Chi è “Tolu” Arokodare, giocatore che piace all'Atalanta
Il sorriso la sua arma più letale. Impara dal connazionale Osimhen, si ispira a Lukaku e Haaland: chi è “Tolu” Arokodare, l’attaccante “buono” che piace all’Atalanta
Chi è davvero Tolu?“, gli chiesero in un’intervista di qualche anno fa. “Una persona divertente a cui piace ridere e far ridere. E oltre al calcio non faccio altro“, rispose senza scrupoli. Dietro l’interesse dell’Atalanta per Tolowalase Emmanuel (detto “Tolu”) Arokodare del Genk, dunque, non ci sono solamente i gol e lo spiccato feeling con la porta avversaria. Un bagaglio di good vibes, la patologia del sorriso contagioso come arma più letale e forse anche più dei gol. Questo è Arokodare.
“Se ci è riuscito Tolu, non c’è nulla che tu non possa fare”, dichiarava lo stesso dopo la consegna del premio della Scarpa D’Ebano – un titolo che viene conferito al miglior giocatore africano della Pro League belga -. Un sorriso a 32 denti, e la mentalità positiva e motivazionale di chi, partito da lontano, può dire di avercela fatta. La sua storia parte dalla Nigeria, dal complesso residenziale di Festac Town dove trascorreva le giornate tra i banchi di scuola e le “lotte” con la matematica.
Giocava a basket e ping-pong, ma il sogno nella testa era solo uno. “Volevo giocare a calcio, e da piccolo giocavo persino in mutande“. Qualche anno dopo, un viaggio di 9000 chilometri fino alla Lettonia, poi in Germania e poi in Francia all’Amiens. Fino alla consacrazione col Genk.
L’Atalanta lo segue con attenzione, e il nome del nigeriano figura tra i possibili nuovi attaccanti che la dirigenza bergamasca vorrebbe portare in nerazzurro per sopperire alla partenza araba di Retegui. Una scelta non facile per chiunque, ma i presupposti e le garanzie che Arokodare possa ricoprire il ruolo di riferimento offensivo della Dea non mancano di certo. Impara da Osimhen, ma come confermato da Tolu stesso, “mi sento un mix tra Haaland e Lukaku“. Ecco chi è Arokodare, l’attaccante “buono” che piace all’Atalanta.
Impara da Osi, ma è un mix tra Haaland e Lukaku
“Ammiro Victor Osimhen“. Pochi dubbi per Arokodare. “Mi piace la sua mentalità, il suo stile di gioco. E non puoi che essere sorpreso da lui visto quello che ha passato… Non ha avuto una vita facile”. I gol, lo spirito combattivo e la mentalità vincente del connazionale a cui Tolu ambisce sono gli ingredienti principali del suo calcio. E non sono solo i 20 chilometri che separano Lagos (città natale di Osimhen) da Festac, dove è nato Tolu, a donare all’attaccante classe 2000 la tipica mentalità di un lottatore così come quella dell’ex Napoli.
Arokodare fa del fisico uno dei suoi pregiati punti di forza, e la somiglianza tra lui e Lukaku – e non solamente legata ai quasi due metri d’altezza – non sembra certo essere un segreto. A confermarla, lo stesso calciatore. “Ho molti modelli: da piccolo sognavo R9 e David Beckham, ma mi piace anche Zlatan. Non parlava mai, si assumeva le sue responsabilità in campo”. Ma se ci sono due giocatori in particolare a cui Arokodare si ispira, “sono BigRom e Haaland. Dal belga ho preso il fisico, dal norvegese la mentalità del “non sono mai soddisfatto”. Mi sento un mix di loro due“.
Questione di good vibes: Atalanta, chi è Arokodare
La strada dalla Nigeria all’Europa non è stata però affatto di facile percorrenza. Per Tolu, prima l’approdo in Lettonia con la maglia del Valmiera nella stagione 2018/2019 dove arrivarono 7 gol in 17 partite di campionato: “non male per essere la prima stagione tra i grandi”, penseranno molti. Eppure Arokodare ha impiegato diverso tempo prima di prendere confidenza ed essere soddisfatto di sé.
Dopo due stagioni in Lettonia, il nigeriano segnò il suo passaggio in Bundesliga al Colonia. “Lo psicologo mi aiutò a superare un momento difficile dove non riuscivo a fare gol. Inviavo messaggi ai miei compagni: “sono davvero un calciatore di m***a?” Pensavo questo di me, ne sono uscito lentamente”. Poi l’Amiens in Francia, con il nome di Tolu che cominciò ad apparire sempre di più sul tabellone dei marcatori. Fino alla consacrazione in Belgio: oltre 100 partite, 40 gol. Ventitrè solo nella stagione 2024/2025. Numeri che gli sono valsi l’interesse dall’Italia.
Fisico, gol e sostanza: cosa può dare Arokodare all’Atalanta
Ma cosa può dare Tolu Arokodare all’Atalanta? Appare chiaro che le caratteristiche tecniche tra l’attaccante nigeriano e Mateo Retegui siano completamente diverse, ma andiamo con ordine. Una prima differenza che salta sicuramente all’occhio è legata al fisico e alla statura: punti di forza principali di Arokodare a cui abbina una spiccata propensione alla ricerca del pallone nei duelli aerei e un atteggiamento quasi “torreggiante“. La solidità fa parte del bagaglio calcistico di Retegui, ma a differenza di Tolu che preferisce giocare spesso spalle alla porta, l’italo-argentino ha manifestato in questi anni di Serie A una certa propensione negli inserimenti. Arokodare, invece, preferisce stare all’interno dell’area di rigore per conferire maggior peso all’attacco.
Se Retegui poi risulta decisamente più rifinito a livello di tecnica individuale, questo non lo si può dire di Arokodare, che a un primo impatto potrebbe sembrare quasi più macchinoso se associato all’ex attaccante dell’Atalanta. Tolu lavora maggiormente all’interno dell’area di rigore in attesa di un assist, conferendo, come detto, un peso specifico particolare all’attacco. Il colpo di testa? I quasi due metri dell’attaccante del Genk parlano chiaro.
Dalla Lettonia al Belgio – e adesso la possibilità dell’Italia – la storia non è mai cambiata. Per Tolu Arokodare fare gol è una questione di good vibes.
fonte gianlucadimarzio.com
