ordine, si può solo che fare i complimenti per la costruzione negli anni di una coppia di portieri di tutto rispetto come Mirante e Da Costa, che farebbero i titolari in molte squadre di Serie A.
In difesa è stato coperto il buco a sinistra come sostuituto di Masina, con l’acquisto di Keita, mentre la duttilità tattica dei centrali consente a Donadoni di impostare diversi sistemi di gioco (difesa a 3 o a 4).
In mezzo c’è un buon mix di giocatori fisici e di qualità. Forse manca uno più tecnico in mezzo, magari a gennaio si potrebbe muovere qualcosa.
Davanti il reparto è assolutamente completo, sia sugli esterni, che come punte centrali. Ci si aspetta ovviamente più gol da quest’ultime, soprattutto da Mattia Destro, che per ora non ha convinto troppo sotto le Due Torri.

4. Prima opzione tattica: il 4-3-3
Questo è il modulo preferito da Donadoni, e per ora quello con cui la squadra si sente più a suo agio. La difesa a 4 è spesso ben supportata dal centrocampo, ma altrettante volte il reparto centrale non riesce ad aiutare gli uomini davanti quando c’è da attaccare. Un aspetto da cui Donadoni non prescinde è la lunghezza della squadra, che non deve mai superare i 30 metri, e praticamente sempre il Bologna riesce in questo intento, stando vicinissimo tra i vari reparti, e soprattutto sempre ben compatto in zona palla.
Offensivamente gli sbocchi principali vengono dati dai due esterni Verdi e Di Francesco, che garantiscono ampiezza e qualità in avanti. I loro punti di forza sono gli 1 contro 1, e la capacità di utilizzo di entrambi i piedi, che gli consente di giocare da ambo i lati, dando maggior imprevidibilità alla manovra.
Difensivamente si pagano ancora molte ingenuità. Vanno citati i buchi o l’eccesso di foga di Pulgar, o le diagonali sbagliate da Masina, che l’anno scorso sono costati molti gol. Quest’anno Adam sembra essere partito molto meglio, anche se basta vedere il gol di Callejon contro il Napoli per capire quanto detto prima.

5. Seconda opzione tattica: il 4-2-3-1
Questo modulo garantisce più imprevidibilità nella manovra, che col 4-3-3 spesso collassa centralmente, e l’utilizzo di tutti i giocatori offensivi. La massima espressione del 4-2-3-1 di Donadoni l’abbiamo avuta nella sfida contro il Napoli. Il punto centrale di questo modulo è Palacio, che sfrutta la sua intelligenza tattica e la sua abilità per posizionarsi tra le linee, e mettersi in posizione di vantaggio rispetto alla mediana avversaria. Con questo sistema si da più apporto anche a Destro, che troppo spesso rimaneva isolato.
Il principale enigma però è la diga centrale. L’unico sicuro del posto è Poli; l’altro se lo giocano Taider, Donsah, Pulgar, e più indietro Nagy e Crisetig. Sempre citando il match contro i partenopei, di fianco al centrocampista ex Milan ha giocato Pulgar, ma si potrebbe optare anche per un centrocampo più fisico con Donsah, indietreggiando uno dei 3 dietro la punta, per creare manovre interessanti.
In fase offensiva come detto si sfrutta Palacio, i due esterni e si supporta più Destro. Difensivamente invece il modulo diventa un 4-4-1-1, con Verdi e Di Francesco che arretrano sulla linea dei centrocampisti. La fase di primo sviluppo avversaria viene resa complicata dal pressing delle due punte sul regista, spostando la fonte del gioco su giocatori meno tecnici.

6. Attenzione a…
Simone Verdi.
Il meglio il numero 9 lo da quando parte largo a destra, per scatenare il suo mancino venendo dentro al campo. Simone è inoltre molto bravo a proporsi tra le linee, e possiede un grande spirito di sacrificio che consente alla squadra di mantenere spesso un certo equilibrio.
Quando c’è una punizione è sempre lui a tirarla, e la porta difficilmente non la prende. Per diventare un grande giocatore deve ancora crescere molto, ma le qualità sono evidenti e indiscutibili.
Federico Di Francesco.
Il figlio d’arte quest’anno si è guadagnato definitivamente la maglia da titolare, dopo una stagione in cui era relegato in panchina per crescere e farsi le ossa nella massima serie.
Rispetto a Krejci, che ad oggi è il suo concorrente per quel posto, è più tecnico e ha più fiuto del gol. Ha meno la progressione verso il fondo, ma il Bologna non è mai stata una squadra capace di occupare bene l’area per raccogliere cross interessanti.
Rodrigo Palacio.
Ci si aspettava grandi cose dal “Trenza”, ma non che entrasse così velocemente nel mondo rossoblu. E’ a Bologna da pochi mesi e sembra esserci da anni, ed è già un esempio per tutti.
A detta di Donadoni, Rodrigo potrebbe giocare in qualsiasi posizione in attacco, visto che la condizione fisica, nonostante i 35 anni, continua a supportarlo al meglio.

7. I difetti.
Spesso manca qualità nell’uscita del pallone e la freddezza sottoporta, oltre alle già citate disattenzioni difensive e ai cali quando la partita va verso la conclusione.
Rispetto alla scorsa stagione ci si attende una crescita caratteriale per far fronte agli eventi negativi che si palesano nel corso del match, e una maggior aggressività nei contrasti. Il paradosso nella passata stagione è che i rossoblu commettevano pochi falli, ma prendevano tantissimi cartellini rossi. In questa prima fase di campionato però il Bologna sembra aver svoltato da questo punto di vista.

8. Il trend delle ultime partite.
Sassuolo-Bologna 0-1
Genoa-Bologna 0-1
Bologna-Spal 2-1

9. Squalificati e infortunati.
Si sono fermati per due infortuni muscolari Mbaye e Taider. Oltre a loro sono fuori Maietta, alle prese con una frattura costale e Cheick Keita.
Nessuno squalificato.

10. La probabile formazione.
(4-3-3): Mirante; Torosidis, Gonzalez, Helander; Masina; Poli, Pulgar, Donsah; Verdi, Palacio; Di Francesco.
o 4-2-3-1 con Destro in avanti, e un centrocampista in meno.

 

Giacomo Guizzardi

http://www.1000cuorirossoblu.it

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By Staff di Atalantini.com


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