JURIC: "COI TIFOSI VOGLIO UN RAPPORTO SPONTANEO"
Sul giornale locale compare oggi una lunga intervista al Mister che immagina una squadra aggressiva, ritmata ed entusiasta, capace di rimanere competitiva nonostante la fine del ciclo targato Gasperini. È consapevole che sostituire giocatori chiave, responsabili di gran parte dei gol, sarà difficile, ma vede nella determinazione e nel lavoro quotidiano la strada per restare ad alti livelli. Ritiene fondamentale rinforzarsi sul mercato e accetta con realismo situazioni come quella di Lookman, definito un talento straordinario ma ormai destinato a lasciare.
Per aumentare la produzione offensiva, punta sulla crescita di Maldini, Sulemana e De Ketelaere, pur riconoscendo che non potranno replicare immediatamente i numeri dei partenti. Scamacca è considerato un elemento centrale e, con un ulteriore rinforzo in attacco, la squadra potrebbe reggere su più fronti. La perdita di Kolasinac è pesante, ma Juric si dice colpito dalla “cultura del lavoro” del gruppo e crede nel recupero di elementi come Scalvini e lo stesso Scamacca.
Ama valorizzare i giovani: cita l’esempio di Bellanova e punta molto sul 2008 Ahanor, descritto come maturo e motivato, pur ammettendo le difficoltà dei carichi di lavoro del primo ritiro. Per lui l’Under 23 è un bacino utile, ma con percorsi graduali: serve tempo per arrivare al livello richiesto dalla Serie A.
Apprezza lo staff tecnico e medico, che considera di altissimo livello, e mostra interesse per le metodologie e l’uso dei dati, un approccio rafforzato dall’esperienza in Premier League, dove ha conosciuto un calcio più professionale e meno nervoso di quello latino.
L’impatto con Bergamo è stato positivo: si sente a casa e ammira l’attaccamento della gente alla squadra. Non ama l’etichetta di “sergente di ferro”: pretende intensità e impegno massimale in allenamento, ma fuori dal campo mantiene un approccio umano e diretto.
Sul rapporto con i tifosi auspica spontaneità e condivisione, senza forzature. Non fissa obiettivi precisi prima della chiusura del mercato, ma vuole una squadra in grado di “battagliare con chiunque”. La Champions League, che vivrà per la prima volta, la immagina come un’esperienza entusiasmante.
Definisce Carnesecchi un talento con margini enormi, soprattutto nel gioco con i piedi, e riconosce che ci sono aree di miglioramento che preferisce non rendere pubbliche. Non ha rimpianti per le esperienze passate: Roma è stata un contesto inadatto, mentre Southampton la tappa più bella della sua carriera.
Chiude sottolineando che Ederson sarà un elemento centrale della nuova stagione e vede nella sfida di preparazione contro la Juventus un test utile per misurare la prontezza della squadra.
