A mente fredda: Il tempo è galantuomo

La sconfitta in Champions contro il PSG era nell’aria, non scopriamo niente di nuovo, sapevamo che sarebbe stata difficile la partita e così è stata ed era anche preventivato che non era questa la gara per fare punti.
Tuttavia c’è modo e modo di perdere e francamente quello che ha più colpito nella sconfitta di Parigi è la mancanza della squadra di lottare oltre ai numerosi errori commessi. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca per come è maturata che poteva avere dimensioni pesanti se non vi si fosse opposto Carnesecchi.
Ci si domanda per quale motivo l’allenatore neroazzurro abbia schierato una formazione sperimentale in una occasione così.
Per preservare i giocatori per il campionato? Per sorprendere cercare di sorprendere il PSG? Per caratteristiche tecniche dei giocatori? Per scelta tattica?
Insomma ci piacerebbe sapere il motivo di tale scelta e ci auguriamo che nella prossima conferenza stampa ce lo spieghi.
Sta di fatto che il piano predisposto per affrontare il PSG da parte dello staff tecnico atalantino non ha funzionato. In più, dalla partita di Parigi la Dea esce con le ossa rotte che potrebbe avere ripercussioni anche per il proseguo immediato della stagione.
Il morale che si era ritrovato dopo la partita di Lecce è già venuto meno, due giocatori fondamentali per la vittoria con il Lecce sono rimasti infortunati e la classifica provvisoria della Champions dice che la Dea attualmente è all’ultimo posto.
Un passo indietro che non aiuta il nuovo mister che ha dimostrato sicuramente coraggio, ma che purtroppo non ha pagato. In più possiamo dire che il nuovo mister non è neanche fortunato perché settimana dopo settimana la Dea perde i pezzi per infortuni.
E proprio sul nuovo mister e sulla situazione attuale della Dea vi sono alcune riflessioni da fare.
La prima che il nuovo mister viene sempre confrontato con il precedente e con il suo percorso di crescita nei 9 anni alla Dea.
A parere di chi scrive la cosa non è proponibile per diversi motivi.
Tanto per cominciare la situazione della società è completamente diversa: la Dea che aveva preso in carico il Gasp era una squadra che lottava per non retrocedere, aveva un organico basato su qualche elemento di qualità e molti giovani in rampa di lancio, non aveva fatto un mercato ricco come quello che si è fatto questa estate e non proveniva da anni di successi in campionato ed in Europa.
Quindi paragonare la partita di Zagabria con quella di Parigi, non ha senso perché le situazioni di partenza non sono le stesse se non per il fatto che si tratta della prima partita in Europa dei due allenatori con la Dea.
In più occorre sbarazzarci subito dal paragone con il vecchio mister che sempre a parere di chi scrive, è un orpello che blocca lo sviluppo della nuova squadra, continuare a fare paragoni con il passato è deleterio, masochistico e non produttivo.
La nuova squadra deve essere plasmata dal nuovo mister a sua immagine e somiglianza e non ha senso pensare di scimmiottare il gioco proposto dal Gasp negli anni scorsi, il nuovo mister deve essere libero di proporre il suo gioco per cercare di portare al successo la nuova Dea e va giudicato per quello che sta facendo oggi, di partita in partita. Ed in questo senso facciamo fatica a comprendere le dichiarazioni post partita PSG che fanno riferimento a spunti positivi.
Che piaccia o non piaccia l’Atalanta ha svoltato e fatto una scelta questa estate, solo il tempo ci dirà se la scelta effettuata è quella giusta.
Il tempo è galantuomo.