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340 milioni nell’ultimo decennio

Atalanta, il club italiano che incassa più soldi grazie alle cessioni dal vivaio: 340 milioni nell’ultimo decennio

Dai dati che arrivano dalla classifica stilata da Transfertmarkt, la Dea è prima tra le italiane e sesta a livello europeo

di FABRIZIO CARCANO - sport.quotidiano.net

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La ‘Cantera’ di Zingonia rappresenta un’autentica miniera d’oro per l’Atalanta che solo durante la gestione della famiglia Percassi, iniziata nel giugno 2010, ha incassato 340 milioni dalle 49 cessioni di ragazzi cresciuti nel proprio settore giovanile. Escluse dunque le clamorose plusvalenze con giocatori già formati in altri vivai e poi rivenduti, da Hojlund a Koopmeiners, da Retegui a Romero, da Cristante a Mancini, da Gosens a Castagne, tanto per stare agli ultimi anni.

In questa classifica, stilata dal sito specializzato Transfertmarkt, la Dea, con i suoi 340 milioni incassati, e’ al primo posto tra le italiane e al sesto tra le europee dopo i due grandi club di Lisbona, Benfica e Sporting, e dietro a Ajax, Lione e Monaco, cinque squadre che rappresentano nazioni dove tradizionalmente crescono talenti importanti poi rivenduti a livello internazionale.

Sesta come detto l’Atalanta, che storicamente ha tirato fuori dal suo settore giovanile futuri azzurri del calibro di Scirea o Donadoni, ma negli ultimi anni ha costruito le sue future economiche, che hanno poi permesso gli importanti investimenti infrastrutturali sulla cittadella del centro sportivo di Zingonia e sul restyling dello Stadium di proprietà del club, oltre al rafforzamento della prima squadra, con i risultati, anche internazionali, degli ultimi anni anni, e la creazione di una seconda squadra under23 in serie C.

La cessione più importante resta quella da 39 milioni dello svedese Dejan Kulusevski alla Juventus per 39 milioni nel 2020, un anno dopo la cessione dell’ivoriano Amad Diallo al Manchester United per 30 milioni, dietro di loro le cessioni, tutte avvenute nel 2017, dell’ivoriano Franck Kessie al Milan, del lecchese Andrea Conti sempre al Milan, del bergamasco Mattia Caldara (che proprio ieri ha annunciato l’addio al calcio giocato) alla Juventus e del bergamasco Roberto Gagliardini all’Inter: operazioni che portarono quasi 100 milioni nelle casse nerazzurre e consentirono di investire nei vari Zapata, Pasalic e Muriel dando il via alla galoppata gasperiniana negli anni d’oro tra il 2019 e il 2021. Prima ancora il bresciano Grassi era stato ceduto al Napoli per 20 milioni.

Poi altre cessioni, forse meno roboanti, meno considerate, ma tutte intorno ai 12-15 milioni: il gambiano Musa Barrow al Bologna, il brasiliano Roger Ibanez alla Roma, il vicentino Caleb Okoli al Leicester, il brianzolo Niccolò Cambiaghi al Bologna, fino all’ultima estate con i 12 milioni dei bergamaschi Roberto Piccoli dal Cagliari e i 17 di Matteo Ruggeri all’Atletico Madrid.

Senza dimenticare i tanti affari che si potrebbero definire minori, da 5-6 milioni, per ragazzi che oggi sono protagonisti nella nostra serie A, come il bergamasco Del Prato al Parma o il bellunese Zortea alla Fiorentina, o in serie B come Colpani al Monza o in campionati esteri come i vari Colley, Guth e Latte Lath.

Senza dimenticare che oggi in prima squadra ci sono altri canterani come il portiere Carnesecchi, il difensore Scalvini, l’esterno Bernasconi e l’altro esterno Palestra in prestito al Cagliari, altri ragazzi che al momento, tutti insieme, varrebbero oltre 100 milioni…



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