Non c’è nulla da fare, by Giuliobas

15-03-2018 13:45 10 C.

Non c’è nulla da fare. Nemmeno stavolta alla Dea riesce l’impresa di espugnare la sponda bianconera di Torino. Il lontano successo della stagione 89-90 e quel gol di Caniggia rimangono ancora un tabù duro da sfatare. Ogni anno si spera sia la volta buona, quasi più attaccati alla cabala e alla legge dei grandi numeri che ogni tanto scombussolano le sorti, i favori del pronostico, si spera che quel’incantesimo possa tutto ad un tratto rompersi finalmente. E a maggiore ragione ora che l’Atalanta del Gasp se la gioca senza tanti scrupoli e a viso aperto su tutti i campi e in tutti gli stadi,anche i più prestigiosi come il WestfalenStadion, è giusto e naturale credere sempre nell’ennesima prova di forza.

Dopo la doppia sconfitta subita in Coppa Italia, anche nel recupero della 26^ giornata(rinviata lo scorso 25 febbraio per la fitta nevicata abbatutasi su Torino) la squadra neroazzurra non riesce a sovvertire le carte in tavola e rimedia il terzo KO contro Dybala e compagni in meno di due mesi.

Nemmeno all’Allianz Stadium il tecnico dei bergamaschi non cambia affatto il suo credo e nonostante qualche rimaneggiamento nell’undici iniziale è pronto a dare battaglia anche ai vice-campioni d’Europa in carica, primi in classifica. Per rosicchiare qualche punto importante al 7^ posto occupato dalla Samp, Gasperini schiera il consueto 3-4-1-2 con Berisha a proteggere la porta e a guidare la linea difensiva composta da Toloi, Mancini e Palomino(Caldara ancora acciaccato, Masiello out per scelta tecnica); in mediana, con De Roon, Haas dà il ricambio a Freuler, mentre le corsie laterali vengono rivoluzionate rispetto alla sfida del Dall’Ara con Hateboer a destra e Gosens a sinistra. In avanti Cristante fa da spola tra centrocampo e attacco composto dal tandem Gomez-Ilicic, senza un punto di riferimento.

Allegri, alla ricerca del successo per allungare sul Napoli e dare un primo strappo decisivo alla lotta scudetto, non bada a turnover. Davanti a Buffon difesa a quattro con Lichtsteiner e Asamoah terzini e la coppia Chiellini-Benatia al centro. A centrocampo davanti alla retroguardia la qualità di Pjanic e i muscoli di Matuidi, mentre in avanti il tecnico toscano alla fine sceglie Higuain,supportato dal ritrovato Dybala (decisivo contro Lazio,Tottenham e Udinese), lo scatto e il guizzo di D.Costa e la cattiveria agonistica di Mandzukic.

Nonostante la risaputa forza dell’avversario, l’Atalanta non vuole lasciare nulla di intentato, e al 3′ Cristante serve Gomez che però leggermente sbilanciato spedisce il pallone sugli spalti. La Juventus inizia l’azione dalle retrovie, l’Atalanta applica un pressing alto, sistematico ed efficace per spegnere sul nascere l’iniziativa dei padroni di casa che al 10′ mandano il primo squillo: discesa sulla sinistra di Asamoah, pallone al centro per Costa, la cui conclusione viene murata da Palomino. Al 18′ è ancora il difensore argentino a immolarsi davanti alla porta di Berisha sul tentativo di Matuidi. Ritmi alti, qualche sbaglio in fase di impostazione con la Dea che comincia a far circolare la palla, senza però mai trovare il pertugio giusto. Difficile farlo contro la squadra che in campionato non subisce una rete dalla sfida con il Verona del 30 dicembre scorso. Un giro palla sterile e fine a sé stesso. La Juventus non corre particolari pericoli e al 29′ passa: paradossalmente lo fa con un contropiede: rimessa laterale nella metà campo bianconera, Mancini cerca l’anticipo ma viene scansato, Douglas Costa mette l’acceleratore, si beve in velocità Palomino e serve Higuain che entra in area e con un diagonale infila Berisha alla sua destra.

L’Atalanta non si scoraggia, cerca una reazione, Hateboer ci prova da posizione defilata ma non trova lo specchio della porta, mentre dall’altra parte ancora il Pipita, che contro i nerazzurri si esalta per prestazione e gol, con un buon movimento si smarca di Mancini e scivolando sul piede di appoggio conclude a lato. La prima frazione di gioco va in archivio dunque sull’1-0 con un buon primo tempo disputato da parte degli orobici che però non hanno mai trovato il tiro verso Buffon, spettatore assoluto dell’intero match.

Ad inizio ripresa subito occasione per la Juve, ancora in ripartenza, con Costa che serve Dybala, ma il suo tiro a giro finisce tra le mani di un Berisha attenti nella circostanza. Un minuto più tardi (50′) da calcio piazzato arriva forse la palla-gol più nitida per gli uomini di Gasperini con Mancini che su corner di Gomez di testa manda la sfera fuori di pochi centimetri, con l’estremo difensore juventino fermo immobile. Al 53′ Ilicic ci prova direttamente da punizione ma Higuain, anticipa anche Buffon, e ribatte di testa in angolo.

Atalanta che rimane in partita, ma Juventus che dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la grande bravura di questa formazione a gestire il match:i piemontesi, seppur non spettacolari, difendono con ordine, attendono, puniscono e poi gestiscono diligentemente, fanno ciò che vogliono. Al 64′ Douglas Costa sfiora il palo e il gol del raddoppio dopo aver mandato al bar l’intesa difesa atalantina su lancio perfetto di un Higuain davvero in stato di grazia, e tre minuti più tardi è l’accoppiata Dybala-Pjanic a costruire un’altra azione pericolosa con il bosniaco che calcia sopra la traversa. Gasperini tenta il tutto per tutto e lancia nella mischia Spinazzola, Petagna e Cornelius, passando alla difesa a 4, per una formazione a chiara trazione anteriore. Nel finale, tra il 77′ e 79′, uno dei migliori in campo, Mancini prima ferma Higuain lanciato in porta e poi stende Chiellini al limite dell’area e viene espulso. Difensore ex Fiorentina non proprio fortunato su questo campo(in Coppa Italia fu autore dell’intervento su Matuidi che aveva indotto l’arbitro a decretare il rigore). Gara che si complica ulteriormente e viene poi chiusa definitivamente dal gol del 2-0 di Matuidi dopo un’azione davvero avvolgente e da appluasi: cambio campo misurato con il goniometro di De Sciglio per Dybala che mette al centro per il Pipita, il quale grazie alla grande visione di gioco e senso della posizione, come contro l’Udinese fornisce l’assist per il piazzato del francese. Gli ultimi minuti sono solo una formalità e dopo 3 minuti di recupero il Sig. Mariani manda tutti negli spogliatoi.

Non arriva il risultato, ma considerando la caratura dell’avversario, la sua solidità difensiva e i colpi da campione di cui può usufruire, discreta gara da parte degli uomini in maglia neroazzurra, sterile e poco remunerativa a livello offensivo ma giocata sempre a viso aperto, con personalità, senza paura come recita la mentalità gasperiniana che a volte ti espone anche a rischi come nel caso della rete del vantaggio juventino. Non era sicuramente questa la partita da vincere(anche se almeno un punto avrebbe fatto molto piacere) e la squadra esce comunque a testa alta consapevole dei propri mezzi e anche dei propri limiti. Da questa sfida la Dea impara che non può fare a meno di Freuler che in coppia con De Roon sono imprescindibili: se manca lo svizzero manca qualità, ordine e sostanza. E oggi l’olandese, comunque positivo, ha fatto meno bene del solito perché ha dovuto svolgere un lavoro doppio. Parlando degli altri singoli Gomez continua nel suo periodo non proprio felice, Ilicic non fa molto di più anche se priva sempre il guizzo giusto, Cristante contro la corazzata bianconera non può sfruttare le sue doti da incursore e perde la sua essenza. Infine Hateboer si conferma in fase calante, non sfrutta la sua velocità, non punge mai e sbaglia qualche appoggio di troppo(il Castagne visto nelle ultime uscite più equilibrato, attento dietro e propositivo in avanti meriterebbe il posto da titolare in più occasioni), mentre in difesa Mancini, nonostante il rosso rimediato rimane la sua prestazione positiva, Palomino lascia scappare Costa e Toloi non accorcia  in occasione del primo gol su Higuain, uniche pecche della loro serata.

Ora assolutamente la testa va alla sfida contro il Verona, terza trasferta in sette giorni: se vogliamo tornare a vivere notti indimenticabili come quelle di Lione o Dortmund al Bentegodi è severamente vietato sbagliare.

 

Giuliobas

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By Staff di Atalantini.com


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