Il mea culpa di Costacurta

In una lezione a tecnici ed imprenditori Billy Costacurta ha parlato anche di Atalanta, di seguito una sintesi tratta da un articolo del Corriere della Sera.
L’Atalanta tornerà in Europa, ma farà di tutto per restarci stabilmente.
Il segreto è spostare gli equilibri coinvolgendo i meno motivati di un gruppo con l’apporto dei più affamati. Uno dei migliori gruppi di lavoro a cui gli imprenditori bergamaschi possono ispirarsi è l’Atalanta. Una squadra a tutti i livelli con una società seria, tifosi che hanno compreso di essere parte di una realtà importante e che sono ospitali, rispettosi e di caratura internazionale.
Allineato agli allenatori italiani più carismatici come Ancelotti, Capello e Sacchi, riconosce il merito a Gasperini e alla sua filosofia di gioco: "Il gasperinismo è una metodologia riconosciuta in tutta Europa: la sua impronta, il suo modo di giocare, hanno cambiato l’Atalanta, una squadra impossibile da non amare per quello che dimostra in campo e fuori, lontana da quella che avevo affrontato».
Delle molte partite disputate sul campo di Bergamo quello che ricorda di più è per assurdo un incontro in cui non scese in campo. La famigerata partita di coppa Italia. Costacurta ricorda che Stromberg mise fuori il pallone per permettere i soccorsi a Borgonovo, ma il Milan antisportivamente sulla rimessa non rese la palla all’Atalanta, Rijkaard la passò a Massaro che lanciò in area proprio per Borgonovo che ottenne il rigore trasformato da Baresi per il passaggio del turno. Il mio ricordo è di uno stadio giustamente inferocito.
Gli viene poi chiesto chi può essere il valore aggiunto della squadra di Gasperini e Costacurta sentenza che per lui è Ederson per l'abbinamento di qualità e intelligenza tattica a un’efficienza che pochi hanno, subito dopo dice che Hojlund potrebbe essere una rivelazione.
