Quando finisce il campionato dell’Atalanta, a prescindere da come è finita la stagione, mi sento sempre e comunque più vuoto e malinconico.
Penso già a domenica prossima, ed è già una tristezza.
Una giornata di festa che si spoglierà di un momento, quello dedicato alla Dea, di cui non posso proprio fare a meno.
Come quando alla domenica non c’è polenta in tavola, ne prendo atto con difficoltà.
Perché l’andare all’Atalanta o il seguirla in trasferta non è solo un momento di svago.
È aggregazione, è emozioni, è colori, è abbracci, è cori, è brividi, è stare con mio papà, è Bergamo.
Avrò più tempo per stare in famiglia a casa, con chi per il momento non può vivere le mie stesse emozioni allo stadio, e questa è l’unica parte bella.
C’è chi non comprende il mio stato d’animo, perché in effetti non è per tutti.
Io però comprendo chi non mi comprende, una mancata proprietà transitiva dovuta al fatto che non sono normale.
Io sono un bergamasco atalantino.
Pagno
By Staff di Atalantini.com