“Quo vadis Dea” – Un treno da prendere

30-11-2017 04:43 9 C.

CIAO CIAO BERGAMO

Missione compiuta. L’Atalanta porta a casa due vittorie molto differenti tra loro, sia per il valore che per il modo in cui sono state conquistate, ma comunque entrambe importantissime.

La cinquina rifilata all’Everton ha portato i nerazzurri nella storia, e solo il tempo dirà se diventerà leggenda a sé o solamente un mattone di una grande impresa, ma anche la vittoria con il Benevento, per quanto sudata, regala punti preziosi in un campionato molto avvincente.

Nessuno avrebbe messo in discussione la supremazia della Dea ai campani, ma tutti temevano questa partita: dopo le fatiche di coppa e le recenti prestazioni degli uomini di De Zerbi, che non da molto ha preso le redini della squadra, pesava come un macigno l’assenza di punti in questa Serie A, come una spada di Damocle sulla nostra testa. Ora la patata bollente passerà nelle mani di Gattuso, nuovo allenatore del Milan, e non sarebbe un dispiacere vederla esplodere. La squadra del mister bresciano non ha grandi qualità, ma si è dimostrata arcigna e brava a difendersi, non disdegnando di provare il colpaccio in contropiede.

Insomma Gasperini sapeva di non avere vita facile e per questo non darà molta importanza al modo in cui sono stati conquistati i tre punti, che ora ci portano in una posizione tranquilla, sul piano salvezza, ma soprattutto vicinissima alla settima posizione valida per l’Europa.

Arriva ora un trittico di partite che deciderà molto del futuro dell’Atalanta, poiché la indirizzerà verso strade diverse, a seconda di come si comporterà.

Partiamo dall’Europa: con il Lione sapremo se a Reggio potremo tenere testa a squadroni europei, prova del nove prima dei sedicesimi di finale, e se lo faremo da testa di serie. Sabato 11 arriverà il fatidico sorteggio e si spera in un percorso non troppo insidioso per i nostri eroi: arrivarci da prima del proprio girone sarebbe una grande soddisfazione e faciliterebbe in parte il compito.

Per quanto riguarda invece il campionato Torino e Genova sono due trasferte insidiose da sempre, la prima quasi un tabù in serie A e la seconda particolarmente cara a Gasperini. Se l’Atalanta vorrà competere per l’Europa anche quest’anno dovrà dimostrarsi superiore anche in trasferta, o per la precisione farlo per più di un tempo. Ricordiamo che, a parte la partita di Reggio, fino al 17 dicembre non giocheremo in casa, e la partita con la Lazio, prima di un’ulteriore trasferta contro il Milan di Gattuso, non sarà certamente un’occasione facile per tornare a fare punti. O si torna a vincere lontano da Bergamo o saluteremo il treno per il settimo posto già prima di Natale.

 

CRISTANTE LA CHIAVE DI VOLTA

Non dobbiamo tuttavia disperare. Gasperini aveva detto che un giorno in più di preparazione fa la differenza e in effetti finora le gambe e la testa hanno girato bene.

Inoltre a Liverpool è arrivata la prima vittoria convincente in trasferta, seppure non in campionato. Se l’Everton è più scarso di Torino e Genoa lo vedremo presto, ma sicuramente i nostri hanno mantenuto il pressing sul portatore di palla per tutto l’incontro, senza mai andare nel pallone, e questo è un segnale importante.

Anche con il Benevento ad un certo punto i nerazzurri avrebbero potuto farsi prendere dalla frenesia e dal timore di non riuscire a vincere, invece hanno assediato gli avversari per tutta la partita trovando lo spunto vincente.

Insomma la forma fisica e la concentrazione sembrano aver trovato continuità nonostante la partita infrasettimanale, mentre l’infermeria si svuota: Schmidt è aggregato al gruppo e presto tornerà anche Spinazzola. In compenso Gomez e Ilicic non sono sembrati ancora al meglio, il primo probabilmente per quel fastidio che gli impedisce di calciare come vorrebbe, il secondo in un periodo non brillantissimo. Resta il fatto che entrambi forniscono qualità alla squadra: Gomez ha creato con i suoi cross numerose occasioni da gol non sfruttate, Ilicic ha regalato l’assist a Cristante. Privarsi di entrambi sarebbe da folli, ma Gasperini ha capito che tenerne in panchina uno non è un sacrilegio, soprattutto con un Bryan così.

Il recupero di Schmidt e Haas, ma soprattutto l’ascesa delle prestazioni dell’italo-canadese e di De Roon, finalmente al livello del passato, permettono al mister di spostare Cristante nel ruolo di trequartista, dove sa essere devastante con i suoi inserimenti. Chiaro che in un’ottica di turnover avere in campo loro due e Freuler è un rischio, che abbiamo pagato in passato, ad esempio a Genova con la Samp.: De Roon non era al meglio e in panca mancava linfa vitale per dare una marcia in più nella ripresa, così gli avversari non hanno trovato filtro e quando è stato inserito Gomez la frittata era ormai fatta. A Udine era andata leggermente meglio, con Kurtic al posto di Cristante, e guarda caso ha segnato anche lui, ma in quel periodo la testa e le gambe giravano a metà della velocità attuale.

Il punto è chiaro: l’anno scorso Kurtic dava equilibrio e Conti segnava, quest’anno Cristante potrebbe rivestire entrambi i ruoli.

 

L’INCOMPRESO CORNELIUS

Il centrocampo non è l’unico settore in crescita. Anche sulle fasce si è avuta una evoluzione.

Con l’Everton Castagne e Hateboer si sono invertiti, e anche con il Benevento è stato riproposto dall’inizio questo scambio, per poi

tornare all’originale per scompigliare i piani difensivi degli avversari. In questo modo infatti l’olandese ha avuto sulla testa l’occasione per andare in vantaggio, ma ancora una volta il giocatore mostra di non essere un buon finalizzatore. Gosens è una alternativa e neppure il suo gol pazzesco ha convinto Gasp a proporlo titolare, vedremo nei prossimi match.

E Spinazzola? Dopo la delusione mondiale e l’ennesimo acciacco, sarà curioso capire come si riproporrà. Chiaro che Gomez è un altro giocatore quando supportato dallo juventino, ma il mercato incombe: ci si chiede quale potrebbe essere il suo atteggiamento e se esista il rischio di una telenovela bis, con l’ennesimo treno da prendere. In campo non ha mai convinto con le sue ultime prestazioni, quindi ci affidiamo alle scelte di Gasperini che conosce il suo impegno negli allenamenti. Chiaro che in ottica Europa farebbe comodo il suo apporto sulla fascia, ora che Castagne si è dimostrato utilizzabile con efficacia anche sulla destra: i titolari sarebbero senza dubbio loro.

Parliamo ora di punte. Cornelius e Petagna si sono rivelati entrambi utili, ma bisogna fare attenzione perché ci sono partite in cui rischiano di fare brutta figura non solo per propri demeriti. Con il Benevento Cornelius ha deluso, ma se andiamo ad analizzare non ha avuto molte occasioni per mettersi in luce. Ogni volta che prendeva il pallone veniva triplicato e il suo controllo di palla difettoso gli impediva di trovare il tempo per calciare. Quindi contro avversari chiusi a riccio diventa inoffensivo, poiché deve giocare spalle alla porta. E con la Juventus ha dimostrato di non poter neppure giocare come unico terminale offensivo per far risalire la squadra.

Petagna al contrario è bravissimo a ricevere pallone e smistare, infatti il suo ingresso ha portato dei benefici. E anche con le grandi riesce a far respirare la squadra mantenendo il pallone in attacco e attirando su di sé diversi difensori.

Vichingo bocciato? Non è proprio così, e i due gol con l’Everton ne sono la dimostrazione. Il danese può essere utile in Europa e non solo, così come può essere una preziosa arma in più a partita in corso: sia nelle maglie larghe di una difesa sfilacciata, quindi in vantaggio quando gli avversari lasciano spazi, sia nel gioco aereo, quindi in un possibile assedio.

E qui sta il punto: con il Benevento quanti cross alti sono arrivati dalle fasce? Spesso si è cercato di sfondare per vie centrali, con triangolazioni difficilissime, oppure con il classico cross a spiovere sul secondo palo, per il difensore accorrente. Cornelius risulta prezioso se Castagne, o Hateboer, o il Papu o chiunque altro, buttano in mezzo un bel pallone alto, su cui lui può sovrastare gli avversari. Questo è successo solo una volta, sulla punizione del primo tempo e per poco il danese trovava il gol.

Sembra che i nerazzurri vogliano a tutti i costi arrivare al gol con la bella manovra, con le trame fitte e il giocatore solo davanti alla porta. A volte servono anche le giocate sporche, vedi la palla in the box a Firenze, quella della disperazione, che proprio il vichingo aveva appoggiato di testa a Freuler. E a volte servono anche i tiri da fuori area, come in quel caso o nel caso dell’ultimo gol di Cristante, o le punizioni, altro campo in cui quasi mai andiamo al tiro in porta, neppure con uno specialista come Ilicic.

Gasperini vede e provvede. Siamo sicuri che tirerà fuori ancora una volta il cilindro dal cappello, magari già a Torino.

 

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By Macciu


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