”Quo Vadis Dea?” – Ripartire con fiducia

16-03-2017 04:44 6 C.

Dopo la roboante sconfitta di San Siro l’Atalanta riflette sui motivi di tale risultato e si prepara alla riscossa in casa con il pericolante Pescara di Zeman, prima di una salutare sosta.

Intanto sembra sempre più evidente che per l’Europa sarà sfida al Milan, che alla terzultima verrà a Bergamo, e che ogni passo falso può compromettere quanto conquistato finora. La mentalità che ha portato a risultati incredibili, nel bene e nel male, non va cambiata e abbiamo fiducia in questa squadra: ce la giocheremo fino alla fine.

 

GARA A DUE CON IL MILAN

Che batosta ragazzi. Nel giorno in cui molti tifosi atalantini avevano colto la speranza di rilanciare le proprie ambizioni europee, lottando alla pari con l’Inter, arriva una sconfitta strabordante e un brutto colpo all’umore della truppa nerazzurra.

Nessun dramma per carità, perché nonostante il forte eco mediatico della goleada subita si è persa una partita difficilissima anche sulla carta, contro un avversario lanciatissimo verso la Champions. A dieci partite dalla fine rimane tutto in gioco e siamo ancora al sesto posto, consapevoli che l’obiettivo finale dipende solamente ed esclusivamente da noi.

Ormai è chiaro, anche per i valori emersi in campo, che ci giocheremo fino all’ultimo il posto con il Milan, visto che Lazio e Inter sembrano avere un passo difficilmente sostenibile e sono anche in vantaggio negli scontri diretti, mentre la Fiorentina si è avvicinata ma solo un contemporaneo harakiri nostro e dei rossoneri li riporterebbe in gioco.

Per assurdo possiamo vedere un lato positivo: sarebbe stato molto peggio perdere di misura a San Siro sapendo che il Milan aveva fatto punti con la Juventus, o pareggiare dopo una loro vittoria a sorpresa.

Siamo sempre stati abituati a lottare per la salvezza, e in quei casi basta una vittoria ogni tanto per creare un divario, mentre stavolta lottiamo per un obiettivo più importante e succede il contrario: basta una sconfitta per trovarsi distaccati. In entrambi i casi però, se il distacco dalle altre avversarie è ormai abissale e si fa la corsa su una squadra sola, il tuo successo dipende non solo dai tuoi risultati ma anche dagli insuccessi della rivale.

Ecco perché sia Milan che Atalanta sono in una fase cruciale: entrambe vengono da una sconfitta difficile da digerire ed entrambe giocheranno in casa un match abbordabile, almeno sulla carta, ma con un potenziale problema mentale da risolvere. I rossoneri avrebbero potuto avere qualche grana in più per via del dopopartita bollente, ma sono stati graziati dal giudice sportivo. L’Atalanta avrà il vantaggio di giocare 6 partite in casa, tra cui lo scontro diretto con il Milan, mentre ci saranno 2 scontri di alta classifica per entrambe, in ogni caso prima della sfida di Bergamo.

Difficile dire come arriveremo a questo importante match, dipende da troppi fattori. Entrambe le squadre ora avranno sulla carta tre partite facili, in cui non saranno perdonati passi falsi. Ragionando su una partita alla volta, è importante arrivare alla sosta senza aprire parentesi negative: perdere con l’Inter ci stava, non conquistare la vittoria con il Pescara sarebbe un grave passo falso.

 

OGNI ERRORE UN TIRO E UN GOL

Cosa è successo ai nostri ragazzi a San Siro? L’impatto al match non è stato negativo, se è vero che si è costruita l’occasione di Gomez e ci è stato negato un possibile rigore. Poi però, dal contropiede di Icardi che avrebbe potuto lasciarci in dieci uomini, è successo qualcosa.

L’attaccante ci ha infilato per tre volte in un quarto d’ora, visto che anche il rigore è merito di una sua giocata, ma è indubbio che il primo gol è nato da un rimpallo fortunoso in barriera, che ha destinato il pallone proprio sui piedi della punta. Così come nell’episodio del rigore l’uscita di Berisha è apparsa troppo precipitosa, e il corner della tripletta è stato regalato da uno svarione di Caldara.

Si è chiaramente persa la bussola, capendo di non riuscire ad arginare l’attacco degli avversari ma allo stesso tempo provando, in modo impreciso, di attaccare come si è sempre fatto, anche sul 3 a 0. Gli altri due gol del primo tempo sono avvenuti in azione fotocopia, così come successivamente il gol finale di Gagliardini: affondo sulla fascia e tutti i giocatori atalantini che vanno verso la porta, lasciando colpevolmente solo il centrocampista che arriva da dietro. Questi gol l’Atalanta non li ha mai presi in tutta la stagione e sono chiaramente figli del black out mentale in cui sono piombati i nostri domenica, incapaci di fermare gli avversari. I nerazzurri, come gli è stato insegnato da Gasperini, hanno affrontato gli avversari con un uno contro uno a tutto campo, e hanno perso nettamente il confronto, ma non in un modo da giustificare tale risultato.

L’unica variabile impazzita è stata la percentuale di finalizzazione degli interisti, che hanno creato 8 occasioni da rete, e hanno segnato 7 volte. Una volta andati sotto la linea è restata alta, e questo ha portato al risultato che, nonostante nei numeri generali l’Atalanta abbia retto il confronto con l’Inter, al primo passaggio errato o palla riconquistata dall’Inter, nasceva un’occasione da rete devastante, senza possibilità di essere arginata. Tolte le sette azioni da gol, cinque in realtà se escludiamo le due punizioni, il confronto non è stato affatto così disequilibrato, e questo rende ancora più assurdo il risultato finale.

Poche volte è successo qualcosa di simile, ma i precedenti ci sono stati anche contro avversarie meno prestigiose: ricordo che a Parma si erano incassati 5 gol in un tempo e in quell’occasione ogni tiro da fuori area era una saetta in porta imparabile, mentre a Bergamo è ancora vivo il ricordo dei 5 gol subiti dal Torino, dopo un primo tempo dominato ma sfortunatissimo, in cui i granata ogni volta che affondavano il colpo trovavano la rete. Quando tutto gira storto giornate così capitano.

 

QUESTIONE DI MENTALITA’

Certo, se a Milano dopo le prime 2 o 3 reti l’atteggiamento della squadra fosse cambiato, con meno vocazione all’attacco e più al contenimento del risultato, magari avremmo evitato la goleada, ma come detto prima preferiamo non cambiare la mentalità della squadra di Gasperini e incassare il duro colpo.

Diciamo chiaro un fatto: l’Atalanta che subisce 7 reti, di cui 5 in un solo tempo, perché prova sempre ad attaccare con la linea difensiva altissima, è figlia della mentalità che ci ha portati a segnare il secondo gol a Napoli, seppure in dieci, con un difensore. E figlia della stessa mentalità che con la Roma ci ha spinti a vincere la partita, invece di accontentarsi del pareggio. Come con l’Udinese la lezione servirà per il futuro e per confermare questo gruppo, costruendo mattoncino dopo mattoncino l’esperienza per gareggiare nella parte più alta della classifica. Non è un caso se Milan o Lazio certe goleade non le subiscono da anni.

Il messaggio per il futuro è chiaro: le grandi squadre non perdonano e adesso che l’Atalanta è considerata una squadra di livello alto, sarà difficile trovare giocatori o allenatori che la sottovalutino. Da una parte questo fa onore ai nostri, così come i 60 mila tifosi che hanno fatto tremare le gambe ai ragazzi nerazzurri, dall’altra rende ancora più difficile il cammino dei nostri. In ogni caso, giocando come abbiamo apprezzato finora, potremo giocarcela fino in fondo: non troveremo sempre squadre di qualità e allo stesso tempo assetate di vittoria come successo con l’Inter.

Ora sarà importante non perdere la testa: guai a cambiare atteggiamento, a diventare troppo timorosi, a temere l’avversario e non pensare di condurre la gara. Certo, quando questi discorsi li fai contro l’Inter a San Siro, ci può anche stare subire una roboante sconfitta, e forse una lezione di umiltà farà bene alla nostra amata provinciale, ma non con squadre che quest’anno sono nettamente inferiori all’Atalanta. Non vanno sottovalutate e sono da rispettare, ma devono subire la manovra atalantina e capire che sarà dura non soccombere.

Tutto sommato è una fortuna che si giochi a Bergamo contro una squadra già data per retrocessa, dopo una tale batosta, con uno stadio che spingerà come non mai i nostri.

Zeman è un allenatore imprevedibile, ma il Pescara può spaventare l’Atalanta solo se troverà una giornata di grazia e avversari irriconoscibili rispetto a quelli ammirati a Bergamo fino ad ora. Non scherziamo: serve una bella vittoria per ritrovare entusiasmo e fiducia per lo sprint finale, in quella che resterà una stagione storica nei cuori dei tifosi atalantini.

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By Macciu


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