Ahanor ha conquistato l'Atalanta
A 17 anni ha già impressionato per personalità: con il Genoa ha debuttato, e dal primo minuto, proprio contro i bianconeri
Il suo futuro non poteva più attendere. Non ha mai atteso molto, in verità, e da come Honest Ahanor è entrato in campo domenica era facile capirlo: non è tipo da pensare che sia presto per qualcosa. Non lo fece quando esordì in Serie A che non aveva ancora 17 anni; non lo ha pensato al Parco dei Principi, quando contro il Psg ha debuttato con l’Atalanta prima in Champions League che in campionato, e tantomeno a Torino: sapeva che non avrebbe giocato soltanto 5’ di una gara ormai finita, ma che avrebbe avuto un’ora abbondante per far capire che lui non è solo una soluzione d’emergenza. E ha stupito chi ne aveva un ricordo solo lontano e incompleto (sei gare con il Genoa del passato campionato), non chi a Zingonia lo vede lavorare da luglio: Ahanor fino a domenica era stato solo tutelato come si fa con un diciassettenne, non sottovalutato. E quella personalità sfiorante la sfrontatezza, quei mezzi fisici ma anche tecnici, quella capacità di interpretare entrambe le fasi si erano già manifestati con una certa chiarezza.
Venti milioni
—Urgono conferme, e lo sanno tutti. Lo sa lui, anzitutto: ma è la stessa, lucida consapevolezza che si è vista in campo quando più di una volta ha chiesto palla ai compagni senza mai nascondersi; quando non si è accontentato di stare nella sua cuccia difensiva ma si è proposto anche dalla metà campo in su; quando per voglia di dimostrare ha anche esagerato peccando di ingenuità, tipo rischiando il rosso per andare a contrastare Adams con troppa, inutile, irruenza.
Lo sa l’Atalanta, che ha fatto uno sforzo economico (16 milioni, più 4 di bonus che avanti così andranno quasi sicuramente pagati) parso enorme per un ragazzo di 17 anni, ma considerato anzitutto come investimento per il futuro: con la convinzione di poter vedere anche la sua valutazione lievitare nel tempo.
Emergenza
—Ovviamente lo sa anche Juric, che in Ahanor può rivedere un po’ il Destiny Udogie che lanciò a Verona a 17 anni, e pure lui galleggiava ancora fra il ruolo di centrale e quello di esterno a centrocampo. Ma il tecnico croato, a proposito di urgenze, non può fermarsi a meditare troppo: l’emergenza difensiva della Dea è evidente, e l’eventualità di dare fiducia ad Ahanor anche sabato allo Stadium potrebbe diventare necessità. A meno che il tecnico croato, data la delicatezza della partita, non decida di arretrare sulla linea difensiva l’esperienza, anche in quel ruolo, di De Roon
Nel destino
—Ma il primo a pensare che per il coraggio e la maturità di questo ragazzo non ci sia partita troppo scottante fu Gilardino, che lo fece esordire in A, e dal primo minuto, contro la Juve. La stessa Juve che l’Atalanta affronterà sabato: sarà il 27 settembre, e quel debutto fu il 28 settembre di un anno fa. Come se questa partita e questa avversaria fossero un po’ nel suo destino. Allora giocò sulla fascia, nella sua posizione “naturale”, ma già da luglio Juric ha cominciato a lavorare sulla duttilità di Ahanor per poterlo utilizzare anche da terzo centrale in difesa. E domenica si è convinto che per questo ragazzo non c’è nulla di troppo affrettato: neanche sfidare di nuovo la Juve da titolare, un anno dopo.
fonte gazzetta.it

