
Il Toro ha fatto le barricate, ma non è un problema solo dell'attacco se i nerazzurri non sfondano. La squadra deve ritrovarsi, con i nuovi.
Se il gol manca a Zapata? Il gol manca a tutti noi. Zapata è in crescita, la condizione sta migliorando. E la prestazione della squadra contro il Torino è stata buona per intensità, velocità, aggressività. Ci è mancato il gol, ma i ragazzi non devono essere delusi”.
Questa la sintesi del Gasp pensiero, dopo lo 0-0 dell’Atalanta contro il Torino. Un’analisi obiettiva e anche un po’ amara della partita, perché la ripartenza attesa (“col Torino dobbiamo vincere”, aveva detto Gasperini alla vigilia ed era il desiderio di tutti) è avvenuta solo in parte. Avanti adagio, a piccoli passi. Ma in questo momento è difficile fare di più.
A vedere il Toro (un lontano parente del vero Toro, quello del Mondo ci aveva dato più di un dispiacere…) sembrava di ritrovare quel Copenaghen che aveva imbrigliato i nerazzurri poco meno di un mese fa, il 30 agosto. Zero a zero anche allora, con 26 tiri in porta ma la palla non voleva entrare e qualificazione compromessa, stessa musica (più o meno) al ritorno, con la serie dei rigori fatali.
Anzi, il Copenaghen aveva fatto qualcosa di più di questo Toro tutto chiuso in difesa e certo anche l’Atalanta contro i granata ha dominato, è stata padrona del campo, ma non ha costruito tante palle gol come a Reggio Emilia quella volta.
E allora? Ci vuole pazienza. Dopo l’abbuffata di gol che ci aveva un po’ illuso nei primi turni europei, tra Sarajevo e Haifa e il 4-0 col Frosinone, la macchina da gol si è inceppata. O meglio, dopo il 3-3 di Roma. Che comunque non si può considerare una sorpresa, perché l’Atalanta di Gasperini è stata capace anche nelle due precedenti stagioni di fare colpi grossi in trasferta, dove la velocità e la puntualità nel fare pressing e infilarsi negli spazi è un’arma in più. A Roma l’hanno mostrata Zapata e Rigoni soprattutto, a San Siro contro il Milan ancora Zapata e Rigoni, con la collaborazione del Papu che aveva realizzato il primo gol ed è fondamentale per la risalita della squadra.
Ci vuole pazienza perché soprattutto quando giochi in casa trovi avversari che si chiudono, fanno le barricate e ti può anche andare peggio, se per esempio il Cagliari su punizione ti infila e non recuperi più. Certo il Cagliari è meglio di questo Torino che non fa bene neanche al bergamasco Belotti, non lo aiuta a fare i gol che vorrebbe. Problemi loro.
Torniamo all’Atalanta. Col Toro è andata sicuramente meglio che contro la Spal, più o meno in linea con quel che era successo col Milan, anche se allora Gomez e Rigoni avevano fatto gol. Ma il Milan qualche spazio te lo lascia e nella ripresa di San Siro si è vista l’Atalanta dei tempi migliori, capace di rimontare due volte.
Contro il Torino c’è stata la volontà, l’aggressività, anche la condizione fisica, se è vero com’è vero che al 92′ il Papu ha costretto Sirigu a salvare il risultato. L’Atalanta era ancora lì, davanti alla porta granata. Si è presentata lì poche volte, è vero, perché manca ancora la lucidità, la capacità di entrare in area saltando l’uomo o di tirare da fuori come sapevano fare Freuler, de Roon, lo stesso Gomez. Naturalmente uno come Ilicic, che l’anno scorso è stato il capocannoniere dei nerazzurri con 11 gol, ma aveva segnato il primo solo alla quinta giornata contro il Crotone. E poi ancora un mese dopo, a Verona.
Altri problemi, in questa stagione sfortunata, però si sa quanto manchi il vero Ilicic all’Atalanta, così come i gol di Zapata e altri ne serviranno da Rigoni, che già ha rotto il ghiaccio. Gasperini ha lanciato Tumminello nel finale col Toro e probabilmente a Firenze rivedremo Barrow, lasciato stavolta a riposo.
Non ci lamentavamo quando segnavano i difensori, Toloi, Masiello, Caldara. E non è, evidentemente, solo un problema di attaccanti ma di squadra. Fidiamoci di Gasperini: lui troverà la soluzione
fonte bergamonews.it