Figli di M(ater) ignota

01-03-2019 18:00 25 C.

Sarà forse che all’epiteto di “mamma RAI” associo intuitivamente la nozione latina di “mater ignota”, ma alla televisione di stato, esattamente come ad una prozia dai trascorsi troppo licenziosi, rendo visita soltanto quando non lo si può proprio evitare. Ed all’ultima di queste capate forzate sono stato costretto mercoledì sera per l’andata a Firenze della semifinale di coppa Italia.
Consapevole della tortuosità dell’app Raiplay, il cui funzionamento sarebbe parso piuttosto ermetico persino ad Ungaretti, mi sintonizzo su RAI1 con ampio anticipo sui tempi di inizio del match, sorbendomi un’ampia fetta di TG1. Non senza sincero compiacimento (chi scrive non è certo un adone ed ha visto trascorrere ormai cinque lustri dall’ultima volta in cui è stato chiamato “ragazzo”), noto che in viale Mazzini, a differenza di quanto accade in altre redazioni televisive, racchie ed anziani non sono affatto discriminati. Quanto a pari opportunità per la gente davvero in gamba e per i non raccomandati, c’è invece da lavorare ancora parecchio.
In coda al telegiornale, un Enrico Varriale che con il passare degli anni assomiglia sempre più al fratello brutto di Carlo Verdone calca le orme di Sergio Zavoli e di Enzo Biagi intervistando il presidente FIFA Gianni Infantino. Dopo domande stimolanti sul tenore di “è contrario alla violenza ed al razzismo negli stadi?”, la conversazione parrebbe dover avere il suo logico epilogo in un distensivo “le piace la passera?”. Si vira invece verso il meno pruriginoso tema di arbitri e VAR.
La linea passa quindi allo stadio Franchi, dal quale l’inviato della RAI esordisce parlando di un trofeo che manca dalla bacheca da troppo tempo. Perdiana, mi sono detto, vuoi vedere che allude alla nostra vittoria del 1963? Macché, il riferimento è ovviamente alla coppa conquistata dalla Fiorentina nel 2001. Ed è subito chiaro che il percorso che il sedicente “inviato” ha dovuto compiere da casa propria all’arena cittadina sarà al massiamo di un paio di chilometri.
Inizia finalmente il match, ed è bello assistere alla celebrazione del ricordo di Astori. Diversi calciatori sono mancati nel fiore della loro carriera sportiva, da Curi a Re Cecconi a Morosini. Solo per Davide è però prevista una commemorazione ad ogni partita, ed è giusto far tanto di cappello.
Ma ineluttabilmente i grandi uomini se ne vanno e sono i grulli quellli che restano. I telecronisti riferiscono infatti che alle reti dell’Atalanta si accendono tafferugli in tribuna perché i tifosi ospiti presenti hanno osato addirittura esultare, e nella giornata delle rimembranze e della sportività devono intervenire le forze dell’ordine per placare i bollori degli stizzosi supporter viola. Perbacco, stiamo parlando di un settore a cui accedono sostenitori di casa disposti a sganciare qualche centinaio di peperoni per asisstere ad una partita di calcio, e non certo qualche sbandato dei quartieri malfamati. Cari fiorentini, e qui chiudo, non dimenticatevi che Davide Astori era uno di noi. E che voi siete solo voi.

 

SenzaMalizia

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By Staff di Atalantini.com


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