Con la vittoria contro la Roma l’Atalanta di Giampiero Gasperini ha confermato il primo posto in classifica, anche dopo uno scontro particolarmente delicato, in trasferta, contro una squadra con cui nella scorsa stagione aveva perso per due volte. Ha vinto al termine di una gara ruvida, contraddistinta da tanti duelli – come spesso capita quando c’è l’Atalanta in campo. La vittoria non è arrivata dopo una prestazione particolarmente brillante, ma riflette quella che ormai possiamo dare per assodata come la nuova versione dell’Atalanta di Gasperini, una squadra decisamente più cauta e attendista di quanto siamo abituati a vedere. Attraverso queste armi inedite è venuta a capo di un’ottima Roma, che pur senza Dybala, ha costruito una montagna di occasioni da gol, sciupandole tutte, come spesso in realtà le capita. Insomma, la partita ha mostrato pregi e difetti che le due squadre avevano già mostrato piuttosto chiaramente in precedenza.
Addio intensita
Negli anni Gasperini ci ha abituato a mettere in campo un’Atalanta che faceva dell’aggressività e dell’intensità sulla prima costruzione avversaria il suo marchio di fabbrica, al punto da influenzare e innovare profondamente la proposta tattica del nostro campionato.
Nel 2022/2023 Gasperini sta provando a scacciare la famigerata crisi del settimo anno proponendo un atteggiamento inedito: pressing poco intenso sulla prima costruzione avversaria, blocco medio e baricentro più basso per aprirsi il campo e attaccare in transizione. La partita di ieri ha seguito lo stesso filone delle gare precedenti. La Dea lasciava deliberatamente palleggiare i centrali della Roma schierandosi con un modulo a metà tra un 5-3-2 e un 5-2-3, a seconda della posizione della palla per schermare i riferimenti centrali.
Lo schieramento dell’Atalanta in fase di non possesso a metà tra un 5-3-2 e un 5-2-3 a seconda della posizione di Ederson e Pasalic.
Gasperini ha cambiato atteggiamento tattico nella fase di non possesso, ma non rinuncia mai ai riferimenti a uomo e a creare delle coppie in mezzo al campo: Scalvini (per la prima volta in stagione da titolare e nel ruolo di centrocampista) su Matic e Koopmeiners su Cristante. Su Pellegrini e Zaniolo, che venivano incontro alle spalle della linea di pressione atalantina, uscivano Toloi e de Roon.
Nuova Atalanta, ma Gasperini non rinuncia a formare le coppie nel centro del campo.
In certi momenti l’Atalanta alzava il pressing, ma senza la solita intensità. L’obiettivo sembrava più obbligare la Roma al lancio lungo che non cercare di recuperare la palla in alto per rendersi pericolosa. L’idea era di innescare il pressing nel momento in cui la Roma giocava la palla con uno dei due braccetti, soprattutto sul lato di Ibañez: quando il brasiliano riceveva il pallone usciva su di lui Pasalic, orientandolo verso l’esterno dove c’era Spinazzola, sul quale usciva poi Hateboer. Dall’altro lato Gasperini chiedeva invece a Maehle di rimanere più basso per mantenere la superiorità numerica (4vs3) con i tre riferimenti offensivi della Roma. Qualcosa che non avremmo mai visto nella vecchia Atalanta.
La ricezione di Ibañez fungeva da trigger per il pressing, Pasalic usciva su di lui mandandolo verso Spinazzola che veniva preso da Hateboer. Per la Roma sarebbe stato importante risalire il campo su quel lato sfruttando gli uno contro uno di Spinazzola, che però non è in grande forma.
Un’altra situazione che innescava il pressing erano le ricezioni dei due mediani della Roma, subito aggrediti dai due mediani avversari, e talvolta anche da un trequartista alle spalle.
Cristante serve Matic, che è preso in trappola come sempre da Scalvini che lo segue a uomo ed esce immediatamente su di lui, ma alle sue spalle arriva anche Pasalic. L’Atalanta va vicina al recupero palla con la Roma scoperta.
Tuttavia, in fase di possesso l’Atalanta si è resa ben poca pericolosa: Pasalic ed Ederson si sono fatti vedere quasi soltanto in fase di contenimento (0 conclusioni e 0 dribbling riusciti), Hojlund ha fornito l’assist decisivo a Scalvini ma per il resto è stato ben difeso da Smalling, mentre Muriel nella ripresa è apparso fuori forma e, complice il distanziamento dei reparti dell’Atalanta, è riuscito a tenere pochi palloni.
Forse la miglior Roma della stagione (ma segnare è importante…)
Di fronte a squadre caute e con una fase difensiva molto organizzato, la Roma è stata spesso in difficoltà, mostrando grossi limiti nella creazione di occasioni da gol. Stavolta invece la squadra di Mourinho ha offerto una prestazione convincente, sprecando però tutte le occasioni costruite.
Mourinho ha dovuto rinunciare a Dybala per un problema nel riscaldamento, sostituito nell’influenza offensiva da un Zaniolo molto in palla e parecchio coinvolto nelle azioni dei giallorossi (6 dribbling completati su 11 e 11 contrasti a terra vinti su 21). La rinuncia a Dybala ha costretto Mourinho ad avanzare Pellegrini, e quindi a riproporre un’altra volta la coppia di mediani Matic-Cristante, che nelle scorse partite ha mostrato enormi limiti dinamici, specie negli scivolamenti orizzontali. Un difetto che si è notato soprattutto nel primo tempo. Mourinho però ha invitato i suoi due difensori laterali a uscire in modo più aggressivo sui trequartisti avversari, e questa mossa ha in buona parte risolto il problema.
Mancini esce su Ederson addirittura fino alla trequarti offensiva. Un coraggio mai visto nelle prime uscite stagionali della squadra.
Nei primi 40 minuti la partita va a ritmi bassi ed è avara di occasioni, finché Abraham non si trova davanti a Sportiello dopo un’azione ben costruita. Il centravanti inglese prova una cosa a metà fra un dribbling e un tiro, e la palla finisce mestamente fuori. L’occasione sbagliata da Abraham è però un buon esempio del modo con cui la Roma ha cercato di far male all’Atalanta: pallone diretto su uno dei 3 giocatori davanti, sponda e ricerca del terzo uomo.
Lancio lungo di Spinazzola su Zaniolo che viene incontro trascinando a sé Demiral e giocando di sponda per Pellegrini, che con una bellissima palla di prima (6 passaggi chiave per lui) trova Abraham che ha attaccato il mezzo spazio tra de Roon e Maehle e si trova tutto solo davanti a Sportiello.
Il gol di Scalvini che ha condannato alla sconfitta la Roma è frutto di un errore comune della squadra di Mourinho: l’eccessivo appiattimento nella propria area di rigore che porta a conclusioni pulite sulla trequarti per gli avversari (a questo proposito non può che venire in mente il gol di Dybala in Roma-Juventus della scorsa stagione). L’azione nasce con un lancio lungo sulla destra verso Hojlund che riesce a ripulire un pallone difficile. Toloi conduce sulla destra dove la Roma fa densità creando superiorità numerica (4vs3), Hojlund fa un bel movimento tra Ibañez e Smalling e viene servito da Toloi. Smalling esce sull’attaccante danese lasciando uno spazio alle sue spalle che viene attaccato con i tempi giusti da Pasalic. Il movimento del croato viene assorbito sia da Mancini che da Cristante, ma a quel punto si crea una voragine sulla trequarti della Roma, su cui si fionda Scalvini, che si sistema palla e calcia benissimo di piatto all’angolino.
Il gol di Scalvini.
È difficile trovare un unico colpevole nella Roma: Matic era in aiuto sull’esterno e Cristante assorbiva il movimento in are area di Pasalic, e allora forse spettava a uno dei trequartisti seguire il movimento di Scalvini, per esempio Zaniolo che, come si vede nell’ultima immagine, è alle spalle dell’autore del gol. Seguendone il movimento avrebbe forse potuto limitare i danni.
Nel secondo tempo l’Atalanta è sparita dal campo: i reparti si sono allungati a dismisura, le opzioni di passaggio sono diminuite e il pressing alto della Roma – che in questa gara è sembrato molto più a fuoco rispetto ad altre uscite stagionali in cui si sono palesate diverse difficoltà – è diventato sempre più feroce, permettendo ai giallorossi di prendere pieno controllo della partita e di dover risalire meno campo per rendersi pericolosa. La squadra di Mourinho, specialmente nel secondo tempo, ha trovato ossigeno e spinta offensiva negli strappi di Zaniolo, che in posizione più centrale risulta essere molto più imprevedibile e pericoloso. Pur sbagliando qualche scelta di troppo negli ultimi metri, resta un giocatore fondamentale per una fase offensiva come quella della Roma, che vive di attacchi in campo lungo. L’occasione più pericolosa del secondo tempo (il colpo di testa di Shomurodov) nasce da un tacco geniale di Zaniolo, con cui fa passare il pallone tra le gambe di Okoli.
In definitiva, la Roma può sicuramente ritenersi soddisfatta della prestazione. Difensivamente si sono visti dei miglioramenti, il pressing alto è stato più preciso e compatto e la scelta di Mourinho di uscire con i braccetti sui trequartisti avversari ha aiutato a nascondere i limiti del duo di centrocampo Matic-Cristante.
Come evidenzia il dato sugli Expected Goals, per non segnare la squadra di Mourinho ha dovuto davvero sbagliare molto. È un problema non semplice per la Roma, su cui si è già scontrata in altre partite quest’anno. Dopo l’ultima partita d’Europa League è stato chiesto da Sky a Mourinho delle occasioni mancate sotto porta, e lui ha risposto che il problema esiste e i suoi attaccanti devono essere più cattivi sotto porta. La Roma è la squadra di Serie A con la prestazione peggiore nel saldo tra Expected Goals e reti realizzate (dati Statsbomb via Fbref), un dato anomalo considerato il talento offensivo a disposizione. Oggi l’unico giocatore non in underperformance della Roma è Paulo Dybala.
L’Atalanta invece esce con tre punti da una partita in cui ha creato poco e sofferto tanto. Gasperini ha sottolineato l’importanza di una vittoria «Che ci dà fiducia», ma ha anche singolarmente criticato l’atteggiamento tattico della sua squadra: «Se si vuole stare lassù però bisogna fare un altro tipo di calcio. Se vuoi vincere devi far gol, non c’è altra possibilità. L’obiettivo mio però è un altro: in difesa e contropiede non vinci. Questa roba viene poi esaltata in Italia». O meglio: più che criticato la sua squadra ha sottolineato che oggi l’Atalanta gioca in un modo che non è di suo gusto, e che secondo lui non permette grandi ambizioni, e lo fa per nascondere i limiti di una rosa che non pare gradire. Ha anche ripetuto l’importanza di aumentare la qualità tecnica, di perdere meno palloni. Oggi l’Atalanta è prima in classifica, nonostante Gasperini sembra scontento come non mai: chissà se la squadra prenderà un’altra evoluzione durante l’anno o continuerà a seguire questa rotta così mal sopportata dal suo tecnico.
fonte ultimouomo.com