Ci contiamo, maestro. by Renato

10-07-2020 10:25 7 C.

Non ho mai parlato con Josip. I  miei contatti con lui sono veicolati dai collegamenti  televisivi che il sessantacinque pollici porta direttamente nel mio salotto e che mi dà modo di analizzarlo da vicino, sempre mediante  tentativi di osservazione attenta, in campo od ai margini. Josip ,perennemente in atteggiamento serio e concentrato, richiama alla mente la figura dei grandi direttori d’orchestra, quale Von Karajan, di cui, a livello calcistico, pareggia la valentia.

Le sue meraviglie prendono forma e sostanza all’inizio della gara, con movimenti leggeri, rapidi , che pare sfiorino il terreno , carezzandolo, per librarsi in geometrie imprevedibili, che subito assorbono l’attenzione di tutti. Gli avversari, nel tentativo di intercettarlo, si vedono sfilare da un’ombra leggera,imprendibile ed impalpabile, che danza e porta con se tutte le attese del pubblico: si cerca invano, di anticipare la comprensione delle movenze a venire e si viene rapidamente dribblati, ineluttabilmente, come gli avversari lasciati alle spalle.
Le movenze si susseguono in vortici, talvolta contenuti e frenati dagli avversari, ma ripresi, subito dopo, come un cammeo dell’araba fenice, che, dissoltasi in cenere, riprende rapidamente forma e dinamica, seguitando ad incantare.
Le immagini si susseguono, incalzanti, accompagnate dai battiti crescenti del cuore di tutti noi, silenzioso sottofondo che  accompagna  la palla predestinata a finire in rete.
L’esplosione dell’entusiasmo , contagiosa quale certamente è, gli ha regalato pulsioni ancora più intense al suo show e le sue reti si sono multiplate, facendomi pensare, con dolcezza, al suo rientro a casa, con il pallone trofeo delle triplici marcature.
Mi piace chiamarlo maestro per il fatto di fondere il massimo della qualità ed i segreti di un incantatore unico, e mi risulta sempre inaccettabile pensare che, un campione come lui, abbia potuto essere liquidato da una Firenze, famosa per disfarsi con troppa leggerezza, dei suoi figli migliori, come Dante, per dirne uno, svendendolo colpevolmente.
Bergamo e l’incontro col Gasp hanno dato la giusta evidenza ai suoi pregi spesso disconosciuti, trasmettendogli grinta e volontà, atte a farne uno dei numeri uno in Europa.
Ilicic è una delle nostre punte di diamante ed in questi ultimi tempi ha maturato i frutti di una classe, mai sufficientemente supportata. Da noi si è davvero realizzato ed è felice di difendere i nostri colori. Come del resto tutti noi, siamo orgogliosi del nostro Giuseppe, atteso ora agli appuntamenti più importanti.
Ci contiamo, maestro
Renato
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ReMo
ReMo
10 Luglio 2020 11:36

Gli schermi di nuova tecnologia non comportano questi vincoli, in quanto basta una distanza anche inferiore alla metà di quella indicata. Per esperienza diretta.

Cate
Cate
10 Luglio 2020 11:32

:ador: :ador: :ador:

Barbie
Barbie
10 Luglio 2020 10:31

65 pollici
ah…però….. :laughing:

SOTAONOTER
SOTAONOTER
10 Luglio 2020 11:07
Reply to  Barbie

Servono 8 metri di distanza,per non rovinare la vista,probabilmente il Renato, ha il salotto grande come un hangar 🙂

santomaso
santomaso
11 Luglio 2020 18:18
Reply to  SOTAONOTER

No dai, questo ai tempi del tubo catodico che emetteva radiazioni ottiche… Oggigiorno serve comunque molto spazio, ma è solo una questione logistica!

Drive
Drive
10 Luglio 2020 11:27
Reply to  Barbie

ho pensato la stessa cosa 😐

Raindog
Raindog
10 Luglio 2020 20:59
Reply to  Drive

Lo avrei preso anche io solo che non ci passava dalla porta

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