Guida alla serie A: Fiorentina 2018/19

16-08-2018 16:00 0 C.

Dopo la smobilitazione dell’anno scorso, la Fiorentina sembra aver ritrovato un assetto stabile e di più ampio respiro.

Posizionamento lo scorso campionato: 8° posto

Chi in più: Lafont (Tolosa) , Hancko (Zilina), Ceccherini (Crotone), Norgaard (Brondby), Gerson (Roma), Pjaca (Juve), Mirallas (Everton), Vlhaovic (Partizan), Graiciar (Liberec), Edimilson (West Ham), Riccardo Sottil (Primavera Fiorentina).

Chi in meno: Badelj (Lazio), Bruno Gaspar (Sporting CP), Sportiello (Frosinone), Gil Dias (Monaco), Falcinelli (Bologna).

Una statistica interessante: Lo scorso anno la Fiorentina è stata la terza a squadra a tirare mediamente di più, ma solo l’ottava a prendere più spesso la porta. È stata anche la seconda ad effettuare il maggior numero di cross precisi in area.

 

Impression

All’inizio della scorsa estate, la Fiorentina entrava ufficialmente in una fase di smobilitazione. I Della Valle annunciavano la volontà di vendere la società e Paulo Sousa, che da tempo viveva da separato in casa, lasciava la panchina del club. Dopo quattro piazzamenti consecutivi nella top-5, i viola avevano concluso il campionato fuori dalle Coppe Europee, all’ottavo posto, e il futuro si preannunciava tutt’altro che roseo, con un vero e proprio esodo dei protagonisti del ciclo degli anni precedenti: se ne stavano andando i senatori Gonzalo Rodriguez e Borja Valero, ma anche Ilicic, Bernardeschi, Vecino e lo sfortunato Giuseppe Rossi.

Per sostituire l’allenatore portoghese fu ingaggiato Stefano Pioli, con l’intenzione di dare anche una svolta decisa dal punto di vista tattico, dopo che l’ambizioso progetto di Sousa era naufragato sia a causa dell’assenza di rapporti tra allenatore e società, concretizzatasi nell’immobilismo sul mercato, che per il mancato sviluppo del modello di gioco.

La rosa era stata completamente stravolta dall’arrivo del Direttore Sportivo Pantaleo Corvino, reclutato nell’estate del 2016 per ricavare il più possibile dalle cessioni – nel bilancio 2017 sono stati registrati 80 milioni di euro di plusvalenze che hanno contribuito a generare un utile di 37 milioni – e pescare rinforzi a basso prezzo sul mercato internazionale. Così, la formazione titolare della scorsa stagione era radicalmente diversa da quelle delle stagioni passate, con praticamente i soli Badelj e Chiesa a rappresentare il debole anello di congiunzione tra Sousa e Pioli.

Il presente viola

A poco più di un anno di distanza, i Della Valle non hanno ancora trovato un acquirente disposto a prendersi il club, ma ciò non vuol dire che abbiano messo da parte il cartello “vendesi” che grava sul presente e sul futuro della società. In questi mesi, Pioli è comunque riuscito a dare un’identità precisa alla sua squadra, che per certi versi si discosta fortemente da quella che le aveva dato Sousa: la Fiorentina di Pioli ha abbandonato la volontà di controllare la partita, non solo con la palla, ed è una formazione dal ritmo ansiogeno, che mantiene il piede sull’acceleratore finché la condizione fisica lo permette e per cui la quantità è sempre più importante della qualità. Nella seconda parte della scorsa stagione, dopo la tragica morte del capitano Astori, la Fiorentina ha dato prova di grande forza d’animo concludendo il campionato con 3 punti in più rispetto al girone d’andata e confermandosi all’ottavo posto.

La sostanziale differenza rispetto al mercato della scorsa stagione è che quest’anno, grazie ai conti in ordine e all’ulteriore flusso di cassa dovuto ai pagamenti di alcune cessioni passate, non c’è stata alcuna necessità di vendere i giocatori più importanti: non sembrano esserci grandi possibilità di vedere Simeone riunirsi con il padre a Madrid, così come la permanenza di Chiesa – che viene da una stagione in cui pur avendo avuto maggiore importanza nell’economia del gioco, non ha mostrato quei miglioramenti netti in cui molti speravano – non è mai stata realmente in dubbio.

La partenza a parametro zero (destinazione Lazio) di Badelj ha segnato un’ulteriore netta separazione dal passato recente, oltre che una perdita importante dal punto di vista tecnico. A parte il croato, hanno lasciato Firenze anche Bruno Gaspar, che se n’è andato allo Sporting CP dopo una sola stagione alle dipendenze di Pioli e Marco Sportiello, che non ha convinto e per cui non è stato attivato il diritto di riscatto (l’estremo difensore ha già trovato squadra accasandosi al Frosinone).

Per quanto riguarda gli altri prestiti, Gil Dias e Falcinelli sono ritornati rispettivamente al Monaco e al Sassuolo (prima di passare al Bologna), mentre Biraghi, Pezzella (neo-capitano, con Chiesa vice), Laurini e Saponara sono stati riscattati. Eysseric potrebbe invece essere sacrificato per arrivare ad un altro centrocampista, visto l’affollamento del reparto esterni offensivi.

L’approccio allo scouting e al mercato in entrata è stato sulla falsariga di quello della passata stagione, con Corvino che ha spaziato in tutta Europa per rinforzare la squadra. In porta è arrivato Alban Lafont, talentuoso portiere del Tolosa che, anche considerato l’esborso (8,5 milioni), partirà probabilmente titolare, con Dragowski che sarà costretto ad un altro anno da secondo. Per la difesa sono stati prelevati David Hancko – versatile difensore slovacco dello Zilina che può fare il centrale ma anche il primo cambio di Biraghi in fascia – e Federico Ceccherini, che va solo numericamente a riempire il vuoto incolmabile lasciato da Astori.

Christian Norgaard del Brondby, definito “regista” da Pioli in prima persona, dovrà provare a non fare rimpiangere la partenza di Badelj, ma è molto giovane e da solo non sarebbe bastato a colmare le lacune del reparto, per questo dal West Ham è arrivato anche lo svizzero Edimilson. Per la trequarti, che non ha ancora un padrone, è arrivato Gerson in prestito dalla Roma, ma è sugli esterni che la Fiorentina si è rinforzata di più, ottenendo a titolo temporaneo Kevin Mirallas dall’Everton e soprattutto Marko Pjaca dalla Juventus.

Inoltre, anche il giovane Riccardo Sottil, figlio d’arte tra i prospetti più interessanti della Primavera viola, è stato aggregato alla prima squadra in attesa di sciogliere le riserve sul suo futuro. In attacco da registrare l’arrivo del 18enne Vlahovic e il rientro di Graiciar: entrambi possono giocare larghi o al centro dell’attacco.

A parte forse Pjaca – su cui gravano dubbi fisici più che altro – e Mirallas – non più giovanissimo comunque – non sono arrivati nomi altisonanti, ma del resto, nonostante i miglioramenti della situazione finanziaria, il club non poteva permettersi di acquistare a titolo definitivo a cuor leggero, soprattutto dopo il sostanziale pareggio di bilancio raggiunto tanto faticosamente.

La situazione non fa di certo contenti i tifosi e stona anche con le dichiarazioni che Pioli aveva fatto nella sua conferenza stampa di presentazione, quando delineava i contorni di un progetto a lungo termine, che però è tuttora in fase di lancio.

Che Fiorentina ci dobbiamo aspettare?

A 12 mesi di distanza la Fiorentina ha sicuramente qualche certezza in più e un’identità maggiormente definita: gran parte della formazione titolare sembra essere già fatta, ma, almeno a livello qualitativo la rosa è decisamente inferiore sia a quella di Sousa che a quella di Montella.

L’impatto della partenza di Badelj sulla fase di costruzione è tutto da valutare e se Norgaard non riuscirà subito ad imporsi toccherà a Veretout, una delle note liete della passata stagione, fare un ulteriore salto di qualità, o a Dabo gestire l’uscita del pallone dalla difesa. Difficile dire se la difesa sia migliorata o meno, visto che i colpi, ad esclusione di Ceccherini, sono tutti di prospettiva, ma uno come Milenkovic – reduce da un ottimo Mondiale – potrebbe trovare più spazio, considerando anche che nel pre-campionato è stato provato soprattutto a destra dove le uniche opzioni sono Laurini e Diks, rientrato dal prestito al Feyenoord.

Le novità più interessanti riguardano sicuramente il reparto offensivo. Gerson non è riuscito ad imporsi nella Roma, ma a Firenze potrebbe trovare più spazio: per essere realmente utile alla causa dovrà però farsi contagiare dalla frenesia dei compagni e dalla loro tensione verticale, scrollandosi dal torpore della sua avventura in giallorosso, dove ha mostrato quello di cui è realmente capace solo a sprazzi, e spesso senza uno scopo preciso in testa.

Molto dipenderà anche dall’impatto di Pjaca che, almeno sulla carta, andrà a comporre insieme a Chiesa una delle coppie di ali più interessanti di tutta la Serie A. Dotato di un primo controllo e di un dribbling sopraffino, sul croato grava però la pesante incognita della condizione fisica dopo i due gravi infortuni patiti in bianconero, che non è stata chiarita dalla sua fugace esperienza tedesca con la maglia dello Schalke 04. Con lui e Chiesa ai fianchi di Simeone, Pioli avrebbe bisogno di centrocampisti in grado di inserirsi con continuità (uno potrebbe essere Benassi), per bilanciare le tendenze dei suoi esterni a voler ricevere la palla sui piedi.

Se l’allenatore viola riuscisse a trovare la quadra in questo modo, potrebbe varare un 4-3-3 in cui sono gli esterni a dover creare i pericoli maggiori, e Mirallas in sostanza ruoterebbe insieme a Chiesa e Pjaca ma anche a Gerson; ma non è escluso che possa venir fuori qualche altra soluzione, che preveda l’utilizzo di Pjaca da trequartista, con magari Mirallas o Gerson sulla corsia (quindi 4-2-3-1).

Con Pjaca trequartista la Fiorentina avrebbe un nuovo punto di riferimento nell’ultimo terzo di campo per rifinire l’azione: il che significa anche che Chiesa dovrebbe rinunciare a un po’ della sua influenza nel possesso offensivo, attaccando più spesso la profondità. Non è detto che sarebbe un male, anzi, Chiesa non solo ha le caratteristiche per fare questo tipo di gioco ma anzi ne beneficerebbe in imprevedibilità e probabilmente anche nelle sue statistiche offensive.

Mirallas è un’arma da contropiede da utilizzare in campo: la sua esperienza sarà importante anche nella gestione del pallone ma resta un giocatore che dà il meglio nell’uno contro uno, da sfruttare per dare sfogo alla manovra e allargare le difese avversarie.

Prima dell’inizio del campionato non sapremo con certezza se quale squadra metterà in campo Pioli e se sarà migliorata o meno rispetto allo scorso anno. Ma considerato lo stallo societario, le operazioni in fase di mercato vanno viste come speculazioni piuttosto che come investimenti e il rendimento dei nuovi arrivi sarà sicuramente volatile, un po’ come successo con tutti gli acquisti della gestione Corvino-bis. In attesa di conoscere l’impatto dei nuovi arrivati, le conferme di Chiesa e Simeone sono la nota più lieta, soprattutto se il club vorrà provare a consolidarsi almeno a livello sportivo.

Giocatore di cui avere la maglietta

Sembra banale ma tutti dovrebbe avere la maglia con il 25 di Federico Chiesa, anche solo per affiancarla a quella con il 20 del padre Enrico nella propria collezione personale. Anche perché quella di questa stagione è particolarmente bella nella sua semplicità. A corredare lo stile retrò, anche i pantaloncini neri, rispolverati direttamente dagli anni ’70.

Giocatore da comprare al Fantacalcio

La scommessa da fare sembra essere Marko Pjaca, fra i nuovi arrivati l’unico in grado di garantire bonus qualora, come si augurano tutti i tifosi viola, riesca a mettersi alle spalle i problemi fisici. Se ve la sentite di rischiare e se fate un affare potete scommettere su Mirallas, ma tenete conto che solo nelle due prime stagioni in Grecia ha segnato 14 e 20 gol, altrimenti non è mai andato in doppia cifra.

Miglior scenario possibile

Le scommesse di Corvino pagano i dividendi già nella prima parte di stagione, Simeone e Chiesa fanno il salto di qualità che i tifosi viola si auguravano e la Fiorentina si inserisce nella lotta alle Coppe Europee.

Peggior scenario possibile

La squadra parte a rilento, Pioli traballa e i giovani non riescono a prendere in mano la squadra. Il mercato di gennaio stravolge ancora una volta l’undici titolare, ma la “Viola” finisce il campionato nella colonna di destra della classifica.

fonte ultimouomo.com

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By marcodalmen


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