Gregucci e Sonetti su Atalanta-Lecce: "Lo spettacolo è assicurato"


Il Lecce, l’Atalanta: vittoria cercasi. Almeno alla terza giornata, che si porta dietro l’incredibile sbornia con la Nazionale. Accendono entrambi i ricordi del passato, da Nedo Sonetti ad Angelo Gregucci, in terra lombarda e nel Salento, anni importanti in tempi diversi per tutti e due. «Quattro anni bellissimi da allenatore a Bergamo, due stagioni a Lecce, vittorie sui due fronti, il calcio che ti regala il senso del tuo lavoro, della vita. Vale la pena voltarsi indietro - dice ora Sonetti, che si diverte a stare vicino ai nipoti impegnati nel calcio a cinque, a Prato -. Faccio il guardiano da mattina a sera, trovo bello riempire così le mie giornate ora che gli Ottanta li ho già superati da un po».
L’Atalanta, il Lecce. «Per me fantastiche entrambe, quelle di ieri. Fantastiche anche oggi, sia pure con posizioni assolutamente diverse. L’Atalanta è una squadra che dice la sua nell’alta classifica ed in Europa, è una grande di provincia, un esempio per il nostro calcio, che non vive solo sull’asse Milano-Torino come è stato per lunghi anni». E il Lecce? «Cosa si vuole di più da una squadra che, dopo il Napoli dei miracoli, è l’unica a rappresentare il Sud nel calcio nazionale?». L’Atalanta del dopo-Gasperini. «Gian Piero ha lasciato un segno indelebile. È difficile immaginare la nuova storia bergamasca dopo i dieci anni vissuti con un allenatore che ha acceso i riflettori del grande calcio sulla provincia. Era arrivato ancora giovane, è cresciuto con una società che cresceva a sua volta per proporsi come esempio per le nostre provinciali. A Bergamo in questi anni è cresciuto tutto nel mondo del pallone, la squadra, ma anche lo stadio, un grosso lavoro. Un po’ come sta accadendo a Lecce, con un grande Centro Sportivo della società, con uno stadio che sarà magari fra i più belli d’Italia e che segnerà tempi nuovi, grazie anche qui ad una società di gente che sa come vivere il presente pensando al domani. Sotto questo aspetto Atalanta-Lecce va in scena al di là degli aspetti puramente tecnici, come esempio per un calcio che cerca sempre se stesso». Che partita si aspetta? «Bellissima, senza dubbio. Sulla panchina leccese c’è Di Francesco che ho avuto come giocatore. Era già molto bravo, intelligente. L’Atalanta è grande, il Lecce non starà a guardare», assicura Sonetti.
Angelo Gregucci apre la chiacchierata con un pensierino alla Nazionale. «Ci vuole. Una vittoria con perplessità incredibili, contro Israele. Sembrava che quella maglietta azzurra avesse un peso maledetto, tanto da rischiare di farsi raggiungere anche sul 4-2. Al netto delle tante banalità abbiamo visto che non ci sono difensori, che non abbiamo la capacità di gestione. Si è fatto tutto maledettamente pesante e dopo gli ultimi risultati delle concorrenti, si corre il rischio di restare a casa per la terza volta. Si accusano le società di comprare solo stranieri, ma i dirigenti pensano al proprio progetto. Si considera il nostro campionato come il migliore d’Europa. Di fatto, il nostro è un campionato molto difficile, complicato, non ci sono squadre imbattibili. Il Napoli è decisamente favorito, ma può essere battuto come, ovviamente, il Milan e l’Inter, che non hanno campionissimi che risolvono le partite da soli. Maradona appartiene al passato. Alle spalle delle grandi ci sono Fiorentina, Bologna ed un’Atalanta che da dieci anni ormai recita ruoli straordinari». La questione salvezza? «Il Lecce ha già maturato in questi anni esperienze importanti per la serie A e conta su un allenatore che conosco molto bene come Di Francesco. Ritengo molto importante l’arrivo di un giovane come Camarda, che nel Salento trova l’ambiente giusto ed un allenatore che crede in lui. Ottima anche la conferma di Gallo. Corvino fa delle operazioni di mercato a giusta misura e Trinchera è molto bravo». L’Atalanta senza Gasperini? «È un’incognita per tutti. Gasperini ha fatto miracoli per plusvalenze e acquisti. L’Atalanta resta un grande modello, un esempio. Adesso al suo posto c’è un allenatore che ha preso tanto da lui, immagino continuità sulla proposta tattica. Questa partita mi pare un crocevia per l’Atalanta, una partita combattuta. Il Lecce di Di Francesco con un presidente come Saverio Sticchi Damiani può giocarsela con tutti. Di fronte, ci saranno due grandi tifoserie, che conosco molto bene», dice Gregucci che confessa di volersi dedicare ad un settore giovanile e «formare i giovani ad alto livello».
via quotidianodipuglia.it