Blade Runners
Com'è difficile essere tifoso dell'Atalanta, cosi' sempre in bilico tra santita' e dannazione, come a correre costantemente su lame con il rischio, sempre presente, di cadere da una parte o dall'altra.Perche' oltre a quello che accade in tutte le squadre del mondo quando uno dei tuoi attraversa un brutto periodo e comincia a doversi confrontare con l'astio della gente che non lo ritiene piu' valido per la squadra dobbiamo anche confrontarci con la situazione opposta quando, cioe', uno dei nostri diventa talmente forte da non "poter" piu' vestire la nostra maglia
Due esempi calzanti:
Musso, partito subito fornendo prestazioni diverse rispetto a quelle che si conoscevano durante il suo periodo ad Udine, si trova da allora davanti la montagna da scalare del pregiudizio e dell'aspettativa negativa dell'opinione pubblica nerazzurra. Non importa quante belle parate possa eseguire ogni tanto. La stupidaggine, la cazzata, almeno una a partita, deve farla. E' scritto, l'ha deciso la gente per la quale ormai e' inadatto a prescindere. Non e' per noi e non migliorera' mai. Come se non ci siano state situazioni simili in passato con qualcuno passato dalla polvere all'altare...
Hojlund, che ieri ha stupito mezzo mondo con la sua tripletta d'esordio in Nazionale e gia' oggi in rete alcuni pezzi lo paragonano ad Haaland dicendo che puo' addirittura superarlo. Fantascienza indicativa del giornalismo che bazzica in Rete perche' superare il cyborg norvegese vuol dire oggi vincere il Pallone d'Oro, cosi' tanto per gradire...
La prima situazione (Musso) accade in tutte le squadre e in tutte le tifoserie, la seconda (Hojlund) invece accade molte meno volte in giro, ma a noi molto spesso. Quella cioe' di doverci confrontare con un ambiente nel quale, quando uno dei nostri comincia a volare in campo, si parla subito, a livello nazionale, di una sua cessione "ad una big" o in campionati che vantano ben altre risorse monetarie rispetto al nostro. E, quel che e' peggio, la stessa nostra tifoseria si dimostra subito rassegnata.
Il problema e' che l'opinione pubblica non ci vede ancora come una big. Anzi, non ci ha mai visto, nonostante sommando gli ultimi 5 campionati probabilmente noi si sia tra le prime 4/5 squadre della serie A per punti fatti e sicuramente sul podio per il gioco espresso nel mentre.
Non importa quanto vicino all'elite nazionale tu possa arrivare in campionato: se hai poco blasone e nessun appoggio dei media piu' diffusi, e se pure la tua dirigenza non si distingue in modo particolare per saper difendere l'amor proprio sei destinato a nuotare come un pesciolino tra gli squali. E non parliamo dei media locali piu' tradizionali.
E, badate bene, tutto cio' prima ancora che si sia ancora capito quando e quanto Pagliuca voglia e possa investire nel nostro giochino.
L'esempio piu' calzante e' Mediaset sulla quale stendo un velo pietoso. Ma avete mai seguito i loro programmi sportivi? Esistono solo le strisciate ed un paio di squadre piu' sotto, il resto e' il mercato del bestiame dal quale scovare la vacca campione di volta in volta. Ma anche le altre catene tv non sono molto diverse.
Adesso si parla di Rasmus, poi accadra' a qualcun altro.
La mia speranza e' che il biondo danese resti con noi il piu' a lungo possibile, delle sensazioni reali non vi scrivo tanto di mercato capisco poco quindi inutile sviarvi con impressioni non suffragate dalla competenza.
Mi stuzzica vedere come si comportera' Zingonia a campionato finito con lui. Ma, aldila' di come vada a finire, mi piacerebbe chiedere a tutti quanti (media locali e nazionali, Zingonia e anche le istituzioni federali) un po' piu' di rispetto per la nostra storia e tradizione nell'ambito del calcio nazionale. E che diamine, siamo l'Atalanta, mica un Brescia qualsiasi...
Calep
By staff