“Quello dell’Atalanta è l’unico vivaio italiano che produce talento e sa venderlo” (dati alla mano…)

10-01-2024 15:47 12 C.

Da rivistaundici.com


Il club bergamasco, a differenza delle altre squadre di Serie A, sta al passo con le squadre straniere.

È da anni, anzi ormai è da decenni, che l’Italia del calcio lamenta una profonda crisi di talento. Questa percezione è abbastanza aderente alla realtà, considerando anche i risultati altalenanti delle rappresentative nazionali, ma è vero pure che il nostro Paese ha vissuto momenti molto peggiori rispetto a quello attuale. Basti pensare al fatto che, appena un anno e mezzo fa, l’osservatorio CIES ha rilevato come ci fossero ben sei italiani tra i 100 calciatori al mondo con il valore del cartellino più alto, e che si trattava di sei calciatori Under-25: Barella, Locatelli, Bastoni, Tonali, Chiesa e Pellegrini. Il vero problema del nostro calcio, lo ha dimostrato proprio il CIES nel suo ultimo rapporto, risiede nell’incapacità di costruire dei settori giovanili in grado di formare dei giocatori di qualità, e in modo continuo. Solo l’Atalanta, infatti, ha un vivaio che funziona come quelli dei grandi club stranieri.

Ma andiamo con ordine, partendo dai parametri utilizzati dal CIES: l’osservatorio svizzero ha compilato la graduatoria delle squadre che hanno ricavato più soldi dalla vendita dei giocatori cresciuti nel proprio vivaio, cioè che hanno militato in società almeno per tre stagioni tra i 15 e 21 anni, e che quindi hanno prodotto i migliori talenti degli ultimi dieci anni. Al primo posto, staccatissimo da qualsiasi altro club, c’è il Benfica: 516 milioni incassati per 30 giocatori tra il 2014 e il 2023. Il podio viene completato da Ajax e Lione: la squadra di Amsterdam ha venduto 36 giocatori formati nel vivaio, e da queste operazioni e ha ricavato una somma totale di 376 milioni; l’OL, invece, ha formato e poi ceduto 32 calciatori, generando un incasso complessivo di 370 milioni.

Ecco, questi più o meno sono gli ordini di grandezza. L’Atalanta, come detto, è l’unico club italiano che può essere accostato a certi numeri. E neanche tanto: dal 2014 a oggi, infatti, la società bergamasca ha venduto 34 giocatori cresciuti nel vivaio, e ha incassato 250 milioni di euro. Più di Salisburgo (18 giocatori, 249 milioni di incasso), PSV (22-248) e Porto (19-221), ma meno di Real Madrid (28-364), Chelsea (28-347), Monaco (18-325), Sporting Lisbona (31-306), Tottenham (23-256), Manchester City (27-254). Il vero problema è che, almeno guardando al sistema italiano, l’Atalanta rappresenta un’eccezione: bisogna scendere fino ai 134 e ai 131 milioni di Roma e Inter, per trovare altri due club italiani in grado di produrre dei ricavi a tre cifre generati grazie ai giocatori del vivaio. Inoltre, viene da dire, si tratta di cifre sproporzionate rispetto al numero di calciatori formati e poi rivenduti: per arrivare a incassare quelle cifre, sia la Roma che l’Inter hanno dovuto cedere 35 ragazzi. Basta fare delle semplici divisioni per rendersi conto che no, non si trattava di grandi campioni. Paradossalmente, ma neanche tanto, l’Empoli ha dimostrato di saper lavorare decisamente meglio: 15 giocatori formati e poi rivenduti negli ultimi dieci anni, 104 milioni di incasso.

Insomma, il problema delle nostre squadre, soprattutto di quelle più importanti, è che il talento non viene coltivato in modo sistemico: quello che c’è, piuttosto, viene intercettato con degli exploit abbastanza isolati, quindi inevitabilmente casuali. Da qui nasce il gap con i top club di altri Paesi, al di là delle differenze nei ricavi strutturali. Da qui, alla lunga, comincia a determinarsi la crisi del nostro movimento. Quella vera.

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By Staff di Atalantini.com


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EMANUELE-B
EMANUELE-B
10 Gennaio 2024 18:27

Mino Favini sorride da lassù….

95Frank
95Frank
10 Gennaio 2024 18:31
Reply to  EMANUELE-B

Mino Favini, un vero “grande”!

eesimo
eesimo
10 Gennaio 2024 18:22

Meglio non esserci nelle 7 sorelle.

95Frank
95Frank
10 Gennaio 2024 17:34

Quanto evidenziato dall’osservatorio svizzero CIES, e’ ulteriore prova della “particolarita’” dell’Atalanta rispetto a (quasi) tutti gli altri club italiani.

Se aggiungiamo la U23 (che, tra parentesi, sta facendo addirittura molto meglio dell’equivalente Juventus, unico altro club italiano con una U23) ci rendiamo conto del perche’ il club Atalanta appartenga a pieno titolo all’Europa, ma NON al “cartello” delle “7 sorelle” della serie A, sostenuto da tanti “ciarlatani” della stampa e della TV, persino a Bergamo (i famosi “contronatura”).

95Frank
95Frank
10 Gennaio 2024 17:36
Reply to  95Frank

Quando Andrea Agnelli (in sede ECA) pose la domanda:

“E’ giusto che l’Atalanta giochi in Champions e la Roma, che ha speso tanti soldi, NO?”.

confidava nella solidarieta’ e nella dicrezione dei 30 maggiori club europei (ECA) ….

Ma NON fu cosi’.

Quasi tutti i maggiori club europei (Real Madrid e pochi altri, esclusi) presero le parti dell’Atalanta e lo “sputtanarono” immediatamente, facendone uno “zimbello” in Europa e nel mondo (poi allontanaato persino dalla “sua” Juventus).

95Frank
95Frank
10 Gennaio 2024 17:46
Reply to  95Frank

Ma, all’epoca, Andrea Agnelli, si sentiva “forte” del sostegno delle “7 sorelle italiane” ptotette da tutto il “circo calcio”, che continua tuttora a tenerle a galla, “debiti” permettendo …..e che usa ogni mezzo (lecito …. e meno lecito) anche a scapito proprio dell’Atalanta.

All’estero, chi si interessa di calcio italiano, sa’ benissimo che l’Atalanta ha subito torti infami e “porcate” di ogni genere (per non permetterle di vincere 2, o forse anche 3, meritatissimi “trofei”)..

Ma, in Italia, forse proprio per quella “sindrome di Stoccolma” descritta cosi’ bene da Brignuca ….. rimane molta reticenza.

.

moreto
moreto
10 Gennaio 2024 18:15
Reply to  95Frank

giusto chje ricordi queste cose che volevano essere il tentativo di allungare i tentacoli della piovra mafiosa calcistica itaGliana anche fuori dai confini !

95Frank
95Frank
10 Gennaio 2024 18:24
Reply to  moreto

Proprio cosi’ Moreto!

Andrea Agnelli era convinto di poter indurre l’Europa che conta nel calcio (i 30 club dell’ECA) a trattare l’Atalanta come viene trattata in Italia ….

Ma lo mandarono a c….

L’episodio del rosso a Freuler pochi minuti dopo il calcio di inizio, in Champions, a Bergamo, contro il REAL MADRID, con arbitro tedesco (che NON mi convinse per nulla) e’. forse. l’unico episodio che andrebbe rivisto …..

Poi ci sarebbe, forse, anche il passaggio “di mano” di Greenwood a Ronaldo …… ma e’ tutto li’.

Falena
Falena
10 Gennaio 2024 17:00

Premiato il nostro ottimo lavoro con favoritismi a volte fin troppo sfacciati 😂😅😂

Mondo21
Mondo21
10 Gennaio 2024 16:39

Hanno scoperto l’acqua calda, Dea è sinonimo di settore giovanile un valore per lo sport del calcio ed un grande valore per la crescita sociale dei giovani.

moreto
moreto
10 Gennaio 2024 18:16
Reply to  Mondo21

se avessero chiosato con “fa più caldo a Palermo d’estate che a Udine d’inverno ” poi era ancora tuttto più banalmente scontato

Dea lover
Dea lover
10 Gennaio 2024 16:08

Praticamente siamo primi di gran lunga in italia per la valorizzazione del “prodotto giovani “.
Credo che però andrebbe sottolineato più il numero di professionisti che giocano attualmente nelle varie categorie, usciti dal vivaio atalantino che la somma delle plusvalenze generate .
Un numero cospicuo starebbe a significare che il settore giovanile è fondamentale nella crescita di calciatori ,le plusvalenze invece possono essere generate da 5 o 6 fenomeni di gran talento ,per cui è più determinante madre natura che la struttura che sta alla base dei successi del nostro settore giovanile.

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