I gioielli della Dea

12-11-2016 05:40 7 C.

Non c’è niente da fare quando c’è la pausa per la nazionale e si ferma il campionato, si scatenano i procuratori e le indiscrezioni sul calciomercato. Ma al di là di tutte le notizie vere o false che vengono riportate sui vari media nazionali ci siamo chiesti se esiste un punto di riferimento per la valutazione dei calciatori professionisti.

Ebbene esistono almeno 2 piattaforme accessibili a tutti che danno un valore ai giocatori professionisti, magari in alcuni casi non sono molto aggiornate ma danno comunque idea del valore che può essere una base di partenza per eventuali trattative e sono transfermarkt.it e football-observatory.com.

Ma come si calcola normalmente il valore di un giocatore di calcio?

Ci facciamo aiutare da un artitolo comparso l’aprile scorso sul sito ilpost.it che riportiamo si seguito nei suoi punti essenziali.

Le basi
Per semplificare, possiamo dire che il prezzo di un calciatore viene stabilito dalle società coinvolte nelle trattative per la vendita, che spesso chiedono consulenze di società esterne specializzate nella valutazione dei giocatori. Quando hanno bisogno di un giocatore per “coprire” un ruolo specifico, le squadre stilano una lista di alcuni obiettivi, da cui poi verrà scelto quello più adatto. È un metodo che non riguarda giocatori come Messi, Cristiano Ronaldo o Neymar, perché considerati tra i più forti al mondo e acquistabili solo da un paio di squadre europee; e non riguarda nemmeno i giocatori che nel contratto hanno inserito una clausola che non permette il trasferimento se l’offerta è inferiore ad una cifra stabilita. Riguarda invece i livelli inferiori, dove ci sono molti giocatori disponibili a trasferirsi ma dove la competizione è di gran lunga maggiore.

I parametri presi in considerazione per la valutazione di un calciatore sono una ventina, e vanno dall’età al livello della squadra per cui è tesserato. Oltre al suo talento e alle sue potenzialità – che gli osservatori, gli allenatori e i direttori sportivi conoscono già – i parametri più influenti per la valutazione di un giocatore sono tre: la categoria a cui appartiene – giovane promettente, giocatore popolare della nazionale di appartenenza, campione internazionale, per esempio – la nazionalità e l’età. Di media il picco massimo per il valore di un giocatore arriva a 25 anni: da 26 in poi comincia progressivamente a scendere. Gli altri parametri presi in considerazione sono: il paese e il campionato in cui gioca, il ranking internazionale della squadra con cui è tesserato, il livello del campionato del club acquirente, il paese di nascita del giocatore, il numero di stagioni da professionista, il numero di partite giocate nell’ultima stagione e in carriera, i gol nella stagione in corso e precedente, e il numero di presenze ed eventuali gol con la propria nazionale.

In Europa i giocatori di alcuni paesi sono ritenuti più costosi del loro valore reale. Richard Foster, autore di alcuni libri sul calcio inglese, ha spiegato in un articolo pubblicato dal Guardian perché i calciatori inglesi sono considerati generalmente molto costosi.

Spesso il valore dei giocatori varia in base alla legge della domanda e dell’offerta. Uno dei casi più emblematici riguarda John Stones, 21enne dell’Everton e probabilmente il più promettente difensore britannico in circolazione. La scorsa estate il Chelsea si interessò a Stones perché era alla ricerca di un giovane difensore inglese che avrebbe dovuto sostituire John Terry, storico capitano della squadra arrivato a fine carriera. In quel periodo, Stones costava molto per il Chelsea e meno per altre squadre, come Liverpool e Manchester United: questo perché il Chelsea aveva più bisogno di un giocatore con le caratteristiche di Stones e perché Liverpool e Manchester United avevano già a disposizione più calciatori inglesi cresciuti nelle loro giovanili.

Un esempio famoso
Spesso riuscire a gestire bene la politica dei trasferimenti – e quindi comprare e vendere al prezzo giusto – è fondamentale per la gestione di una squadra. L’Udinese è forse la società di calcio italiana che ha realizzato più plusvalenze con i trasferimenti dei propri giocatori: con plusvalenza s’intende la differenza fra il valore “contabile” di un giocatore – calcolato in base ai soldi spesi per comprarlo, che però cala di stagione in stagione perché nel frattempo il giocatore viene utilizzato e il debito saldato – e i soldi ricevuti per la successiva vendita di quel giocatore.

Nel 2011 l’Udinese si qualificò alla Champions League con una squadra composta da giocatori come il portiere Samir Handanovic, i difensori Medhi Benatia, Cristián Zapata e Dusan Basta, i centrocampisti Kwadwo Asamoah e Gökhan Inler e l’attaccante Alexis Sanchez. Tutti erano stati comprati negli anni precedenti per pochi soldi: Handanovic costò all’Udinese 40mila euro, Benatia e Zapata circa 500mila euro ciascuno, Asamoah 1 milione di euro. Uno degli acquisti più costosi fu quello di Alexis Sanchez, preso per circa 3 milioni di euro dal Cobreloa, squadra cilena. Per molti l’Udinese di quell’anno fu la squadra che giocò il miglior calcio del campionato italiano e nel giro di pochi anni quasi tutti i giocatori stranieri di quella rosa furono venduti anche per dieci volte il costo del loro acquisto. Handanovic andò all’Inter per 12 milioni di euro più il cartellino del giovane difensore Marco Davide Faraoni; Benatia andò alla Roma nel 2013 per 13,5 milioni; Alexis Sanchez fu ceduto al Barcellona per una cifra complessiva superiore ai trenta milioni di euro.

L’Udinese non avrebbe incassato quelle cifre se la squadra si fosse piazzata a metà classifica, o se uno di quei giocatori fosse stato a lungo infortunato o avesse superato i 25 anni da qualche tempo. Negli anni successivi ottenne risultati peggiori, ma nel frattempo riuscì a ristrutturare completamente il proprio stadio e a comprare moltissimi giovani di talento (i proprietari della squadra hanno anche comprato il Watford, squadra inglese che oggi gioca in Premier League).

E oggi?
Tornando ai singoli giocatori, anche per l’Italia –  che specialmente negli ultimi anni non ha prodotto una grande quantità di talenti – si può fare un discorso simile a quello valido per la Premier League: i giocatori italiani forti costano troppo, e perciò bisogna guardare altrove. Questo problema è stato citato molto spesso anche dai dirigenti sportivi delle squadre di Serie A, che non essendo in grado di spendere le grosse cifre richieste per i calciatori italiani vanno a comprare giocatori all’estero, in particolar modo nell’est Europa e in Sud America: qui i costi sono più contenuti per via del livello più basso dei campionati e delle squadre di club. Quello che si è verificato con John Stones e il Chelsea è molto simile a quello che è successo con Alessio Romagnoli e Davide Bertolacci, comprati in estate dal Milan per 25 e 20 milioni di euro: in questo momento i due sono fra i pochi giocatori italiani promettenti (anche se Bertolacci ha 25 anni) e per acquistarli il Milan ha dovuto spendere più di quello che avrebbe speso se ci fossero stati più giovani talenti italiani in circolazione.

Fonte: il post.it   fonte foto atalanta.it


Infine riportiamo di seguito il valore attuale indicato dai siti sopra richiamati riguardo ai cosiddeti gioielli atalantini che si sono messi in mostra in questa stagione. Analizzando i dati qui sotto si vede come i dati del primo sito sono probabilmente ancora riferiti all’anno scorso ovvero all’ultimo trasferimento avvenuto.

GIOCATORE

VALORE

transfermarkt.it

VALORE

football-observatory.com

Mattia Caldara 1,00 mln € 3,30 mln €
Andrea Conti 1,00 mln € 3,50 mln €
Franck Kessié 7,50 mln € 9,40 mln €
Roberto Gagliardini 0,70 mln € 2,50 mln €
Andrea Petagna 1,00 mln € 4,10 mln €
Jasmin Kurtić 4,00 mln € 8,80 mln €
Remo Freuler
 2,00 mln € 4,50 mln € 
Alejandro Gómez 9,00 mln € 7,30 mln €
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By LuckyLu


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