”Il genio che nessuno conosce”

06-03-2018 04:44 35 C.

Un altro blog, apparentemente inglese, di buona qualità, “spiega” il nostro mister ai suoi lettori. Traduzione di Goalie da tifofootball.com

Gasperini: The mastermind nobody knows (‘Gasperini: Il genio che nessuno conosce)

Gian Piero Gasperini non è una rivelazione dell’ultima ora. Non è il prossimo “grande mister del calcio europeo”. Piuttosto, è un allenatore di calcio di 60 anni con circa due decadi e mezzo di esperienza nel gioco. Ha trascorso l’intera carriera di allenatore in Italia e ha un’esperienza minima nelle competizioni continentali. Tuttavia, ora al comando del suo quinto club, sta finalmente cominciando a coinvolgere sguardi fuori dal suo paese d’origine.

La sua ascesa è stata lenta. Dopo una carriera da giocatore trascorsa prevalentemente in serie B, è tornato da dove tutto ha avuto inizio per lui, il settore giovanile della Juventus, nel 1994, dove ha fatto esperienza nel corso di nove anni prima di assicurarsi il suo primo ruolo da mister con il Crotone nel 2003. Da lì, è rapidamente salito di livello.

La prima stagione di Gasperini con il Crotone è culminata con la promozione in Serie B. Quindi, dopo aver portato il club a metà classifica, è stato chiamato dal Genoa. Seguì un’altra promozione per la stagione di esordio, che continuò con la guida del Grifone in Europa League. Nel giro di cinque anni passò dall’oscuro ex giocatore e allenatore giovanile ad una delle menti più brillanti della Serie A, e i suoi metodi tattici cominciarono ad acquisire fama.

Il suo stile di gioco è stato apprezzato tanto per la sua unicità quanto per la sua efficacia. Ha portato risultati positivi, ma soprattutto è andato controcorrente. Durante gli anni ’80 e ’90, il calcio ha subito una rivoluzione tattica. La marcatura rigida a uomo è stata gradualmente sostituita come il sistema difensivo dominante con la marcatura a zona, grazie soprattutto all’opera di Arrigo Sacchi e del suo Milan, con il loro intenso pressing e l’eccezionale trappola del fuorigioco. Ma, proprio mentre il calcio italiano si stava modernizzando, Gasperini quasi da solo ridivulgò il concetto, in via di estinzione, di marcare a uomo.

Non era un trucco, piuttosto qualcosa di enfatizzato dal fatto che, a distanza di un decennio, i metodi di Gasperini non rimangono semplicemente presenti ai massimi livelli, ma funzionano senza dubbio meglio che mai. L’attuale allenatore della Atalanta ha recuperato dalle esperienze brevi e intense con Inter e Palermo per riaffermare i suoi ideali.

Il suo sistema preferito coinvolge tre difensori centrali di fronte a un portiere convenzionale. La protezione è offerta da due forti centrocampisti centrali, che sono affiancati da due energici laterali. Più avanti, c’è una maggiore varietà. A volte sceglie un attaccante tradizionale; a volte sceglie un “falso nueve”. Supportando quel giocatore ci sarà almeno una seconda punta in avanti, a cui spesso si aggiunge un altro giocatore più dinamico che oscilla tra la linea mediana e il reparto offensivo.

In parole povere, è un 3-4-3, e lo stesso Gasperini ha riconosciuto questa descrizione come ampiamente corretta. Tuttavia, sono le sfumature del sistema, al contrario dei numeri che lo riassumono, a renderlo così speciale.

La presenza di un fronte avanzato a tre consente un pressing aggressivo, che è generalmente adattato alla natura dei componenti della rosa. Ciò significa che, contro una difesa a quattro, l’attaccante e l’interno in avanti si posizioneranno verticalmente di fronte ai difensori centrali avversari. Uno presserà il portatore di palla; l’altro coprirà essenzialmente l’altro centrale annullando un’opzione di passaggio valida. Gasperini ha parlato della rilevanza del suo sistema scelto per questo stile pressante, dicendo: “Mi permette di difendere con la superiorità numerica nell’area centrale”.

Mentre gli esterni, in fase difensiva, spesso seguono l’attaccante e l’interno in avanti in una stretta marcatura orientata a uomo, il resto della squadra si schiera con uno schema di marcatura flessibile. Nelle linee di difesa e di centrocampo di Gasperini, ci si concentra seguendo intensamente l’uomo opposto. Di conseguenza, i suoi difensori centrali esterni possono essere visti regolarmente correre nella metà opposta alla ricerca di un attaccante non particolarmente statico.

La chiave di questo schema è la parola “flessibile”. La marcatura a uomo di Gasperini non è quella che è stata vista nel calcio italiano negli anni ’60 e ’70 – c’è più enfasi nel mantenere una struttura difensiva collettiva. Quindi, se un attaccante avversario viaggia verso l’altro lato del campo, la marcatura verrà scambiata quando appropriato, in modo da non lasciare la squadra senza alcuna forma coerente. Tuttavia, per gli standard odierni, è piuttosto radicale.

La sopra menzionata superiorità numerica a centrocampo, insieme al pressing alto e all’intensa marcatura ad uomo dietro di esso, rende estremamente difficile contrastare il gioco delle squadre di Gasperini. Gli avversari sono lasciati a cercare, inutilmente, le opzioni di passaggio dalla parte posteriore. Non è un caso che il Napoli, il cui stile è simile a quello di Pep Guardiola, abbia spesso avuto molti problemi giocando contro l’Atalanta di Gasperini. In effetti, degli ultimi cinque incontri, l’Atalanta ne ha vinti tre. E, più recentemente, il Borussia Dortmund ha trovato praticamente impossibile stabilire un possesso controllato nello scontro in Europa League con La Dea, godendo di meno possesso e colpendo solo grazie a lunghe palle rispetto alle loro recenti abitudini in Bundesliga.

In modo difensivo, Gasperini ha essenzialmente mescolato alcune novità con una grande quantità di vecchie soluzioni. In modo offensivo, le sue tattiche sono forse meno evidenti. Le sue squadre hanno sempre fatto buon uso della loro larghezza, cambiando il gioco da fianco a fianco per creare spazio. Passano anche orizzontalmente per periodi prolungati, per “l’orrore” degli analisti che aborriscono la “forma a U” che spesso produce. Tuttavia, questo passaggio orizzontale è fatto in modo da creare spazio nella struttura difensiva degli avversari, favorendo un ficcante passaggio diagonale all’interno.

La filosofia di Gasperini sta finalmente attirando l’attenzione oltre i confini italiani grazie all’Atalanta in Europa League in questa stagione, che li ha visti superare l’Everton e il Lione. Tuttavia, il suo operato avrebbe potuto essere notato molto prima se non fosse stato per sfortuna. La sua Atalanta avrebbe potuto giocare in Champions League. A questa stagione sono state ammesse quattro squadre di Serie A, a differenza della scorsa stagione, mentre nel 2015 il suo Genoa ha perso l’Europa a causa di un errore amministrativo dopo aver concluso sesto.

Ma i risultati sono lì per tutti da vedere. Sotto la sua guida, le squadre tendono a muoversi verso l’alta classifica, mentre tendono a declinare quando se ne va. Sotto la sua dirigenza, hanno preso il via diverse carriere importanti: Thiago Motta, Diego Perotti, Tomas Rincon e Franck Kessie sono solo alcuni dei suoi ex allievi, ora protagonisti nei grandi club. Ha anche i suoi ‘discepoli’, che sono il marchio di ogni stimato tattico – Ivan Juric, avendo giocato per Gasperini, ha continuato a allenare Crotone e Genoa, usando uno stile familiare con entrambe le squadre.

Non ci vorrà molto prima che altri manager riconoscano il modo Gasperini. Forse allora ‘Gasperinismo’ diventerà una cosa. Fino ad allora, rimarrà una mente sottovalutata.

(da https://www.tifofootball.com/features/gasperini-mastermind-nobody-knows/)

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By Staff di Atalantini.com


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