Palladino in conferenza stampa
All’inizio della gara il Napoli ci ha messi subito sotto pressione, con un’intensità notevole. Avevo immaginato di usare Pasalić in una certa zona di campo per creare spazio attirando il loro centrale, ma non siamo riusciti a sfruttarlo come pensavo e abbiamo finito per alzare troppo i palloni, complicandoci da soli il possesso. Nella seconda parte, invece, la squadra ha mostrato l’anima che voglio vedere: carattere, coraggio, voglia di ribaltare l’inerzia, quasi come se la prima frazione non fosse esistita. Questo mi dice che dentro il gruppo ci sono qualità vere, tecniche e umane, su cui posso costruire.
L’ingresso di Scamacca non è dipeso da condizioni fisiche, ma da una scelta precisa: sapevamo che il Napoli avrebbe provato a venire alto e volevamo costringerli a impegnare più uomini possibili, per poi giocare i duelli. Con lui abbiamo guadagnato presenza e profondità. Ha fatto molto bene, ma non dimentico che davanti ho tante alternative valide: Lookman, De Ketelaere, Pasalić, Samardžić… un reparto ricco, che mi permette diverse soluzioni.
Quando sono arrivato ho trovato un gruppo concentratissimo, quasi militare per disciplina e applicazione. In allenamento ho visto subito la voglia di uscire dal momento complicato. In partita quegli stessi valori sono venuti fuori soprattutto nella ripresa: è lì che trovo gli elementi più importanti per indirizzare il lavoro. È sempre il campo a indicarti cosa funziona e cosa va ritoccato.
Adesso ci aspetta un periodo intenso: Champions, campionato, partite molto ravvicinate. Per me è uno stimolo enorme. Non sono uno che si lascia trasportare dall’emotività, ma sedersi in panchina in Champions ha comunque un sapore speciale. Detto questo, la priorità immediata resta correggere ciò che ho visto oggi e preparare una partita alla volta con attenzione e umiltà.
Sul piano mentale, la partenza contratta è stata anche merito del valore del Napoli: sono primi e hanno individualità straordinarie. Noi abbiamo sbagliato qualche lettura, ma è normale: finora abbiamo lavorato poco tutti insieme, la prima settimana eravamo in nove, poi gruppo completo solo da un paio di giorni. Servono tempo e fiducia.
Per quanto riguarda Hien, nei duelli con Højlund ha fatto una prestazione forte, pulita. Un confronto bello da vedere. A livello di pressione alta non cambierei molto: come noi li abbiamo messi in difficoltà nella ripresa, loro hanno fatto lo stesso nel primo tempo. Ognuno ha avuto la sua fase.
Sul 3-0 tante squadre smettono di crederci. Noi no, e questo per me pesa molto. Se fosse entrato il gol del 3-2, la partita sarebbe cambiata completamente. Naturalmente siamo ancora lontani dall’idea di squadra che voglio: ci sarà tanto da lavorare, ma so che possiamo arrivarci.
Nelle azioni che potevano portarci al 3-2 ci è mancata la conclusione decisiva. Lookman, De Ketelaere, Scamacca, Bellanova: tutti sono arrivati in zona tiro, ma serve più ferocia sotto porta. Devo metterli nelle condizioni di calciare di più e con più convinzione. Inoltre dobbiamo crescere fisicamente: intensità, forza nelle gambe, capacità di reggere gli ultimi metri. Ho raccolto moltissimi spunti.
Alla fine esco da Napoli con una sconfitta ma anche con la percezione chiara che posso modellare un’Atalanta più vicina alla mia idea. Il secondo tempo è la nostra base: una squadra viva, intensa, concentrata. Il resto lo farà il lavoro quotidiano, quello che ci servirà per provare a giocarcela in Europa, in Coppa Italia e in campionato.

By staff