Io e Mola

Perdonate il gioco di parole del titolo. Il pezzo parla di Lookman, l' "io" è riferito a Cristiano che si propone come nostro collaboratore, un nome peraltro importante nella storia atalantina, non credete?
La scorsa estate sembrava sul punto di partire. Ma lui, Ademola Lookman, è rimasto con dimora fissa nella famiglia Atalanta in cui si è ritagliato un bagaglio professionale di tutto rispetto e a cui ha regalato il primo alloro europeo della storia dal 1907. La prestazione maiuscola della Dea contro l'Eintracht Francoforte, in cui è riuscito anche ad andare a bersaglio, ha consegnato una certezza fondamentale: che il Lookman dei tempi d'oro sta tornando. Con le sirene di un possibile passaggio all'Inter che ormai non suonano più da tempo, l'attaccante ex Everton, Fulham e Leicester ha decisamente ritrovato gli stimoli giusti per cercare di ritornare agli antichi fasti e ha ristretto un feeling con l'ambiente atalantino che sembrava compromesso.
Un ritorno di fiamma che premia la tenacia con cui la dirigenza orobica ha deciso di tenerselo in famiglia. Che, all'ombra della Madonnina, era stata forse interpretata come un'impuntatura eccessiva ma che a Bergamo è invece evidenziata come operazione di buon senso volta a far rimanere un giocatore in grado di continuare a dare un valore aggiunto come quello dato finora.
La tifoseria, del resto, lo ha adottato definitivamente da quel 22 maggio 2024 quando lo stadio di Dublino spalancò all'Atalanta le porte della storia con l'aggiudicazione del primo trofeo continentale della sua biografia. Quella sera, forse, qualcuno pensò di puntare al lotto tre numeri, 12,26 e 75, quelli dei minuti con cui Ademola il determinato profanò la porta del Bayer Leverkusen frantumando i suoi sogni di vittoria. Non è dato sapere se qualcuno abbia puntato quei numeri al lotto e se qualcosa vinse. E' invece certissimo che, da quella sera, Lookman è diventato uno degli eroi della Città dei Mille che, di privarsene, non ne ha mai voluto sapere.
In avvio di campionato Lookman ha pagato un po' lo scotto della turbolenza estiva quando la sua possibile partenza era diventata una telenovela. Ivan Juric lo ha fatto scendere in campo per tre minuti alla quarta giornata nella vittoriosa spedizione atalantina contro il Torino, poi si è però convinto a dargli maggiore fiducia nella consapevolezza che proprio di minutaggio adeguato il nigeriano ha bisogno per poter ricarburare e tornare a dimostrare ciò che ha già dimostrato di saper fare, cioè essere un perno della manovra nerazzurra. Prestazioni tra alti e bassi ma una su tutte quella dell'1-1 contro il Milan in cui è riuscito a rimaterializzare il gol. E il giochetto gli è poi riuscito nuovamente in Champions League quando ha aperto la festa della Dea contro l'orgoglio calcistico della città del fiume Meno, ovvero l'Eintracht Francoforte.
Insomma, l'idillio tra lui e la società è tornato a risplendere e le sue prestazioni ne risentono. Lo scorso campionato, dopo dodici giornate, Ademola il profanatore di reti aveva già bucato le porte avversarie in sei occasioni. Quest'anno è fermo a quota uno ma vi è da pensare che, con il ritrovo della determinazione figlio di un altrettanto ritrovato aspetto motivazionale, il gap potrà essere colmato assai presto. Per la gioia sua, della dirigenza e della tifoseria che non vedeva l'ora di vederlo ritornare al prisco splendore.
Raffaele Palladino conosce bene i trascorsi di Lookman così come le sue potenzialità ed è quindi intenzionato a sfruttarlo il più possibile. E lo stesso attaccante nigeriano sembra viaggiare già sulla sua lunghezza d'onda quando afferma che “Palladino vuole un calcio offensivo e divertente”. Proprio le parole che desiderava sentirsi dire. E proprio quelle che, da quando si trova nella Città dei Mille, ha inteso applicare senza soluzione di continuità. Senza contare che riuscire a condividere la propensione offensiva con Scamacca e De Keteleare, per sua stessa ammissione, gli trasmette grandissime vibrazioni spronandolo ancora maggiormente.
La classifica dice ora tredicesimo posto con tredici punti. Lontano dalla zona nobile della classifica, per ora. Ma non lontanissimo. Ed è constatazione che esce naturale dalla penna rilevare che le aspirazioni dell'Atalanta a riaccomodarsi nel salotto buono passino in modo determinante dal ritrovamento motivazionale e di rendimento di un giocatore tornato a dichiarare il suo amore per i colori atalantini e intenzionato a sostenerli il più possibile. La sua sfida è lanciata.
Cristiano Comelli
By staff