La follia dei giudizi preventivi in un calciomercato nemmeno iniziato

18-06-2018 02:00 57 C.

Non sono affatto un Conservatore, non sono l’avvocato difensore di Percassi e tantomeno un bigotto in balia degli eventi.
Non mi intestardisco a ribadire le solite frasi: “fiducia nella società”, “morto un papa se ne fa un altro”, “conta solo la maglia “.
Ciò non toglie che creda fermamente nelle frasi sopracitate e virgolettate.
Tutti noi tifosi, chi più chi meno, abbiamo vissuto estati di alti e bassi, sotto il macigno del calciomercato, tra speranze di grandi acquisti e la delusione di inevitabili cessioni.
Da quest’anno c’è una novità meravigliosa, il calciomercato si chiuderà ufficialmente prima dell’inizio del campionato, evitando partite falsate da giocatori “già promessi ad altri”, come successe a noi con Bonaventura, per esempio.
Accade però, complice l’entusiasmo di due anni dorati, che molti tifosi atalantini siano vittime della frenesia e del giudizio preventivo.
Un anno fa c’era chi storceva il naso persino per l’acquisto di Ilicic, definito un mezzo giocatore.
Leggo molta paura: “stanno sfaldando la squadra”, mi dicono incontrandomi.
Leggo voglia di “grandi nomi”, ma da noi devono militare giovani vogliosi di mettersi in mostra, con l’ambizione di diventare un “top player” prima di spiccare il volo.
La storia e gli ingaggi proposti dalla nostra splendida società, non permettono, nemmeno in sogno, l’approdo a Bergamo di un pallone d’oro.
E il nome altisonante “da cartolina” sarebbe probabilmente a fine carriera, poco utile storicamente alla nostra causa, con poche eccezioni come fu Massimo Carrera in un recente passato.
La situazione più deleteria sarebbe quella di trattenere controvoglia i giocatori, magari corteggiati da una grande squadra, che garantirebbe uno stipendio quattro volte superiore.
Servono una ventina di giocatori che siano leoni feroci ed affamati.
Servono tifosi sempre più pazzi per la Dea ma allo stesso tempo più equilibrati nei giudizi, che sappiano sostenere tutta la squadra, senza giudizi preventivi e superficiali.
Serve una società forte e sana, che non “cali le braghe” ma che sappia scegliere, facendo rimanere a Bergamo solo i vogliosi di emergere e ancora con “gli occhi della tigre”.
Perché il calcio è business per tutti, tranne che per noi tifosi.
Parte tutto da questo, noi lo facciamo senza interessi economici, anzi mettendoci tanti soldi a fondo perduto in nome di una passione non razionale.
Dai, scateniamo la nostra passione dal 20 giugno, dopo la sentenza di Nyon sul Milan e dopo i sorteggi europei.
Scateniamoci organizzando la prima trasferta europea, dove dovremo stupire tutti grazie al nostro folle entusiasmo.
Facciamo vedere al Sindaco di Milano che l’Italia sarà rappresentata alla grande e con i conti “limpidi” dall’Atalanta.
Il calciomercato non è nemmeno iniziato, perché farci il fegato marcio senza la verità in tasca?
Scateniamoci alla festa della Dea, dovremo far vibrare il terreno sotto di noi, dovremo stupire persino chi ci guarderà dai finestrini dell’aereo in atterraggio ad Orio, tutti i piloti dovranno chiedere lumi alla torre di controllo.
Perché la nostra passione non ha ingaggio, non ha scadenza, non ha procuratore.

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By Staff di Atalantini.com


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