Ricordate il “Pajarito” Valdes? A 37 anni campione del Cile con il Colo Colo

12-12-2017 10:45 12 C.

Risultati immagini per valdes atalanta golC’è un po’ di Serie A nel nuovo Campeón de Chile. Sabato sera l’ex Bari, Fiorentina, Lecce, Atalanta e Parma Jaime Valdés si è infatti aggiudicato la vittoria della Primera División (Torneo de Transición 2017) del suo Paese, regalandosi una notte da protagonista grazie al gol segnato all’ultima giornata contro il Huachipato. E’ arrivato così il quinto trofeo del “Pajarito” tra le fila del Colo Colo, con buona pace dell’Universidad de Chile di David Pizarro e Mauricio Pinilla, soltanto terza, e della sorprendente Unión Española di Martín Palermo. Per farsi raccontare la conquista della trentaduesima stella del “Cacique”, TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva proprio Valdés, senza dimenticare naturalmente il suo lungo percorso in Italia.

Valdés, che sensazioni prova dopo la vittoria di questo campionato?
“Questo titolo ci dà grande soddisfazione, il lavoro dello staff e della squadra è stato eccezionale. Una serie di risultati negativi a un certo punto della stagione ci aveva portato addirittura a sette punti dalla vetta, ma siamo stati bravi a non perdere mai le speranze e la fiducia. Sapevamo di potercela fare. Fin dall’inizio del campionato il nostro unico desiderio era infatti quello di essere campioni. Quando vivi momenti difficili e arrivi comunque al traguardo, poi te lo godi ancora di più”.

Alla soglia dei 37 anni, dopo una stagione da protagonista assoluto e un titolo così importante, c’è il rischio di sedersi sugli allori?
“Non mi sento affatto appagato, né io né la squadra lo siamo. La vittoria della Primera División ci ha messo davanti a sfide ancor più grandi come il ritorno nella Copa Libertadores. Al Colo Colo non si può mai riposare e il mio obiettivo è mantenermi allo stesso livello fisico e mentale con cui ho chiuso questo campionato. Non è facile essere titolare qui, ogni anno arrivano giovani di grande qualità e i più anziani come me sono quindi chiamati a rendere sempre al top”.

Con 32 campionati nazionali vinti, possiamo definire il suo Colo Colo come la Juventus cilena?
“Possiamo sicuramente dirlo, sì. Il Colo Colo e la Juventus hanno tante cose in comune, a partire dai colori sociali: il bianco e il nero. Poi c’è la garra di tutti coloro che ci lavorano e lo rappresentano, una spinta in più per costruire una mentalità vincente fin dal settore giovanile. Sono dell’idea che il peso della maglia aiuti molto, perché ti rafforza il carattere e ti fa sentire la vicinanza della gente. In questo, Colo Colo e Juventus sono certamente simili. Entrambe sono un vero e proprio marchio di fabbrica nei rispettivi Paesi d’appartenenza”.

Tre campionati (Clausura 2013/2014, Apertura 2015/2016 e Transición 2017), una Copa Chile (2016) e una Supercopa de Chile (2017): dopo 14 anni in Italia, possiamo dire che il suo ritorno in Cile nel 2014 ha portato i risultati sperati?
“Assolutamente sì. Quando sono tornato al Colo Colo, dopo la mia lunga esperienza in Italia, sognavo di vincere titoli e partecipare alla Coppa Libertadores. Ci stiamo riuscendo e spero di andare avanti così”.

Gli anni passano, ma Jaime Valdés sembra sempre più brillante e decisivo. In un momento di rifondazione del calcio cileno come questo, è possibile sognare ancora la Nazionale?
“Mai e poi mai potrei chiudere le porte alla Nazionale cilena. Sarò sempre pronto a rappresentare il mio Paese in qualsiasi tipo di incontro. Credo che il nuovo progetto tecnico debba concentrarsi su giocatori più giovani, ma se mi sarà chiesto di apportare la mia esperienza lo farò volentieri”.

Bari, Fiorentina, Lecce, Atalanta e Parma. Che ricordo ha della sua lunga avventura in Italia?
“I ricordi si sprecano, l’Italia è la mia seconda casa. Sono stato tanti anni in Serie A e, insieme alla mia famiglia, ho vissuto momenti indimenticabili”.

Esperienze che l’hanno aiutata a diventare un vero e proprio punto di riferimento per il Colo Colo e i suoi tifosi.
“Esatto. Proprio l’altro giorno un ragazzo delle giovanili mi ha chiesto quale fosse il calciatore più forte che ho affrontato in carriera. Mi sono messo a riflettere e non sapevo davvero quale scegliere. Grazie a Dio ho avuto infatti la fortuna di giocare contro i migliori del mondo, campioni come Pirlo, Totti, Gattuso, Ronaldinho, Ronaldo, Nesta, Cannavaro e tanti altri. Mi ha davvero impressionato ripensare all’Italia e al mio passato, mi vengono i brividi”.

Non solo passato, in Italia potrebbe costruire anche il suo futuro?
“Nel calcio mai dire mai. Quando mi ritirerò, magari potrei iniziare la mia carriera da allenatore. E poi perché no? E’ chiaro che tornerei più che volentieri in Italia. Sarebbe bellissimo affrontare una nuova esperienza professionale nel vostro Paese”.

Fonte: tmw.com

 

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