Sartori, Costanzi, Favini e l’Atalanta

22-01-2017 08:05 4 C.

Claudio Nassi: “Sartori, Costanzi, Favini e l’Atalanta”

Ci sono due persone che stimo: la prima si chiama Mino Favini, l’ultimo dei grandi maestri, l’altra Giovanni Sartori, mio ex calciatore, da anni uno dei migliori D.S. in circolazione. A luglio l’Atalanta decide di interrompere, dopo 24 anni, il rapporto con il responsabile del settore giovanile. Ufficialmente per limiti d’età. Mi è dispiaciuto. Poi ho capito il motivo. E’ normale che se i Percassi decidono di sostituire Marino con Sartori, quest’ultimo abbia carta bianca per portare avanti le proprie idee. Giovanni, infatti, si presenta con Maurizio Costanzi, con lui al Chievo. Se guardo oggi il club di Campedelli e leggo la formazione dei clivensi, mi accorgo quanto siano cambiate le strategie. A Bergamo succede una cosa simile. Favini privilegia l’aspetto tecnico, Costanzi, invece, quello fisico. Il primo preferiva pescare nel Belpaese e il secondo guarda molto in Africa, senza trascurare l’America e l’Europa. Perciò Favini lo ritrovo a Como, dove aveva lavorato 20 anni, con i ragazzi di un tempo: Galia, Centi e Fontolan. Naturalmente si chiude anche il gemellaggio con il Margine Coperta e con Antonio Bongiorni, uomo legato a Mino, e la società che ha visto crescere, tra gli altri, Pazzini e Bonaventura passa subito alla Juventus. Forse ha ragione chi dice che il calcio è cambiato, ma continuo a privilegiare chi guarda con attenzione all’orto di casa. Ritengo ancora Roma il vivaio più prolifico, poi la Lombardia, seguita da Triveneto e Toscana. Ce ne sarebbe d’avanzo per un settore giovanile d’avanguardia, ma capisco anche chi si muove a 360 gradi, spende 6 milioni di euro, ha 20 osservatori e un centro sportivo modello con 5 campi a 11, 3 in erba e 2 in sintetico, 1 campo a 7 e la gabbia per giocare due contro due. D’altro canto i numeri sono a favore dell’Atalanta, grazie anche all’abilità del D.S. come venditore. D’accordo, il mercato regala cifre fuori da ogni logica, ma se cedi Caldara alla Juventus per 15 milioni più 6 di bonus e Gagliardini all’Inter per 22 più 6 di bonus, i vertici della società non possono non seguirti, tanto più se vai a ritroso e pensi ai nemmeno 20 incassati da Bonaventura, Consigli, Baselli e Zappacosta. I numeri tagliano la testa al toro e nessuno può contestare le strategie che portano a dimenticare il rosso nei bilanci. Non credo si possa discutere il modo di agire, pur diverso, di Empoli e Udinese se, alla fine, i fatti danno loro ragione. Quindi Favini non avrà avuto il piacere di seguire da vicino i progressi di Caldara, Gagliardini, Conti e Sportiello, oltre a Grassi, né quelli della covata del ’99, reduce dal titolo italiano, con i vari Bastoni, Capone, Del Prato, Latte Lath, Mallama e Melegoni, gente con la Serie A nel futuro. E’ evidente che chi ha sempre guardato con ammirazione l’Atalanta, fin dai tempi dei Bortolotti, di Previtali e Randazzo, abbia qualche curiosità, perché non basta più far bene, qui ci si sta attrezzando per i miracoli. Allora anche da Lady Radio il più sincero “in bocca al lupo”. Vi seguiremo con attenzione.

fonte tmw.com

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