“Quo Vadis Dea?” – Un ultimo passo verso la gloria

18-05-2017 05:11 11 C.

Il punto con il Milan regala la qualificazione in Europa ma per evitare i preliminari serve ancora un punto. La festa in centro, smorzata dal pari ma comunque storica, può diventare qualcosa di immenso nell’ultima partita in casa, anche per chi sabato non è potuto esserci.

A Empoli Gasperini vuole chiudere i conti, per i nostri tifosi ma anche per regalare una speranza al Crotone, in onore del campionato.

 

A EMPOLI PER NOI E PER IL CROTONE

L’Atalanta è in Europa finalmente! Il punto raccolto con il Milan, seppure pieno di rimpianti, è bastato a coronare il sogno dei tifosi e a far esplodere la festa in centro.

Peccato per quella beffa, a pochi minuti dal fischio finale, che ha smorzato in parte l’entusiasmo e reso i festeggiamenti più contenuti. Sapere inoltre che il gol di Deulofeu era irregolare ha inasprito ancora di più gli animi e reso più amaro il mancato traguardo del quinto posto, che ormai sembrava ad un passo.

Nessun dramma, perché sappiamo tutti che basta veramente un’inezia per avere la matematica, ma sicuramente senza quell’errore e quella rete del pari avremmo visto qualcosa di incredibile per portata e potenza dei festeggiamenti. Fortuna vuole che con il Chievo, sperando ovviamente che la certezza della qualificazione diretta all’Europa arrivi già dopo la partita di Empoli, verrà organizzata una festa memorabile, dentro e fuori dallo stadio.

Si vede che il destino dell’Atalanta è rimanere sulla corda fino all’ultimo: anche i ricorsi sull’assegnazione dello stadio, arrivati dopo il risultato del bando, sono un altro evento che non permettono di festeggiare dovutamente un evento di tale portata.

Cerchiamo di guardare il lato positivo: la squadra, nonostante il clima di rilassamento, verrà mantenuta sulla corda da Gasperini, e questo forse renderà maggior onore al campionato, visto che l’Empoli è ancora in corsa per la salvezza. Mettiamoci nei panni del Crotone e pensiamo che molte delle loro speranze sono sulle nostre spalle: la loro rimonta ricorda quella avvenuta con Delio Rossi, e sarebbe bello pensare di dare loro la possibilità di crederci almeno fino all’ultima giornata. Anche il Genoa non è ancora sereno e sicuramente il nostro mister vorrà fare un favore ad entrambe le squadra a lui care.

Il quinto posto non è in dubbio, ma esiste la possibilità di rimanere con questo dubbio fino all’ultima giornata: il Milan gioca in casa con il Bologna, e bisogna sperare che la sua vittoria sia di misura, visto che anche la differenza reti ha la sua importanza. Mettiamo anche che vada tutto storto, risulta difficile credere in una passeggiata del Milan a Cagliari, dove i sardi vogliono concludere in bellezza, e contemporanea sconfitta casalinga dell’Atalanta con il Chievo. Ricordiamo anche che nel ritorno a Bergamo non abbiamo mai perso.

Insomma l’Atalanta deve chiudere i giochi subito, e onorare il campionato, per poi preparare una grande festa finale nell’ultima partita al Bortolotti.

 

IN ATTESA DELLA VERA FESTA

Tornando a parlare della partita con il Milan va detta una cosa. Chi come me non ha potuto per motivi lavorativi raggiungere lo stadio avrà sempre un grosso rimpianto.

L’idea era di raggiungere successivamente il centro per far festa, ma i messaggi degli amici scoraggiavano chi volesse recarsi a Bergamo poiché le strade erano bloccate e il rischio serio era di parcheggiare lontano e raggiungere il gruppone quando ormai fosse troppo tardi. Dopo tutto non si sapeva neppure quanto sarebbero durati i festeggiamenti.

Ho sempre pensato che le partite vadano viste fino alla fine, ma con un po’ di furbizia questa era l’occasione per perdersi il secondo tempo e trovarsi fuori dai cancelli per celebrare, con chi fosse dentro il Bortolotti, un evento storico. L’incertezza del risultato e la tensione mi hanno tenuto bloccato davanti al televisore con gli amici fino all’ultimo, e la delusione per il pari ha smorzato in parte la voglia di fare pazzie. A mente fredda il rimpianto resta.

Quel che risulta certo è che, oltre all’amarezza di non poter gustarsi dal vivo la sfida con il Milan, si è aggiunto il dispiacere di sentire una telecronaca piuttosto deludente. I nomi di Caressa e Bergomi evocavano la finale dei Mondiali 2006, ma proprio quel confronto immediato faceva intendere la differenza di toni e di emozioni suscitate da quei due, mentre commentavano quella che per noi era una partita importantissima. Caressa, ormai famoso per la sua capacità di pronunciare esattamente nome e cognome dei marcatori nel momento stesso in cui vanno in rete, non ha certamente esaltato il traguardo da noi raggiunto come avrei sperato. Basterebbe sentire il finale della sfida tra Ternana e Spal, per la cronaca uscita sconfitta da quella sfida che permette ancora ai nostri fratelli di evitare stasera i playout, per sentire l’emozione vera di un commentatore che è anche tifoso: tornare in A dopo quasi cinquant’anni, seppure grazie al risultato di un’avversaria, è qualcosa che va celebrato in questo modo. Ecco, avrei voluto in quel momento sentire il buon Corbani, avrei voluto sentire un vero atalantino urlare: siamo tornati in Europa!

Ora mi aspetto una grande festa con il Chievo, un evento autocelebrativo che deve rimanermi negli occhi e nel cuore a lungo, come solo i Percassi sanno fare. Solo così metterò una toppa a questo rimpianto: non avremo vinto lo Scudetto ma il traguardo è storico.

Prima raggiungiamo il quinto posto, e poi facciamo esplodere una festa immensa, come meritano tutti i protagonisti di questa formidabile stagione.

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By Macciu


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