Ritiratosi nel corso dell’estate scorsa, Riccardo Montolivo nel corso della sua carriera si è legato solamente a tre maglie diverse, andando un po’ in controtendenza rispetto alle dinamiche del calcio moderno in cui si assiste a cambi di casacca con una certa regolarità, senz’altro maggiore rispetto a quanto succedesse in passato. L’inizio, quasi folgorante, è in quell’Atalanta in cui aveva svolto oltre dieci anni di trafila giovanile, con caratteristiche che sembravano indicare un centrocampista dal piglio offensivo. Nel 2003 approda nella prima squadra della Dea, e dopo due stagioni di ottima fattura prova a fare il salto in avanti. Per farlo, sceglie Firenze e la Fiorentina.
E dire che la squadra viola in quel momento non stava passando esattamente il periodo più florido degli ultimi anni: aveva sì completato la risalita rapida verso la massima serie, ma nell’annata precedente aveva altresì rischiato seriamente di tornare subito in Serie B, conquistandosi una sofferta salvezza all’ultima giornata sulla quale poi calerà tempo dopo anche l’ombra di Calciopoli. In quel centrocampista di 20 anni appena, però, il nuovo corso tecnico, che vedeva in panchina la presenza di Cesare Prandelli, individuerà una delle basi sulle quali costruire le nuove fondamenta. Viene preso in due tranche: prima 3,5 milioni per ottenere la comproprietà, poi altri 2 per riscattarlo definitivamente. Nel complesso, si riveleranno soldi ben spesi.
Sì, perché con Montolivo che nel frattempo aveva notevolmente abbassato il proprio raggio d’azione, arretrando di una ventina di metri dalla trequarti alla cabina di regia in mediana, parteciperà da protagonista attivo ad annate fortemente emozionanti per il popolo della Fiorentina, nelle quali la squadra arriverà più volte a conquistare la Champions League (seppur in due circostanze “revocata”) ma anche la sorella minore Europa League, in cui fu sfiorata una finale con lo Zenit San Pietroburgo, negata solo dal catenaccio e dalla buona stella dei Rangers ai calci di rigore.
La coda finale, però, non sarà altrettanto esaltante. Negli ultimi anni della sua lunga permanenza nel capoluogo toscano, durata un settennato, si facevano sempre più insistenti le voci di mercato sull’uscita di Montolivo, che però arrivò a rispettare fino in fondo il suo contratto, per lasciare il club poi a costo zero alla scadenza di esso. Un atteggiamento che non suscitò proprio le simpatie, ed è un eufemismo, dell’universo e del popolo gigliato, che non gli perdonò mai il fatto di non aver permesso di monetizzare dalla sua partenza, con destinazione Milan, come si sussurrava ormai da tempo.
Già negli ultimi mesi viola i fischi e le offese si susseguivano regolarmente, e lo stesso sarà per i successivi incroci in rossonero. Alla prima occasione, però, Montolivo si prese la briga di portare in vantaggio il Milan a Firenze, nel campionato 2012/13, rubando palla al suo successore Pizarro e involandosi verso la rete dello 0-1, anche se poi lo stesso Pek finì per segnare su rigore in un emozionante incontro terminato sul 2-2. In poco tempo però si ingrigirà anche l’avventura al Milan, e Montolivo finirà piano piano sempre più ai margini dei rossoneri, fino ad un contestato addio al calcio da giocatore tenuto per mesi fuori rosa, e al quale Gattuso non consentiva neanche di allenarsi in gruppo.
fonte tmw.com
By marcodalmen
Ha avuto una crescita esponenziale e poi non è riuscito a mantenere il suo livello, ricordo una sua partita in Champions con la viola contro il bayern.. Andando a bene vedere a iniziato a calare già nell ultimo anno a Firenze, quando ha conosciuto quella che è diventata sua moglie
Quando gli si è chiesto qsa in più è emerso il suo limite caratteriale, tecnicamente non si discute (era un pupillo di Favini) ma quando c’era da matterci qsna in più sul piano carismatico sembrava aver paura
bravo ragazzo, buon giocatore,mai trascinatore.
Anche a me non piaceva tanto come giocatore ma non si può dire che era scarso dai……….lo testimonia comunque la dignitosa carriera
Poteva fare molto meglio . POCA FAME.
La penso come te.
Pensavo facesse di più….
Tra un po’ si dirà chi??!!
Ha sfruttato gli ingaggi e le scadenze come meglio non poteva,vivra di rendita
Ragazzo con cultura, valori ed educazione di livello superiore , non a caso tra i prediletti di Favini. Poco amato dai media , dai social e ahimè anche qui dentro. Contribuì in maniera rilevante alla promozione con Mandorlini mettendo in luce classe e tecnica. Poi nel calcio la componente fisico-atletica ha prevalso, i ritmi si sono alzati e negli ultimi anni, con un Milan allo sfacelo, ha fatto più fatica. Con la Fiorentina ricordo ottime partite in Champions. Se i numeri hanno un valore qui ci sono quasi cento partite tra le varie nazionali, che potevano essere di più senza l’infortunio… Leggi di piu' »
sono d’accordo, han sempre scambiato l’educazione per poca determinazione… per me ha sempre fatto bene con noi (ricordiamoci anche che aveva 20 anni quando è stato ceduto, e veniva da 2 campionati da titolare o quasi) e lo ricordo con piacere.
mi spiace per la gogna mediatica che ha sempre subito ma immagino che se ne farà una ragione.
Ah meno male… temevo che arrivasse anche lui oltre alle voci sul Jack…
Come persona niente da dire bravo ragazzo… Come calciatore… Lasa pert… Un bradipo
Personaggio e carriera piuttosto velate. Non capisco perchè, a dispetto delle rosee promesse, si sia immerso nel grigiore e ci sia rimasto.
Grigiore non mi sembra.
Uno che ha cmq fatto la sua “porca” carriera definirlo grigiore oltre che irrispettoso mi sembra poco calzante..
Una carriera così, visto che ha mancato le migliori opportunità, la definirei ‘parca’.
Ricordo che il giorno prima del trasferimento, c’era qualcuno di noi che parlava con suo padre sotto la tribuna di Zingonia, e lui negava nella maniera piu’ assoluta che il figlio avrebbe cambiato casacca.
Mortolivo