Virtuale? Se il calcio e’ come il sesso noi preferiamo alla vecchia

23-02-2017 23:00 6 C.

calUn pool di ricercatori dell’università di Valencia ha scoperto che nei tifosi più giovani i livelli di cortisolo aumentano a seconda dell’intensità di una partita, inducendoli a provare lo stesso piacere dato da un rapporto sessuale

Che dire allora della notizia sotto che dice che l’Atalanta sta pensando a costruire la squadra per i campionati virtuali?

Il boom del calcio virtuale: anche l’Atalanta si muove per formare la propria squadra
(bergamonews.it)

Dopo Roma e Sampdoria (oltre a quasi tutti i grandi club europei) la società bergamasca avrebbe già un progetto da sviluppare che potrebbe così portare alla creazione del primo team di virtual football della Dea

Il futuro è alle porte, sempre più vicino, soprattutto se parliamo di tecnologia e videogiochi. Lo sanno benissimo anche in casa Atalanta, dove il fenomeno in continua crescita del “calcio virtuale” è tenuto in costante osservazione dagli addetti ai lavori. E fonti vicine alla società assicurano che tra i prossimi progetti dell’immediato futuro c’è anche quello che porterà alla nascita della squadra nerazzurra di virtual football.

Dopo Sampdoria e Roma, i primi due club italiani ad affacciarsi in questo nuovo mondo che sta spopolando in tutta Europa, l’Atalanta potrebbe essere la terza forza di serie A a decidere di costruire una squadra tutta sua per poter partecipare ai tanti tornei virtuali che stanno spuntando come funghi.
Come detto, Roma e Sampdoria sono state le prime italiane a muoversi su questo fronte ingaggiando dei baby fenomeni che difenderanno i rispettivi colori nel mondo virtuale: in giallorosso sono arrivati il funambolo Usa Aman Seddiqi, il 17enne inglese Sam “Poacher” (bracconiere) Carmody e l’italiano Nicolò “Insa” Mirra. Il vero crac è però il neo-blucerchiato Mattia Guarracino — sei volte campione italiano e bronzo a europei e mondiali — nome d’arte “LoneWolf92”.

Il calcio virtuale ormai non può più essere considerato un gioco, almeno in questo caso. Tant’è vero che la Fifa (quella vera) aveva imbastito lo scorso anno un primo “mundial” digitale che doveva essere un esperimento una tantum, con budget da trofeo interregionale. Invece il fenomeno è esploso, i grandi club hanno iniziato a far follie per strapparsi i fenomeni dei dribbling virtuali e la Fifa ha deciso di fare il bis. Il montepremi dell’Interactive club world cup 2017 è stato però moltiplicato per dieci: 1,3 milioni di euro di cui 200mila in palio per il vincitore. E l’Espn ha perfino acquistato i diritti per trasmettere la finale da Londra.
L’incredibile potenza di questo “giochino” l’hanno ormai scoperta in tanti: l’olandese Eredivisie e la francese Ligue1 hanno lanciato un campionato virtuale parallelo a quello nazionale, con le stesse squadre in campo ma su piattaforma Fifa.
Il Manchester City, invece, ha fatto follie per mettere in rosa — con contratto principesco a cinque zeri — il 18enne Kieran “Kez” Brown, il West Ham ha bruciato la concorrenza per comprare Sean “Dragon” Allen, una sorta di Messi del joystick. Psg, Valencia, Shalke, Wolfsburg, Besiktas, Dinamo Kiev, Sporting Lisbona e Olympiakos sono ospiti fissi di tutti i tornei online.

E la serie A? Si sta muovendo per creare nel giro di poco tempo (si parla di un paio d’anni al massimo) anche il suo campionato parallelo virtuale.
Per questo l’Atalanta non è ferma a guardare: il club bergamasco avrebbe già un progetto vero e proprio che è pronta a sviluppare, un progetto che potrebbe così portare alla creazione del primo team di virtual football della Dea.

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By Staff di Atalantini.com


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