Alejandro Gomez ha avuto una buona carriera. Non ottima, perché nel 2007 giocava con nazionale under20 argentina, da titolare, mostrando al mondo perché quella albiceleste sarebbe stata la squadra da battere negli anni successivi. In effetti, vedendo la finale di Brasile 2014, è stato proprio così. In quella selezione c’erano Romero e Mercado, Aguero e Banega, Di Maria e Maxi Moralez. Non Leo Messi, già vincitore dell’edizione 2005 e, seppur elegibbile, già ampiamente con la prima squadra. Gomez ha avuto anche sfortuna. Perché dopo la fantastica stagione con il Catania era stato Diego Pablo Simeone, tecnico dell’Atletico Madrid, a cercarlo. Oltre all’Inter e alla Fiorentina. La scelta però è stata quasi dettata dai soldi – più che altro quelli versati alla società siciliana – e il Papu è finito al Metalist, in Ucraina, dove è rimasto un annetto prima dello scoppio della guerra, dei soldati e delle bombe.

Così Gomez ha avuto uno stop brusco, facendo poi sei mesi di andarivieni dalla panchina con Stefano Colantuono, all’Atalanta. Niente preparazione, qualche stop di troppo, infine la forma ritrovata. Anche ieri nella doppietta al Cagliari ha messo in mostra un bagaglio tecnico di prim’ordine, ma quello che non si vede negli highlights è quella facilità di saltare l’uomo che ricorda proprio Messi, sia per la velocità che per la forza, la capacità di rimanere in piedi anche dopo le spallate degli avversari. Per rendimento è certamente il miglior esterno offensivo del campionato italiano.

Il rischio è che sia troppo tardi: perché se è pacifico che almeno una big se lo possa permettere ad agosto, Gomez potrebbe essere fuori dal giro che conta, fra Juventus e Inter (la prima superpotenza, la seconda che verrà) che comunque giocano con esterni ma ne cercano più giovani, mentre Insigne a Napoli è intoccabile. Milan-Roma, verrebbe da dire, ma molto dipenderà dalle eventuali offerte. Certo, Gomez ora cercherà l’ultimo viaggio verso una grande: Bergamo è troppo stretta, a meno di arrivare in Europa League. E poi riconfermarlo con un contratto lungo, ma i sogni sono desideri.

fonte tmw.com