”Al cuor non si comanda”. Nostra intervista a Leo Pettinari

07-07-2017 02:30 11 C.

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Abbiamo intervistato Leonardo Pettinari, ex atalantino che ci ha parlato di lui, tra passato e futuro, della vicenda Foket e molto altro ancora…

Innanzitutto il Pettinari di oggi, dopo lo stop forzato dal calcio giocato, è riuscito a restare nel mondo del pallone?

Si diciamo di sì…a fatica perché sono uno che non va a chiedere e a pregare nessuno. Dove arriverò non lo so,credo ancora nella meritocrazia.
Comunque non è semplice perché allenare non c’entra niente col fare il calciatore e quindi devi ripartire da zero. Certo ti porti dietro un bagaglio di esperienza importante avendo fatto il calciatore professionista, però devi comunque calarti nella parte, investire su te stesso e cercare di migliorarti e aggiornarti ogni giorno.

Soprattutto hai cominciato ad allenare giovanissimo per forza di cose, a 26 anni, e subito promozione in seconda categoria.
Alleni sempre La Querce?

No, ora alleno i bambini della Fiorentina

Un ritorno alle origini…

Allenare in seconda categoria è stato molto bello,emozionante, la squadra del mio paese, gli amici quelli veri. L’ho fatto però con grande serietà e grande professionalità. Ho cercato di portare professionalità e di fargli vivere il calcio quasi come lo vivevo io, ovviamente con i dovuti adattamenti perché sono ragazzi che lavorano e anche se hanno grande passione non  sempre è possibile realizzare questo. Eì stato però molto molto bello, hanno provato qualcosa che non avevano mai provato. Hanno imparato, si sono divertiti e si è creato qualcosa di magico.
Diciamo però che da un punto di vista professionale sono stati 2 anni sabbatici perché allenare in seconda categoria non fa curriculum.
Anche se personalmente posso dirti che si impara tanto anche lì, non avevo mai avuto a che fare con il mondo dei dilettanti e invece ho imparato tanto proprio per la semplicità, la genuinità e la passione pura che i ragazzi mettono.

Ora quindi nuove prospettive, un modo nuovo di concepire il calcio, e com’è il Pettinari allenatore? Ti rivedi nei mister che ti hanno cresciuto calcisticamente o hai un modo tutto tuo?

Certo,un po’ di tutti gli allenatori che ho avuto e di quelli che non ho avuto ma stimo e ammiro, e poi via via devi sempre portare avanti un’idea tua e elaborare il tuo metodo di lavoro.

E quali obbiettivi ti poni ora? Dove ti vedi tra 10 anni?

L’obbiettivo è quello di crescere e migliorare ogni giorno, prendere e assorbire più concetti possibili e costruire la mia idea, che già in parte c’è. Tra 10 anni mi auguro che questo sia già il mio lavoro a tutti gli effetti.

Sei sempre stato un giocatore molto apprezzato, in tutte le piazze in cui hai giocato. Qui a Bergamo diremmo che sei uno “pane e salame”, genuino…è questo il segreto per riuscire ad affrontare le avversità della vita?

Mah, non lo so. Sono molto legato alla famiglia, agli amici e alle origini. Non so se questo sia un segreto per riuscire a superare i momenti difficili ma è una cosa di cui vado orgoglioso e che insegnerò a mia figlia.
Credo che una cosa importante e che ti aiuta a vivere bene sempre,anche nei momenti difficili,sia essere umile ma dire sempre quello che pensi,senza paura…con modi e tempi giusti chiaramente.

 

L'immagine può contenere: 1 persona20 Agosto 2010, pronti via e il Petti insacca di testa….che ricordo hai…?

Ricordo meraviglioso. Ho avuto la fortuna di fare 2 gol e qualche partita in quello stadio. Spesso e volentieri me li riguardo con grande emozione,anche con tanti rimpianti, ma mi aiuta ad esorcizzarli.

E veniamo agli ultimi giorni. Il tuo nome è tornato in voga, dopo che il trasferimento di Foket all’Atalanta è saltato per problemi di salute.
A molti è tornata in mente la carriera di un ragazzo giovane come te che deve abbandonare il calcio giocato, e ancor di più alla vita spezzata in campo di Morosini, altra nostra giovane bandiera a cui è intitolata una curva dello stadio di Bergamo.
Cosa hai pensato quando ti hanno detto che non avresti più potuto giocare, e come si può affrontare un momento così?

Ho letto un po’ la storia di Foket…credo sia un problema molto più semplice del mio, nel senso che per me, una volta scoperto, non c’è stato mai alcun dubbio sul discorso idoneità. Credo che per lui sia ben diverso,certamente sarà una situazione da esaminare e valutare con accuratezza. In Italia da questo punto di vista,siamo molto bravi. Io mi auguro con tutto il cuore per il ragazzo che tutto vada per il meglio che possa continuare a giocare perché non è facile trovarsi a dover smettere da un momento all’altro.
Il nostro è un lavoro da privilegiati e lo sappiamo tutti, ma inizia come una grande passione, una passione che anche se non fosse diventata professione avremmo continuato a coltivare.
Come faccio tutt’ora io del resto. Non si può mai rinunciare a quell’attrezzo tondo, a guardare le partite, a tifare e ad emozionarci. Quando la tua passione coincide  con il tuo lavoro raggiungi il paradiso e quando ti viene tolto ti manca improvvisamente tutto.
Forse l’unica cosa che non ti manca sono i soldi. Certo senza soldi non si vive e quando sei abituato a guadagnarne tanti e a fare un certo tipo di vita sei contento e ti senti il più forte del mondo, ma ti garantisco che se domani mi dicessero :”il tuo cuore è guarito,puoi tornare a giocare…” , tornerei gratis!!

Mi basterebbe un paio di scarpe, un pallone, uno stadio, i tifosi e pochi soldi per vivere e mantenere mia figlia e la mia famiglia,ma il giusto indispensabile o anche meno,te lo posso giurare su qualsiasi cosa.

La magia del pallone….

Esatto…una bellissima malattia.

Foket nella sua squadra di club e in Nazionale ha sempre giocato, mentre in Italia ci sono regole più ferree per prevenire altri casi Morosini.
Ogni anno però nel mondo, anche se fortunatamente i casi sono pochi, si sente di un atleta morto in campo per un malore. Credi che l’Italia sia sulla strada giusta in fatto di prevenzione o si possa fare di più?

Credo che l’Italia sia già a un ottimo livello, ma non solo l’Italia, a volte però non tutto si può prevenire, ci sono milioni e milioni di calciatori e atleti.
Purtroppo esistono anche patologie silenti quasi impossibile da prevenire. Certo in alcuni casi se ci fosse stata una prevenzione adeguata si sarebbe evitato la tragedia, ma bisogna valutare i singoli casi e non generalizzare. Per quanto riguarda l’Italia sicuramente bisogna migliorare sull’intervento più che sulla prevenzione.
In Inghilterra, ad esempio , hanno già personale qualificato nella rianimazione a bordo campo in ogni partita e in ogni stadio.

Speriamo si raggiunga al più presto un livello di sicurezza per tutti più elevato.

Sicuramente.
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Voltiamo pagina, e torniamo a parlare di calcio giocato. L’Atalanta di Gasperini ha strabiliato tutti l’anno scorso.
Quest’anno sta facendo una campagna acquisti che non si era mai vista, 8-9 giovani tutti da squadre europee e già pronti per giocare la serie A e l’Europa League. Riusciremo a ripeterci?

Sinceramente non lo so. E’ un’esperienza nuova, affascinante, ma che allo stesso tempo ti porta via tante energie. Certo ci sono tutte le carte in regola. L’Atalanta parte sempre da un punto e da una base fondamentale: società che non ha niente da invidiare alle Big per strutture e organizzazione e la piazza intesa con tifo,amore e passione per la città e per la Dea. In più nell’occasione specifica un grande gruppo molto coeso e tanti buoni giocatori. E’ una squadra costruita con senso logico più che su nomi buttati qua e là. Acquisti mirati e tanti giovani di grande prospettiva, un mix importante per fare grandi cose.

Quindi ti aspettiamo a Bergamo per vederla

Senza nulla togliere alla Serie A,sicuramente verrò a vedere una partita di coppa. Mi affascina di più, mi piacerebbe venire a vedere la prima in casa.

Allora sarà Reggio Emilia, poi magari tra 2 o 3 anni nel nuovo tempio in progetto…

Perfetto…già dimenticavo. Verrò a vedere l’EL al Mapei (anche più vicino) e verrò a vederne una di Campionato che voglio venire a Bg a salutare un po’ di persone.

Bene. Grazie mille Leo per la disponibilità, e a nome di tutti gli atalantini ti auguro le migliori fortune sia nella tua nuova carriera che in ambito famigliare.

Grazie mille A te. Un abbraccio e a presto, e un saluto a tutti gli utenti di Atalantini.com e a tutti gli atalantini.

Riviviamo qui sotto nel video il gol di Leo al Vicenza, al suo esordio in maglia atalantina:

 

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By sigo


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