Il gioco fallato

22-11-2018 11:22 26 C.

Sono parole che avrei voluto scrivere da un po’ di tempo e lo stop del campionato me ne ha dato l’occasione

Dopo tanti anni a seguire il calcio mi sono fermamente convinto che sia un gioco fallato in alcune sue componenti e oggi mi limitero’ a parlare di una di queste: il calcio di rigore

In nessun altro sport, e conosco le regole di diversi, esiste una sanzione cosi’ pesantemente in grado di influire sul risultato finale. L’importanza di un rigore su uno “score” conclusivo puo’ ovviamente essere altissima. Praticamente ininfluente in un 4-0 o in un 5-1 ma assolutamente decisiva se il tiro dagli undici metri è l’unica segnatura di giornata.

La cosa peggiore, e che mi piaceva ribadirvi, è che un provvedimento sanzionatorio cosi’ importante, resta legato alle capacita’ di un’unica persona e cioe’ l’arbitro. Torno sull’episodio di Chiesa a Firenze perchè tutti noi atalantini abbiamo ancora negli occhi il comportamento particolarmente antisportivo del giocatore e dei suoi accoliti partendo da dirigenti viola, parenti e compagnia cantante.

Questo episodio è sintomatico di come le cose stiano lentamente ricomponendosi in un certo modo dopo lo scompiglio dato dall’introduzione della VAR l’anno scorso.

La VAR, o meglio la sua gestione, sta mettendo brutalmente a nudo la volonta’ della classe arbitrale di voler influire, di voler continuare a “contare ancora” in un risultato finale perche’ se la tecnologia ha affinato la possibilita’ di scrutare infinite volte tra le gambe dei giocatori (e messa cosi’ e’ una frase perlomeno ambigua…) è anche vero che ha moltiplicato le perplessita’ di noi fruitori che non ci capacitiamo di come diversi arbitri contemporaneamente non si possano accorgere di palesi errori come quel rigore assegnato benche ‘ assolutamente inesistente.

Tornando al concetto iniziale abbiamo dunque una regola nel gioco che impone il calcio diretto dagli undici metri, senza barriera, sanzionato a discrezione del direttore di gara, assolutamente in grado di influire sul risultato finale e costantemente “invocata” dai giocatori come “scorciatoia” per portarsi a casa possibilmente l’intera posta.

Nessuno sport concede tanto. Esistono i tiri liberi nel basket, le mete tecniche nel rugby, i rigori nella pallanuoto e nella pallamano ma hanno regolamentazione piu’ rigida oppure c’e’ la presenza di piu’ di un arbitro oppure non influiscono comunque cosi’ pesantemente su risultati inevitabilmente piu’ alti di un 1-0 o 1-1.

E infatti nessuno sport presenta tante situazioni antisportive come nel calcio dove la capacita’ di simulare un fallo, è stata elevata ad arte anche da campioni affermati, uno Filippo Inzaghi tanto per non far nomi. E’ ovvio, e’ umano, il rigore rappresenta un’opportunita’ troppo comoda e veloce.

Potete dirmi che poi serve la classe per segnarlo un rigore, oppure pararlo, ma la fortuna poi influisce troppo e comunque le percentuali realizzative fanno cadere qualsiasi castello a difesa di un sanzione di questo tipo.

Per questo ritengo sia profondamente da cambiare. Ma proprio radicalmente e io sono per le modifiche drastiche, per un adeguamento decisivo di regolamenti alcuni dei quali risalgono a prima del ventesimo secolo.

Parlo di ridurre l’area del rigore, di farlo tirare da piu’ lontano, oppure di farlo tirare a distanze diverse a seconda della gravita’ apparente del fallo. Qualsiasi cosa, qualsiasi proposta ma cosi’ non si puo’ andare avanti.

Il gioco del calcio ha radici antiche. Senza scomodare l’antica Roma (e l’harpastum) sapete perche’ si gioca in undici, per esempio? perche’ undici ragazzi componevano una camerata nei college inglesi: il “caposquadra” e altri dieci. Ma stiamo parlando di ragazzi con il fisico di 150 anni fa che pure venivano fatti già giocare in un campo di dimensioni simili all’attuale.

Vogliamo parlare dello sviluppo psico-fisico degli atleti professionisti anche solo degli ultimi 30 anni? andate a rivedervi su Youtube partite di qualsiasi sport partendo da prima degli anni ’80, scoprirete giocatori (che pure hanno fatto la storia nella loro disciplina) che oggi non verrebbero neppure inseriti in squadra perche’ troppo gracili o con qualche kiletto di troppo. Una squadra leggendaria come il Grande Torino oggi verrebbe travolto da un Frosinone qualsiasi. E’ brutale da dirsi ma è così.

Eppure le regole sono rimaste in gran parte le stesse, con un gioco molto piu’ fisico, veloce e tatticamente evoluto.

E’ da cambiare, è un gioco fallato e ci girano miliardi intorno. Cosi’ non va.

 

Calep

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By Staff di Atalantini.com


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