Bell'intervista a Manfredini sulla Gazza
Sintesi da gazzetta.it
Thomas Manfredini ha avuto una vita fatta di sacrifici e determinazione. A 14 anni ha lasciato la scuola per lavorare come muratore e fattorino delle pizze, imparando presto il valore del denaro. Non ha mai amato il lusso.
A 19 anni, con il primo contratto all’Udinese, ha comprato un cavallo da corsa, Veravia. Si svegliava ogni giorno alle quattro del mattino per curarlo e allenarlo, come un vero atleta. In cinque anni ha vinto più di 100 corse. I cavalli sono stati una parte fondamentale della sua vita.
Nel calcio ha iniziato come attaccante alla Spal, poi è stato spostato in difesa. Ha esordito in Serie A con l’Udinese nel 1999, bruciando le tappe. La sua carriera è stata però segnata da gravi infortuni al tendine d’Achille e da un’allergia a molluschi e crostacei che gli causava problemi respiratori e continui stop fisici.
Nonostante tutto, ha continuato a giocare. Dopo l’Udinese è passato dalla Fiorentina, dal Catania e poi dall’Atalanta, dove dice di aver vissuto il periodo più importante della carriera. Con Delneri è diventato difensore centrale titolare e in seguito capitano della squadra.
È una persona molto religiosa e porta un tatuaggio di San Michele Arcangelo, simbolo della lotta tra il bene e il male.
Dopo il ritiro è diventato allenatore. Oggi allena il Lunano, nel campionato di Promozione marchigiana, ottenendo buoni risultati. In passato ha allenato anche a San Marino. Nel 2022 si è candidato alle elezioni comunali di Riccione con l’obiettivo di migliorare lo sport e le strutture della città, ma non è stato eletto.
La sua storia è quella di un uomo semplice, cresciuto in una famiglia umile, che non si è mai arreso nonostante le difficoltà.
