Mattia spiegato ai bianconeri

11-01-2017 09:33 3 C.

Breve storia tecnica e umana di Mattia Caldara a cura di juventibus.com

Carriera

Mattia Caldara è nato il 5 maggio (una bella coincidenza) 1994, a Bergamo, vive a Scanzorosciate, piccolo comune ai piedi delle Alpi Orobie.
Faccia pulita e poster di Giorgio Chiellini in stanza, una carriera che sta avanzando velocemente e qualche cima già raggiunta, come quelle vicino casa. Vicino come il Centro Sportivo Bortolotti, la seconda casa di Mattia, la seconda casa di tanti giovani che oggi calcano i campi di Serie A.
La sua, come quella di tanti, è una storia d’amore con la palla, che nasce da bambino quando a 6 anni arriva la famosa lettera d’invito ai “primi calci” dello Scanzo, la squadre del paese, poi a 9 anni arriva l’Atalanta e via tutta la trafila.

L’umiltà prima di tutto, questo gli hanno insegnato in famiglia, e ogni anno attendeva speranzoso, senza illusioni la nuova convocazione dell’Atalanta. Ma <<se non mi confermano, torno allo Scanzo>>. E infatti Mattia per non farsi trovare impreparato nel frattempo si è diplomato in Ragioneria con 93/100.

La trafila del settore giovanile della Dea è lunga e garanzia di qualità.
Nel suo cammino non mancano le soddisfazioni, nel 2007/08 arriva lo Scudetto Giovanissimi. Sempre titolare con le varie rappresentative giovanili della Dea, Mattia, dopo l’esordio a fine stagione 13/14 in Serie A a Catania in una partita di fine campionato persa dall’Atalanta 2-1, si trasferisce per la stagione 14/15 in Serie B al Trapani dove colleziona 20 presenze e segna 2 gol.
Le 20 presenze, quasi tutte da titolare, testimoniano la fiducia del tecnico Boscaglia, nonostante la presenza di uomini d’esperienza, come il capitano Pagliarulo e Christian Terlizzi. In una neo-promossa Mattia dimostra sicurezza e buone abilità, il Trapani chiude il campionato con grande tranquillità, salvandosi.

L’anno successivo non è ancora il momento di tornare a Bergamo e giocare la Serie A, dunque nell’estate 2015 passa in prestito al Cesena, squadra dichiaratamente costruita per giungere in zona playoff, con un mix di ottimi giovani e giocatori esperti. Mattia trova spazio e continuità, disputa un’ottima stagione e gioca 29 partite tra Campionato e Coppa Italia, confermando con 3 reti anche quel vizio del gol che ne ha contraddistinto la carriera sia nella primavera nerazzurra, sia a Trapani. Si ritaglia così un grande spazio in un reparto che contava su giocatori come Lucchini, Capelli e Magnusson, giocando in quasi tutte le occasioni in cui è chiamato in causa dal primo minuto disputando delle ottime partite, che gli valgono anche la chiamata in Nazionale Under 21, prima chiamata per lui in una rappresentativa nazionale.

Nell’estate 2016 è arrivato il momento, l’Atalanta punta su di lui, il sogno, la Serie A è arrivato, la maglia è la numero 13, la stessa da quando è professionista. Tuttavia l’esplosione arriva dopo alcune panchine e un infortunio che lo tengono lontano dal campo fino ad inizio ottobre.
La rivoluzione di Gasperini lo coinvolge e il debutto arriva a Bergamo contro il Napoli. Mattia al centro della difesa a 3, ha il compito di occuparsi dell’attaccante del momento, Arek Milik, la difficoltà è alta, ma il risultato è fantastico, l’Atalanta vince 1-0. Da lì in poi è un’escalation, in 11 presenze tutte dall’inizio, arrivano ottime prestazioni e addirittura 3 gol
Gli interessamenti, tra cui quello concreto della Juventus, sono solo una naturale conseguenza del lavoro svolto.
La trattativa, le tempistiche dell’arrivo a Torino, le sapete già.

Caratteristiche tecniche

Con una statura di 187 cm x 80 kg, Mattia è un difensore dal fisico asciutto, ma potente. Le caratteristiche che fanno di lui un potenziale crack del ruolo sono senz’altro la concentrazione nell’arco dei 90’ e il senso della posizione.
Uniti ad una buona tecnica di base, hanno spinto Giampiero Gasperini ad affidargli un ruolo delicato come quello del centrale di uno schieramento a 3.
L’innata abilità di intuire sempre il posizionamento giusto sia in area di rigore, sia in fase di transizione negativa, gli permettono spesso di essere in netto anticipo rispetto agli avversari.
La capacità di essere concentrato in tutto l’arco dei 90’ fanno di lui un grande marcatore, l’attenzione con cui cura l’uscita e l’intervento sull’avversario di turno è una delle capacità che fanno di lui già ora un difensore di alto livello nel nostro campionato. Un esempio perfetto è senz’altro la prestazione fornita proprio contro la Juventus, in cui ha lavorato molto bene in marcatura su Gonzalo Higuaìn, insomma non uno a caso.
Le statistiche testimoniano che difficilmente Caldara è un difensore che si adagia sugli allori o pecca in presunzione. Pochi ricami per il difensore orobico (4.7 spazzate a partita, il suo “idolo” Chiellini viaggia a 4.5) e grande attenzione in fase di appoggio, fondamentale per il ruolo in cui viene impiegato (81% passaggi riusciti, Leonardo Bonucci 86%).
Dettaglio da non sottovalutare inoltre è il vizio del gol diventato ormai proverbiale per Mattia. Il senso della posizione lo aiuta anche nell’area di rigore avversaria, 8 gol nelle prime 2 stagioni e mezzo da professionista non possono essere un caso

In campo

La sua carriera si sviluppa principalmente nella zona centrale della difesa, anche se ha fatto qualche comparsata sulla fascia destra. Retroguardia a 3 o a 4, avendo operato in entrambi i sistemi con grandi risultati, per Mattia non fa differenza. Il giocatore è completo e con ampi margini di miglioramento, soprattutto giocando in futuro con una linea difensiva mediamente molto più alta di ciò che succede a Bergamo, e quindi sarà necessario e naturale per il talento finora mostrato un miglioramento nella lettura delle giocate avversarie, aiutato da quella naturale intelligenza nel posizionarsi.

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By marcodalmen


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