Quel mostro da gestire

28-06-2019 12:55 9 C.

Questo pezzo è stato ampiamente costruito su un’inchiesta di La Repubblica di qualche tempo fa.

Essendo Atalantini.com uno strano ibrido tra un sito di tifosi e un qualcosa di molto simile ad una vera testata giornalistica, ci è da anni balzato all’occhio come il calciomercato attiri piu’ di un certo pelo, piu’ di cento cavalli al galoppo, per citare un famoso proverbio bergamasco.

In effetti possiamo riscontrare un livello di accessi, in questo periodo totalmente morto dal punto di vista agonistisco, spesso superiore a quello medio registrabile durante il campionato e questo accade sempre, da anni.

Nessun mistero, dunque, sul perche’ tutti i media ci ammorbino da anni con stupidaggini di mercato che non stanno ne’ in cielo nè in terra (anche in questi giorni), che nessuno (ma proprio nessuno) vi rinunci e sul perche’ si sia costretti (noi compresi) a seguire il carrozzone, cercando di tenere una certa distanza, ma proseguendo nella stessa direzione perversa.

Il calciomercato è un’azienda capace di movimentare 4 miliardi all’anno. Il calciomercato in Europa è un business per tutti. Agenti, calciatori, club: sono loro ad alimentare il grande circo dei trasferimenti a colpi di assegni circolari, bonifici, ma anche (soprattutto) fideiussioni. Così in fondo vengono garantiti dalle società i pagamenti ultra milionari di estate in estate. Cifre tutt’altro che trascurabili. Si parla di un miliardo e mezzo per la Premier League sino ad arrivare a campionati improbabili come quello cinese e persino quello indiano (!!!) dove girano comunque centinaia di milioni di euro.

Numeri che fanno quasi paura, e che spesso contribuiscono a tenere vivi i club. In Italia, un campionato che vive sui diritti televisivi, più di sponsor e biglietteria allo stadio, incidono le plusvalenze sul mercato trasferimenti. Acquistare a poco, valorizzare, vendere a cifre più alte dopo aver ammortizzato parte dei costi: non c’è club in serie A che non abbia questo come obiettivo della propria estate. Il problema semmai è che di soldi veri ne girano pochini: grazie alla Camera di compensazione della Lega, sono soprattutto crediti e debiti tra le squadre a “compensarsi” uno con l’altro: nei bilanci compaiono dei numeri, di soldi però ne entrano molti meno.

Questo per quanto riguarda i club. Il problema è che a sorridere grazie ai trasferimenti – estivi e non – sono soprattutto i calciatori. E i loro rappresentanti. Loro, la camera di compensazione non ce l’hanno: vanno (andrebbero…) pagati con soldi veri. Anche per questo molti club sono in ritardo nel saldare le mediazioni, ritardi che non comportano penalizzazioni (a differenza degli stipendi) e consentono di risparmiare liquidità. Ma quanto costa un agente? Quando si parla di procure degli atleti, esiste una regola che regolamenta il prezzo da pagare.

Ogni agente prende il 3% sul lordo dello stipendio. Fino a poco tempo fa però – e secondo molti anche oggi, in barba alle indicazioni istituzionali – si prendeva il 5%. Il problema è che quando ci si scontra con sistemi come quello tedesco o francese, dove il regime fiscale è diverso da quello italiano (in Francia, tra l’altro, per ogni affare è imposta la presenza di un mediatore locale) possono nascere discussioni. Per questo da qualche tempo va molto di moda ragionare per l’8% al netto, in modo da azzerare discorsi che possono, a seconda dei casi, scontentare agente o calciatore costretto a pagare (o a rimetterci) di più.

Discorso diverso quando si parla di mediazioni: lì, può davvero accadere di tutto. E il mercato continua a lievitare. Se poi il calciatore arriva a costo zero, la cifra può decollare. Ma a volte questi costi si aggiungono a spese già di per sé ingenti.

Nasce tutto da un foglietto. L’allenatore scrive la formazione della squadra che verrà, ma sotto ogni giocatore c’è l’alternativa, e sotto l’alternativa c’è un terzo nome, un’altra possibilità. Tre obiettivi per ruolo. Piano A, piano B, piano C. Il prezioso foglietto viene poi consegnato al direttore sportivo e agli osservatori del club. E inizia la caccia, ovviamente a partire dal profilo principale. Da qui il via alle trattative: vanno sfruttate alleanze e rapporti spesso minuziosamente curati per anni. Decisivo ormai da tempo il ruolo del mediatore: l’acquirente delega a lui la prima mossa, il sondaggio presso il venditore del gioiello per capirne il prezzo, più che il valore (di solito conosciuto). E sono sempre più potenti, i mediatori. Fino a qualche anno fa era difficile trovarne uno che non avesse in procura qualche giocatore, invece ora le due figure non sono più collegate, anzi. Curare e portare a termine un affare tra due parti è più redditizio, per l’entità della commissione, rispetto alla percentuale (sull’ingaggio annuo) che spetta all’agente del calciatore.

Da qualche tempo l’uso delle nuove tecnologie si e’ fatto intensivo anche in questo campo. Se Oronzo Canà allenasse oggi la Longobarda, non avrebbe bisogno di volare in Brasile per scoprire il suo Aristoteles. Gli basterebbe un clic per visionare ogni azione, ogni singolo tocco di palla di uno qualsiasi tra 330mila calciatori in tutto il mondo, scegliendo tra quasi 50mila squadre. Si chiama WyScout, e non c’è club al mondo che non abbia deciso di affidargli le sorti del proprio mercato: oltre 550 club sul pianeta lo usano, ovviamente a partire dai top team: Bayern e Barça, Manchester United e Arsenal, si collegano quotidianamente sul portale per scorrere le immagini di calciatori, di qualunque paese, di qualunque età.
Nell’archivio anche gli under. Il database può contare su oltre 200mila partite e 330mila calciatori di cui sapere tutto: puoi vedere ogni partita intera o ogni singola volta in cui in un match ha toccato il pallone. Tutte le volte che ha vinto o perso un duello aereo, tirato in porta o passato la palla. Puoi trovarci chiunque: Ibra o Messi, certo, ma anche un centrocampista armeno di 17 anni, un portiere kenyota di 16, persino gli arbitri. L’idea che ha cambiato la vita di allenatori, direttori sportivi e videoanalist? è italiana, di 3 ragazzi che ora fatturano 6 milioni di euro all’anno e hanno 300 dipendenti in diverse sedi in giro per il mondo I grandi club pagano 1000 euro al mese per poter accedere al sevizio. Anche molti calciatori ne fanno uso, quasi smodato, per studiare gli avversari o i propri errori. Al punto che l’Assocalciatori ne ha acquistata una dotazione per tutti i propri iscritti. Ora la nuova frontiera sono le donne. Ma lo sviluppo è continuo. E già da qualche tempo è stata inaugurata la sezione calcio femminile, per far fronte al continuo sviluppo del mercato delle calciatrici, soprattutto negli States. Il prossimo step riguarderà gli arbitri: molti già lo usano, ora potranno persino avere un proprio profilo. Un rovescio della medaglia, a dire il vero c’è: se il futuro Messi lo prende qualcun altro, il direttore sportivo non può più prendersela con nessuno.

Ecco cos’è diventato il calciomercato nell’anno del Signore 2019. E se tantissimi campano su di esso e trovate anche notizie farlocche nel cesso di casa vostra nessun problema, chiudete il coperchio e godetevi l’estate, tanto tra un mese, com’è vero che il sole si alzera’ domani, l’Atalanta si ritrovera’ per il ritiro. E questa volta sara’ Champions League…..

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By Staff di Atalantini.com


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