L'incudine rosa
Proprio perche' non siamo prevenuti a priori riportiamo un articolo della Gazzetta DS di ieri a nome dell'esperto giornalista romano Alessandro Vocalelli che parla bene dell'Atalanta.
Peccato che questo articolo sia molto indietro nella paginazione del quotidiano rispetto al pessimo trattamento della vicenda Lookman che occupa le primissime pagine
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L'ANALISI di ALESSANDRO VOCALELLI
LA FAVOLA ATALANTA NON È ANCORA FINITA
Il calcio, si sa, è materia in continua evoluzione. Il mercato ancora di più. Fatto sta che oggi si parla, giustamente, dei colpi messi a segno dal Napoli. Della voglia di rivincita dell’Inter. Delle ambizioni juventine, e poi… E poi, restando alle nostre rappresentanti in Champions - un timbro di qualità - c’è uno strano silenzio intorno all’Atalanta. O meglio: in copertina è tornato il trasferimento di Retegui, che ha salutato tra lacrime di soddisfazione - per il super ingaggio - e sincera gratitudine. Partito anche Ruggeri, ora tutte le attenzioni sono concentrate su Lookman, che presto si dovrebbe trasferire (anche lui con le lacrime - da Bergamo a Milano) vestendo gli stessi colori. Difficile, per non dire impossibile, trattenere un giocatore contro la sua volontà. Uno guarda tutto questo e pensa: la bellissima favola dell’Atalanta sta per chiudersi. Un pensiero che, conoscendo Percassi, il loro orgoglio, ha tutta l’aria di essere specialmente sbagliato. Anche perché, come dicevamo, il calcio è materia in continua evoluzione. E ci sono legittimi motivi per non cadere nella facile tentazione di credere che l’Atalanta sia finita con la partenza di Gasperini. Che resta il simbolo di nove anni straordinari, ma è stato anche il principale referente di una squadra di primissimo livello. Che, vedrete, non perderà occasione di dimostrare di essere ancora competitiva. Per quattro motivi fondamentali.
Le cessioni di Retegui e, quasi sicuramente, di Lookman non rappresentano un segno di debolezza, ma semplicemente due tappe inevitabili. Perché di fronte alla super offerta per l’attaccante, e ai centravanti - fare barricate sarebbe due volte sbagliato. Non si può impedire a un professionista di giocarsi al volo l’occasione della vita. E la possibile cessione di Lookman rientra in una dialettica che va al di là di un nome. A determinate condizioni, è sempre stato promesso, avrebbe avuto il via libera. Insomma, niente che lasci immaginare una strategia di ritiro.
Nel silenzio generale, l’Atalanta ha comunque già speso una sessantina di milioni. Abbastanza per rinforzare anche la fiducia dei tifosi. Dal Southampton è arrivato Kamaldeen Sulemana per circa venti milioni, altrettanti ne sono stati investiti per Kossounou e altrettanti ancora per Ahanor del Genoa, il 2008 più pagato al mondo. Nomi che, stando alla capacità dimostrata dai dirigenti in passato, è bene tenere a mente.
Partito Gasperini, l’Atalanta aveva due strade davanti: Sarri o Juric. Il campo dirà se la scelta è stata felice. Ma di, sicuro, l’opzione del ds Tony D’Amico di puntare su Juric è anche la testimonianza della voglia di essere competitivi e di mettersi subito alla prova. E la partenza dell’ossatura degli ultimi anni, servirà all’allenatore - il nuovo - a costruire il presente e il futuro dei nerazzurri. Resta possibile reggere il peso di un’eredità così pesante? Difficile, l’indicazione è stata chiarissima: non cambiare spartito. Per provare a fare la stessa musica.
L’obiezione è però naturale: sono andati via o sono sul punto di andarsene, tre pezzi da novanta: Retegui, Ruggeri e Lookman. Verissimo. Ma, come abbiamo detto spesso, nel calcio non si regola la legge del condominio. Si parla, si chiacchiera - e in questo caso - il solo racconto di un’Atalanta che si prepara a piazzare almeno un altro colpo. Un club, quindi, sempre in movimento. A verbale, come si fa appunto in certe riunioni, non si può omettere nulla. Ma il “presidente”, i Percassi per intero, hanno in chiaro l’ordine del giorno. Tenere l’Atalanta ad alti livelli. E da giudicare da quanto hanno già fatto, dalla loro straordinaria passione, credere non è affatto sbagliato. I lavori sono appena iniziati.
