Le pagelle del Lecce: da N’Dri e Sala gli unici guizzi. Siebert affonda male

Falcone 5,5 – Prendere quattro gol su cinque tiri in porta degli avversari fa malissimo per un portiere. Demerito soprattutto della sua difesa, certo, ma in almeno due circostanza provarci non avrebbe nuociuto. Invece è quasi sempre lasciato di sasso
Kouassi 5,5 – Per distacco il migliore della sua retroguardia. Peccato che per esserlo non sia richiesta la sufficiente, ma basta non essersi fatto gol da soli o non aver regalato palloni a ripetizione all’avversario. Ci mette voglia e concentrazione, non abbastanza precisione ed alla lunga perde il duello con uno Zalewski ben contenuto in un primo tempo a dir poco illusorio
Gaspar 4,5 – Avrebbe dovuto conoscere Krstovic, che invece vince ogni duello e lo grazia almeno tre volte e non è troppo pensare perché impietosito più che incapace di farlo. L’angolano è un disastro, in affanno già quando il Lecce in controllo, figuriamoci poco. L’aver accompagnato Zalewski al tiro dal limite, realizzato come se il polacco fosse in campo da solo, è fotografia imbarazzante di una prova da non ripetere, a malapena di orgoglio
Siebert 4 – Ci manteniamo sul 4, ma siamo su una delle peggiori prestazioni prodotte da un centrale del Lecce in Serie A. Che è giudizio sulla prova e non sul giocatore, che a dirla tutta nella prima mezz’ora era anche piaciuta. Poi il crollo fatto di lentezza clamorosa, le non chiusure su Scalvini e De Ketelaere per ben tre gol sulla coscienza
Gallo 5 – Il giudizio sui non-cross che vanificano ogni buona azione che arrivi dalla sua parte è impietoso, nonché abitudine che non sta riuscendo a invertire. Finché il Lecce tiene anche lui sta a galla, riuscendo a contenere Bellanova prima di aprirgli l’autostrada. La gaffe sulla punizione con Sottil era indizio preoccupante
Coulibaly 5,5 – E se anche lui inizia a proteggere il pallone come se non vi fossero avversari in campo diventa davvero dura. Il maliano approccia benissimo il match, salta Scalvini offrendo a Stulic un gran pallone respinto dagli avversari ed è in palla. Dagli spogliatoi esce non un fantasma, ma comunque qualcosa di leggero e semi-trasparente
Ramadani 5 – Il primo a tentare la conclusione, seppur a modo suo. Il centrocampo del Lecce dei primi 45 minuti si fa preferire a quello atalantino, ed è per questo che dispiace come la palla rallenti così nettamente quando arriva tra i suoi piedi. Assieme ai compagni, decide di non rientrare in campo dopo l’intervallo
Sala 6 – Ha il tocco di chi sa alzare la qualità della manovra ed anche lo spunto per fa saltare le marcature avversarie, cosa che gli riesce in un paio di circostanze. Peccato che tutto ciò non abbia continuità a causa della totale mancanza di incisività di chi ha di fianco. Anche lui, però, per troppo tempo resta poi nell’ombra
Morente 5 – Un po’ il simbolo dell’inefficienza di questo Lecce, così simile a quello dell’anno scorso perché effettivamente molti dei giocatori sono gli stessi. Quest’oggi, come per lo spagnolo, nella versione peggiore, capace di muoversi tanto per sprecare tutto, anche nelle 2-3 circostanze in cui è bravo a crearsi lo spazio. Imbarazzante quando nella ripresa ha sul piede l’occasione di riaprirla con i suoi in superiorità, ma gestisce assurdamente la palla regalando all’Atalanta il contropiede della punizione-traversa di Zalewski
Stulic 5 – Nonostante Krstovic si sia posto il chiaro obiettivo di non fare gol, il confronto tra i due è oggi impietoso. Il serbo perde duelli, sbaglia appoggi e, anche nelle due occasioni in cui la difesa nerazzurra gli regala qualche metro per far male a Carnesecchi, sbaglia tutto. Dar fastidio e fare il solletico non basta, la Serie A non è la Jupiler League e, anche se il tempo per capirlo c’è, non va sprecato
Sottil 5,5 – Il tiro più pericoloso dei suoi è suo, un destro dal limite che fa venire i brividi a Carnesecchi. E poi? Il nulla o poco più, con palloni accompagnati verso la bandierina a chiudersi anziché puntare l’area avversaria ed una sostanziale inefficacia. E resta tra i meno peggio, quindi figurarsi gli altri
Pierotti 5 – Può fare tutti i ruoli, fino ad un certo punto mister. Evidentemente non la mezzala, infatti, perché la sua gestione del pallone nella zona nevralgica equivale a continue ripartenze offerte agli avversari. In zona offensiva oggi sarebbe forse servito più di Morente
N’Dri 7 – Unico dei subentri a non far crollare la prestazione nella sua zona già prima del guizzo vincente. Sigla il gol della bandiera con una prodezza e solo Carnesecchi gli nega il bis. Unica nota davvero positiva
Danilo Veiga 6 – Un paio di coperture a negare il pokerissimo agli avversari
Camarda 6 – Pochi palloni giocati, un destro al volo che poteva valere il 4-2
Tiago Gabriel sv
All. Di Francesco 5 – Se nelle due precedenti uscite c’era rispettivamente da fare i complimenti e poco da imputare all’allenatore, stavolta non è così. Perché giocare un primo tempo quasi ottimo per poi mandare in campo i pulcini nel secondo è totalmente inutile ed il concetto di “non è tutto da buttare via” è difficile da valorizzare dinanzi a crolli verticali del genere. La leggerezza nelle marcature, la non difesa sui calci piazzati e l’incapacità di chiudere l’azione nei pressi dell’area avversaria (anche in superiorità numerica, davvero inaccettabile) sono cose sulle quali il tecnico deve lavorare al di là dei limiti tecnici degli interpreti
fonte calciolecce.it