Un ascensore per il Cielo

10-02-2017 04:40 32 C.

Sappiamo bene che la ricorrenza e’ il 12 Febbraio ma lo ricordiamo oggi, oppure da oggi sino a domenica, visto che poi nel weekend la banalità’ della cronaca prendera’ il sopravvento sui ricordi e i rimpianti di vent’anni.

 

Ci sono momenti nella vita di ciascuno di noi talmente scioccanti o epocali da farti ricordare per sempre dov’eri e cosa stavi facendo quando questi accadono : l’uomo sulla Luna, l’elezione di un Papa, le torri gemelle di NY , i terremoti, i lutti familiari e cosi via. Momenti che, anche a distanza di molti anni, ti fanno dire “ecco, io ero là in quel momento

Personalmente la notizia dell’incidente di Chicco Pisani e’ una di queste e son sicuro che sarà cosi’ per molti di voi.

Ero in un supermercato nell’immediato hinterland bergamasco quando il radiogiornale che veniva sparato dagli altoparlanti mi informo’ della notizia : prima descrisse l’incidente mortale di un giocatore atalantino e poi fece il nome di questi.

Ma quanto tempo sia passato tra un’informazione e l’altra quello non me lo ricordo proprio. Sarebbero potuti passare dieci secondi o mezzora, tanto sarebbe stato lo stesso, tanto era lo shock tra la prima e la seconda cosa.

 

Vista a 20 anni di distanza le considerazioni sono due, una ovvia l’altra piu’ difficile da spiegare.
La prima è la constatazione di come venti anni siano volati in un attimo senza pero’ riuscire a scalfire il ricordo, la seconda che Chicco fosse un predestinato. Predestinato a lasciarci cosi’ presto.

Ma ve lo ricordate? l’avevate visto bene?

Con quel testone con i capelli al vento, quel fisico ancora parzialmente acerbo e quel modo di fare al tempo stesso sbarazzino e profondamente educato, sembrava un cherubino delle schiere celesti sceso tra noi a prendersi una boccata d’aria per disimpegnarsi un attimo dal servizio al Capo.
La sua BMW cosi’ deformata alla fine solo un ascensore al Cielo per la fine della licenza. Con un ricordo preziosissimo da portare con sè : la sua amatissima Alessandra.

Domenica saranno 20 anni e torneremo a quelle ore convulse, a quel funerale cosi’ partecipato e a quella stranissima partita con il Vicenza quando fu chiaro a tutti che c’era lui a spingerci alla vittoria. Perchè solo uno spirito giovane e affettuoso come il suo avrebbe preteso cosi’ tanti abbracci dai suoi compagni come quelli che seguirono ad ogni gol in quel netto 3-1 contro i biancorossi.

E poi i lunghi anni, i suoi genitori legati a Bergamo, la Fondazione a suo nome e il pellegrinaggio atalantino alla sua tomba, mai spoglia.

Di tutto mi restera’ il pianto convulso di Zoran Mirkovic, lo slavo, un vero duro che aveva portato via di peso la sua famiglia dagli orrori della guerra jugoslava. Se era cosi’ partecipe lui, mi dissi, allora Chicco era proprio qualcosa di speciale.

«Muor giovane colui che al cielo è caro», dicevano nella Grecia classica. Mai corrotti dal passare delle stagioni, fiori recisi nel fiore degli anni e poi resi immortali, come chi rimane per sempre nel ricordo dei vivi.

Ciao Chicco, ciao Ale!

 

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By Staff di Atalantini.com


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