25/09/2025 | 09.09
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Ahanor ha conquistato l'Atalanta

A 17 anni ha già impressionato per personalità: con il Genoa ha debuttato, e dal primo minuto, proprio contro i bianconeri


Il suo futuro non poteva più attendere. Non ha mai atteso molto, in verità, e da come Honest Ahanor è entrato in campo domenica era facile capirlo: non è tipo da pensare che sia presto per qualcosa. Non lo fece quando esordì in Serie A che non aveva ancora 17 anni; non lo ha pensato al Parco dei Principi, quando contro il Psg ha debuttato con l’Atalanta prima in Champions League che in campionato, e tantomeno a Torino: sapeva che non avrebbe giocato soltanto 5’ di una gara ormai finita, ma che avrebbe avuto un’ora abbondante per far capire che lui non è solo una soluzione d’emergenza. E ha stupito chi ne aveva un ricordo solo lontano e incompleto (sei gare con il Genoa del passato campionato), non chi a Zingonia lo vede lavorare da luglio: Ahanor fino a domenica era stato solo tutelato come si fa con un diciassettenne, non sottovalutato. E quella personalità sfiorante la sfrontatezza, quei mezzi fisici ma anche tecnici, quella capacità di interpretare entrambe le fasi si erano già manifestati con una certa chiarezza.

Venti milioni

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Urgono conferme, e lo sanno tutti. Lo sa lui, anzitutto: ma è la stessa, lucida consapevolezza che si è vista in campo quando più di una volta ha chiesto palla ai compagni senza mai nascondersi; quando non si è accontentato di stare nella sua cuccia difensiva ma si è proposto anche dalla metà campo in su; quando per voglia di dimostrare ha anche esagerato peccando di ingenuità, tipo rischiando il rosso per andare a contrastare Adams con troppa, inutile, irruenza.


Lo sa l’Atalanta, che ha fatto uno sforzo economico (16 milioni, più 4 di bonus che avanti così andranno quasi sicuramente pagati) parso enorme per un ragazzo di 17 anni, ma considerato anzitutto come investimento per il futuro: con la convinzione di poter vedere anche la sua valutazione lievitare nel tempo.

Emergenza

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Ovviamente lo sa anche Juric, che in Ahanor può rivedere un po’ il Destiny Udogie che lanciò a Verona a 17 anni, e pure lui galleggiava ancora fra il ruolo di centrale e quello di esterno a centrocampo. Ma il tecnico croato, a proposito di urgenze, non può fermarsi a meditare troppo: l’emergenza difensiva della Dea è evidente, e l’eventualità di dare fiducia ad Ahanor anche sabato allo Stadium potrebbe diventare necessità. A meno che il tecnico croato, data la delicatezza della partita, non decida di arretrare sulla linea difensiva l’esperienza, anche in quel ruolo, di De Roon


Nel destino

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Ma il primo a pensare che per il coraggio e la maturità di questo ragazzo non ci sia partita troppo scottante fu Gilardino, che lo fece esordire in A, e dal primo minuto, contro la Juve. La stessa Juve che l’Atalanta affronterà sabato: sarà il 27 settembre, e quel debutto fu il 28 settembre di un anno fa. Come se questa partita e questa avversaria fossero un po’ nel suo destino. Allora giocò sulla fascia, nella sua posizione “naturale”, ma già da luglio Juric ha cominciato a lavorare sulla duttilità di Ahanor per poterlo utilizzare anche da terzo centrale in difesa. E domenica si è convinto che per questo ragazzo non c’è nulla di troppo affrettato: neanche sfidare di nuovo la Juve da titolare, un anno dopo.


fonte gazzetta.it


By marcodalmen
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