L’allenatore ultras: di Gianluca Savoldi (Lazio-Atalanta)

20-10-2019 18:10 77 C.

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L’ALLENATORE ULTRÀ (dell’Atalanta)

LAZIO vs ATALANTA 3-3

Sono uno di quelli che si sono lamentati di più lo scorso maggio dopo la finale di Coppa Italia, dove anche le semplici immagini televisive provavano senza nessun tipo di dubbio un parata di Bastos (difensore laziale) in piena area di rigore. L’episodio di ieri però è molto più complesso ed invito tutti, soprattutto chi non ha mai letto il REGOLAMENTO DEL CALCIO in vita sua, a cercare (per lo meno) di guardare le cose dal corretto punto di vista.

Alcune considerazioni:

1. Il cosiddetto “dopo-partita” è il meglio dal punto di vista giornalistico ed è il peggio dal punto di vista sportivo. È una roba senza senso, vecchia di 40 anni, ma senza le interviste a caldo probabilmente chiuderebbero baracca e burattini. Tenere un allenatore a fare un “terzo tempo” in sala stampa è una barbarie, ed è di fatto la partita più difficile da giocare per un tecnico.

2. La tecnologia, lo dico da anni e avevo ragione, non è in grado di chiudere le questioni nella maggior parte dei casi, il calcio è un gioco troppo complesso, il regolamento un patch work in continua trasformazione che vuol dire tutto e niente. Almeno in alcune situazioni, quelle oggettive come il fuorigioco però, è stato molto d’aiuto, finalmente.

3. Il fatto che Gasperini, nel dopo partita, faccia pesare un episodio dubbio è assolutamente nella normalità delle cose: deve ancora nascere l’allenatore che sorvola in una situazione del genere (se non ha vinto). Più o meno tutti tendono a far pesare il presunto errore perché lo sappiamo bene, gli arbitri sono condizionabili, non sono robot.

4. Il fatto che l’Adani di turno dica – giusto mister sono d’accoro con lei – è semplicemente per fomentarlo e cavalcare una polemica senza la quale quel signore lì con la cravatta (orrenda) non prenderebbe centinaia di migliaia di euro netti all’anno, più o meno lo stesso ingaggio di Corini o di Andreazzoli.
Non vi è mai venuta in mente l’idea che quando non sono inquadrati i “non protagonisti” in studio si facciano l’occhiolino della serie -dai dai provocalo!- ?
Sveglia gente!

5. A dirla tutta il Gasp ha contestato anche il secondo rigore. Proviamo a ribaltare la situazione, se avessimo subito noi due contatti così in area cosa avremmo detto? Secondo voi è stato toccato Ilicic in area contro lo Shakthar? È caduto subito, dopo? Il tocco era doloroso tanto o poco? Giustifica la caduta?

6. Come volevasi dimostrare dal punto di vista tecnico, regolamento alla mano, l’ammissione del “tocco” o “sfioro”, del pestone di Palomino, chiarisce ogni tipo di dubbio. “Sente il tocco fa un passo e va giù” dice il mister.
Se l’ha toccato è rigore, è inutile che inventiamo regole che non esistono. Non è uno spalla/spalla ma c’è un difendente che interviene da dietro con un pestone. Non è compito dell’arbitro sindacare se Immobile abbia sentito subito il dolore oppure l’abbia avvertito nel momento in cui ha caricato nuovamente sullo stesso piede.
Ci sta che la botta esca con qualche frazione di ritardo rispetto al contatto, la teoria della caduta innaturale farebbe un baffo a qualsiasi giudice imparziale.

7. Il Var non può mai intervenire in merito a decisioni soggettive. L’unico “appiglio” del Var in questo caso sarebbe un’immagine che dimostri oggettivamente l’assenza del contatto. Se non hanno chiamato l’arbitro vuol dire che non avevano un’immagine certa. L’arbitro è in posizione perfetta. All’arbitro si poteva dare torto solo con un’immagine certa che provasse l’assenza di contatto. Punto.

8. Troppo concentrati su quello che viene deliberatamente detto, si perde troppo spesso l’occasione di provare a capire il non detto (volutamente). Tradotto: credete veramente che il mister a fine partita sia sceso negli spogliatoi lamentandosi per l’arbitraggio o forse è andato oltre, cercando di capire, trasmettere, convincere che nel secondo tempo qualcosa si poteva fare meglio? (Per usare un eufemismo).

9. Un allenatore, privatamente, non può astenersi dal correggere un comportamento sbagliato come quello di Palomino: che bisogno c’era di intervenire così in area su un avversario spalle alla porta? Che bisogno c’è di rischiare il contatto, dove vuoi che vada Immobile? Bastava accompagnarlo fuori area. Inoltre dal basso si vede benissimo che c’è il piede di Immobile che sta spostando la palla, come poteva pensare di toccarla?

10. C’è molto da dire anche sull’azione del 3 a 3, a partire dalla gestione del possesso, perso in modo troppo superficiale (sempre da Palomino). Mancano 4 minuti e mezzo alla fine, abbiamo il possesso praticamente a due passi dalla bandierina avversaria e finiamo per prendere un contropiede e soprattutto un gol in una situazione di superiorità numerica vantaggiosissima (5 vs 3 più il portiere!!!).
Mi rivolgo a chi si sta ancora lamentando dell’arbitro: mentre voi non trovate di meglio si cui discutere, vi assicuro che lo staff tecnico dell’Atalanta ha molto altro a cui pensare.

Ci vediamo martedì a Manchester ????????‍♀️

Gianluca Savoldi

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