”Come il vivaio dell’Atalanta sta forgiando il futuro del calcio italiano”

24-06-2017 01:53 2 C.

Alex Clapham, blogger inglese di “These Football Times” ha avuto il privilegio di partecipare ad un corso per aspiranti allenatori a Zingonia.

Anche se di un mese fa, abbiamo tradotto il suo lungo pezzo e vi invitiamo a leggerlo. In primis perche’ molto dettagliato, in ultimo perche’ parla molto bene dell’Atalanta. E viene dalla patria che ha inventato il football

 

“Maradona sarebbe stata una merda se fosse provenuto dal Polo Nord”. Oltre alla genetica, l’ambiente circostante svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo di un giovane calciatore secondo Stefano Bonaccorso, capo di uno dei vivai più prolifici d’Europa come quello dell’Atalanta.

Stavo partecipando ad un corso trimestrale presso il Centro Sportivo Bortolotti a Zingonia, dove le porte sono aperte per allenatori di squadre giovanili del circondario quando si è sentita questa frase. La prima squadra si era appena assicurata la partecipazione alle coppe europee per la stagione 2017/18 pur avendo a disposizione un budget ridotto che però ha dato vita ad una squadra di grande carattere formata da elementi provenienti dal vivaio.

L’ossessione del calcio italiano ad utilizzare tatticismi estremi con una grande organizzazione difensiva è storia del passato e, secondo l’opinione di Bonaccorso, anche un un mito assoluto.

La qualità tecnica e la fluidità nel far girare la palla sono lo scopo principale di ogni sessione di allenamento qui a Bergamo, città nota a molti solo per avere l’aeroporto che si trova accanto all’Autostrada A4 che corre verso Milano.

Eppure questa Scuola di Calcio, che lascia a bocca aperta, ha di volta in volta plasmato le carriere dei vincitori di Coppa del Mondo quali Gaetano Scirea ed Antonio Cabrini, passando attraverso Roberto Donadoni, Manolo Gabbiadini, Riccardo Montolivo e Giampaolo Pazzini. Inoltre ha visto passare gente del calibro di Filippo Inzaghi e Christian Vieri all’apice della carriera

Giuseppe Ciatto è colui che fondò il settore giovanile negli anni ’40 ed all’intero progetto è stata data nuova linfa nel 1991 quando l’attuale presidente del club Antonio Percassi, ha assunto Bonaccorso per dirigere il settore giovanile a Zingonia.

Scandali e corruzione hanno permeato il gioco italiano negli ultimi 15 anni, mentre l’Atalanta si è distinta rifiutando di puntare all’acquisto di giocatori costosi all’estero concentrandosi invece sui talenti cresciuti in casa, con soli 43 dei 303 giocatori del settore giovanile nati infatti all’estero.

Tornando all’umida mattinata trascorsa su uno dei campi artificiale di Zingonia ai piedi delle Alpi, ero intimorito ad avere un anfitrione che risultava aver lavorato in passato accando ad Antonio Conte, Arrigo Sacchi e Marcello Lippi. A un certo punto ho lasciato carta e penna per concentrarmi su quanto mi diceva, pronto a cogliere ogni dettaglio e pendendo completamente dalle labbra qualsiasi cosa s’apprestasse a raccontarmi.

“Dimenticate tattiche e formazioni: 3-5-2, 4-3-3, 4-5-1, sono solo numeri di telefono se i giocatori non sono padroni della tecnica”, è stato il concetto espresso come fosse una predica affinchè i presenti lo assimilassero bene in testa.

Eravamo piazzati in zone divise al millimetro e, con una palla per ognuno, abbiamo lavorato su varie tecniche di controllo e destrezza per 60 secondi alla volta prima di passare all’esercizio successivo. Il direttore del coaching mormorava solo strane parole di elogio prima di chiederci quale pensassero sarebbe stato il prossimo esercizio. Questa metodologia è comunemente conosciuta come “sandwich”: lodare i giocatori, chiedere quale sarà il prossimo passaggio e quindi incoraggiarli. Il 54enne Bonaccorso a tirare i fili e condurre il gioco piu’ di chi stava realmente calciando la palla.

“È importante scegliere quando e come parlare con i nostri giocatori, altrimenti la nostra voce diventa solo rumore di fondo”.

Dopo esserci riscaldati per essere pronti per competere, siamo stati divisi in coppie gareggiando poi in gare di calcio tennis, alternandoci velocemente dalla fase di servizio a quella di preparazione di un passaggio al compagno. Proibito l’uso delle mani per una sessione poi durata circa 40 minuti per oltre 1000 passaggi.
Mi e’ stato detto che tutti i ragazzi di età inferiore ai 16 anni vengono sottoposti a questo esercizio ogni tre mesi per valutare i loro progressi.

Le coppie a scambiarsi ogni 3 minuti con Bonaccorso a domandare agli atleti : “Che tecniche avete usato? cosa vi serve per migliorarvi in questo esercizio? come bisogna comunicare con il proprio compagno?

“Queste sono cose che i nostri giocatori imparano d’istinto, senza l’intervento di noi allenatori. Se un giocatore ha il timore di non riuscire ad apprendere qualche fondamentale gli lasciamo tutto il tempo prima di giudicarlo definitivamente. La tecnica e’ la chiave” dice il carismatico mister. “Lodare i giocatori che eseguono bene l’esercizio e lasciare ai piu’ giovani o quelli piu’ indietro tutto il tempo per osservare i piu’ bravi e per cercare di progredire passo dopo passo”.

Stavamo avvicinandoci alla fine della nostra sessione di allenamento e non potevo fare a meno di guardarmi intorno e pensare agli allenatori intorno a me, ognuno di loro affascinato dalle parole costruttive del maestro Bonaccorso. In ultima analisi, l’intero scopo della giornata era di familiarizzare l’un l’altro e migliorare le basi con cui allenare ma la mia mente cinica non poteva fare a meno di chiedersi se questo fosse poi in grado di essere trasmesso alle squadre di provenienza di tutta quella gente.

Se questi allenatori quando torneranno ai rispettivi club lavoreranno con le linee guida e le norme del modus operandi dell’Atalanta, ed in seguito, quando un buon prospetto delle proprie giovanili andrà oltre il livello locale avrà già la forma mentale adatta per un percorso di crescita della carriera fino ad un club di Serie A.

Lo sviluppo e le opportunità per i giocatori sono di estrema importanza, ma gli allenatori italiani non sono mai stati tanto rispettati e considerati di alto livello come al giorno d’oggi con il rispetto guadagnato dai vari Antonio Conte, Carlo Ancelotti, Max Allegri e Claudio Ranieri. Ognuno di essi negli ultimi tempi ha avuto successo.

Cercare di entrare nel mondo degli allenatori di calcio e tentare di scalare le varie gerarchie in Italia, non potrebbe essere più facile perche’ i corsi sono regolarmente organizzati in ogni città e il nuovo programma europeo denominato “UEFA C” è un antipasto di ciò che ci si può aspettare dalla federazione calcistica italiana.

Mentre la licenza non è obbligatoria per gli allenatori che vogliono iscriversi alla UEFA B, il corso di principianti è rivolto agli allenatori che intendono insegnare ai giocatori di età compresa tra 5 ed 8 anni in club amatoriali ed è una scelta molto diffusa grazie al sistema di punti che aiuta in seguito a destinare i partecipanti ai corsi successivamente piu’ idonei.

I punti vengono assegnati ad un allenatore per ogni corso che completa ed ogni stagione in cui ha allenato o giocato; l’idea che sta dietro è di impedire ad ognuno di essere escluso dal giro. Quattro punti vengono assegnati automaticamente agli ex giocatori professionisti, per cui molti posti del corso finiscono per essere assegnati a loro.

Il “patentino” B puo’ essere conseguito in soli 30 giorni dopo un corso intenso che si tiene spesso nei mesi estivi. Una volta guadagnato il “patentino” di tipo B, agli allenatori vengono dati vari libri, DVD e altri materiali contenenti metodi e meccanismi di insegnamento.

I corsi piu’ avanzati noti come “UEFA A” e “UEFA Pro” si svolgono a Coverciano – noto anche come Casa Italia – centro di formazione presso la sede della Federazione Italiana Giuoco Calcio a Firenze. Con quattro campi di misura regolamentare, una palestra multifunzionale, una piscina e due campi da tennis sotto i cipressi ben sagomati, questa è la casa madre del calcio italiano.

Oltre 2.400 fra dirigenti dei maggiori campionati di Italia, Inghilterra, Germania e Russia si sono diplomati in questa università del calcio.
I candidati ai due corsi sopra citati sono esaminati su teoria e pratica. Il tutto con una chiacchierata generale riguardante argomenti tattici complessi; il giudizio si basa più sulle capacità comunicative che sulle filosofie strategiche della persona. Che deve cercare di evitare espressioni come “ai miei tempi” o “il mio calcio” perchè il calcio del gioco viene concepito come in continua evoluzione e l’Italia vuole allenatori che guardino avanti piuttosto che indietro. “Quando viene pubblicato un libro sulle tattiche, è già vecchio”, afferma Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italian Allenatori Calcio

Tornando a Zingonia era il momento delle domande e delle risposte con il capo del vivaio dell’Atalanta. Stefano Bonaccorso, circondato da coni e palloni, è a disposizione per rispondere agli studenti concentratissimi ed ansiosi di carpire le sue dritte.

Mi consiglia che, anche se esiste tatticamente un “modello base” in una squadra, fondato su conosciute competenze tecniche, il mister di una giovanile deve sempre cercare di diversificare e testare tatticamente ogni schema e sistema di gioco opportuno per la propria squadra. Questa affermazione mi ha portato a domandargli a partire da quale eta’ le vittorie sul campo cominciano a contare veramente. I tre secondi nei quali mi fissa Bonaccorso prima di parlare sono il suo modo di prepararmi alla risposta.

“Parecchie volte gli inglesi mi hanno accennato al fatto che dicono ai loro ragazzi di non preoccuparsi eccessivamente del risultato. Cosa ha vinto l’Inghilterra sinora a qualunque livello?”. Abbozzo un sorriso con il gruppo degli allenatori che sogghigna per la battuta ma il mio sguardo è abbastanza a disagio in attesa che continui la sua risposta. “Noi non andiamo in giro con le nostre squadre per far turismo. Preferiresti giocare bene e perdere, o vincere per 1-0 al 94 ° minuto di una brutta partita ? Se c’è una partita di calcio allora vogliamo vincere. Sempre.”

Tornato a prender nota delle successive domande degli altri venivo avvicinato da un paio di allenatori e quasi “consolato” dalle loro assicurazioni che Bonaccorso aveva voluto solo stuzzicarmi.

Dopo un piatto di pasta e del pollo seguiti da un espresso per pranzo, assistevano a diverse sessioni di allenamento a nostra scelta. Sei o sette optavano per le sessioni di allenamento dei portieri, mentre la maggioranza dei partecipanti al corso rimaneva lato est del complesso per vedere l’allenamento degli under-17 e degli under-15.

Tutti gli allenatori delle giovanili, immacolati in tenute Nike bianco e verde, stavano aspettando l’arrivo dei giocatori ai campi già pronti 45 minuti prima dell’inizio della seduta.

I talentini a un certo punto sono apparsi sui campi sbucando dall’edificio principale del centro di 10 milioni di euro che vanta 40 posti letto, una sala benessere, una sala massaggi, serbatoi di ghiaccio, piscine, palestre di ultima generazione, sale riunioni e uffici, accanto al magazzino che si trova al di là dei quattro campi di allenamento perfettamente manutenuti. Tutto questo lusso è ad esclusivo uso delle squadre giovanili composte da giocatori al massimo di 17 anni.

Ai giocatori veniva fatto indossare un sensore GPS e, a gruppi di quattro, fatti correre in un quadrato voltarsi di colpo ed effettuare un passaggio ad un compagno di squadra. Col procedere della sessione di lavoro gli esercizi consistevano in controllo, dribbling e passaggio ogni blocco della durata di 60 secondi. Il tutto funzionava con la precisione di un orologio.

Mentre le sessioni di lavoro proseguivano, raccogliendo le informazioni caratteristiche di ogni esercizio, era chiaro che sebbene questi ragazzi agissero come automi attraverso diete rigorose e controllo delle ore di sonno verificate dai medici della Dea, da nutrizionisti, fisiologi e psicologi, in ogni sessione si respirava aria di libertà e tranquillita’.

Per la maggior parte della durata delle sessioni, gli allenatori dei ragazzi rimanevano completamente in silenzio, ma il livello di rispetto delle giovani promesse nei confronti dei propri allenatori era così elevato che non si sentivano mai frustrati a fronte di qualsiasi decisione o richiamo ricevuto durante l’allenamento. Al termine della sessione, il materiale utilizzato veniva raccolto e portato al magazzino da parte dei ragazzi contenti, a ridere e scherzare fra loro.

C’èra un’atmosfera estremamente sana che spiccava all’interno dell’accademia atalantina considerata la numero uno in Italia e Bonaccorso ha sicuramente un grosso peso nell’averla creata e migliorata. Mentre visitavo i vivai di diversi club di Serie A in tutta Italia, ho sentito parlare di Zingonia come esempio da seguire da parte di molti di essi ed ho facilmente capito le ragioni in base alle quali la prima squadra ha raggiunto l’Europa avendo il 38 per cento di giocatori provenienti dal vivaio,

La mentalità verso il coaching e l’istruzione sono in un periodo di transizione in una nazione che ha sollevato la Coppa del Mondo quattro volte ed il centro sportivo di Zingonia dell’Atalanta sta tracciando la via.

traduzione dall’originale di Brignuca e Calep

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By Staff di Atalantini.com


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