La situazione per reparto: gli esterni
Era la prima zona di campo in cui tutti pensavamo si sarebbe messo mano durante questa finestra di mercato. Detto dei possibili sondaggi fatti per Cambiaso e Tavares, accasatisi altrove, nulla sembra muoversi per il momento, nè in entrata nè in uscita. Se il mercato non offrirà soluzioni (ma il tempo per operare c'è) l'Atalanta affronterà la prima parte di stagione con un reparto, sulla carta, fortemente depotenziato rispetto alle precedenti annate, dove i vari Spinazzola, Conti, Castagne e Gosens costituivano il valore aggiunto della squadra.
HATEBOER
Il cavallo pazzo olandese da quando è rientrato nella scorsa stagione, dopo un anno di stop, non è mai riuscito a riproporsi sui livelli pre-infortunio. Aldilà del discorso fisico, la sensazione è che Hans non è mai stato un trascinatore della squadra ma, inserito in un meccanismo perfetto qual'era quello atalantino negli anni precedenti, ha sempre dato il suo contributo, soprattutto sotto l'aspetto della corsa. Ma quando lo scorso anno il meccanismo si è rotto, ecco che tutti i difetti tecnici del giocatore sono divenuti più evidenti che mai (un po' come è accaduto per Pessina).
ZAPPACOSTA
Il discorso può essere simile a quello fatto per Hateboer dal punto di vista qualitativo. Dopo la prima parte di stagione in cui i suoi limiti erano stati mascherati dal rendimento complessivo della squadra, il girone di ritorno è stato inequivocabile sotto questo punto di vista. Impegno e dedizione non sono mai mancati da parte sua, sia chiaro, ma le doti fisiche e tecniche non gli hanno permesso di fare il salto di qualità che occorreva per sostituire chi l'ha preceduto nel ruolo e contribuire così a mantenere uno standard di squadra da Champions.
MAEHLE
L'esterno danese, da cui ci si aspettava l'esplosione dopo l'ottimo europeo con la sua nazionale, è stato uno dei grandi flop atalantini. Il suo rendimento di norma avrebbe portato ad una bocciatura da parte del tecnico (come è avvenuto per innumerevoli suoi predecessori), ma, come per Musso, l'ingente investimento fatto non più tardi di un anno e mezzo fa probabilmente ha portato allenatore e società a concedergli ancora una chance.
ZORTEA
Partito per ultimo nelle gerarchie potrebbe, con la fiducia del tecnico, guadagnare sempre più spazio e rivelarsi una sorpresa in positivo (è la storia dei grandi esterni di Gasperini, partiti sempre dalle retrovie prima di salire alla ribalta). Lo step necessario per diventarlo è acquisire i tempi di inserimento e la lucidità sotto porta. Facile a dirsi, ma in pochi in questi anni sono riusciti a farlo, forse anche per giudizi troppo affrettati da parte del tecnico (l'ultimo dei rimpianti in questo senso è Raoul Bellanova).
by Gianluca G,
HATEBOER
Il cavallo pazzo olandese da quando è rientrato nella scorsa stagione, dopo un anno di stop, non è mai riuscito a riproporsi sui livelli pre-infortunio. Aldilà del discorso fisico, la sensazione è che Hans non è mai stato un trascinatore della squadra ma, inserito in un meccanismo perfetto qual'era quello atalantino negli anni precedenti, ha sempre dato il suo contributo, soprattutto sotto l'aspetto della corsa. Ma quando lo scorso anno il meccanismo si è rotto, ecco che tutti i difetti tecnici del giocatore sono divenuti più evidenti che mai (un po' come è accaduto per Pessina).
ZAPPACOSTA
Il discorso può essere simile a quello fatto per Hateboer dal punto di vista qualitativo. Dopo la prima parte di stagione in cui i suoi limiti erano stati mascherati dal rendimento complessivo della squadra, il girone di ritorno è stato inequivocabile sotto questo punto di vista. Impegno e dedizione non sono mai mancati da parte sua, sia chiaro, ma le doti fisiche e tecniche non gli hanno permesso di fare il salto di qualità che occorreva per sostituire chi l'ha preceduto nel ruolo e contribuire così a mantenere uno standard di squadra da Champions.
MAEHLE
L'esterno danese, da cui ci si aspettava l'esplosione dopo l'ottimo europeo con la sua nazionale, è stato uno dei grandi flop atalantini. Il suo rendimento di norma avrebbe portato ad una bocciatura da parte del tecnico (come è avvenuto per innumerevoli suoi predecessori), ma, come per Musso, l'ingente investimento fatto non più tardi di un anno e mezzo fa probabilmente ha portato allenatore e società a concedergli ancora una chance.
ZORTEA
Partito per ultimo nelle gerarchie potrebbe, con la fiducia del tecnico, guadagnare sempre più spazio e rivelarsi una sorpresa in positivo (è la storia dei grandi esterni di Gasperini, partiti sempre dalle retrovie prima di salire alla ribalta). Lo step necessario per diventarlo è acquisire i tempi di inserimento e la lucidità sotto porta. Facile a dirsi, ma in pochi in questi anni sono riusciti a farlo, forse anche per giudizi troppo affrettati da parte del tecnico (l'ultimo dei rimpianti in questo senso è Raoul Bellanova).
by Gianluca G,
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