26/01/2017 | 04.44
0

"Quo vadis Dea?" - All'ultima boa

Siamo solo all’inizio del girone di ritorno, ma all’ultima settima prima della fine del calciomercato. Le decisioni si baseranno sul futuro, ma anche sul presente e sulla classifica. Per questo a Torino è essenziale non perdere, in una giornata non favorevole, per restare nel gruppone e convincere la società a puntare all’Europa fino in fondo.

 

SETTIMANA CRUCIALE PER IL FUTURO

Questa sarà una settimana importante.

Innanzi tutto perché ci aspetta uno scontro diretto con una delle avversarie per l’ultimo posto in Europa, sempre che arrivi come previsto un sesto posto disponibile dai risultati di Coppa Italia. Inutile dire che sarà un match difficilissimo, perché il Torino in casa va a mille e dopo lo stop di Bologna ritroverà un Belotti da nazionale. Per loro sarà già una partita da dentro o fuori, perché sono a 8 punti di distacco, mentre per noi può essere il colpo da knockout ad una delle inseguitrici più attrezzate. Poi più avanti arriverà la Fiorentina a Bergamo e sarà un altro grande scontro diretto.

Ovvio che si può anche perdere e non compromettere nulla: la Lazio due giornate fa era volata a più 5 e ora si ritrova ancora a 2 soli punti di distacco. Ma non sempre le avversarie si chiamano Juventus e le sorprese possono arrivare sia in positivo che negativo: il Torino può così perdere a Bologna e la Fiorentina vincere con i bianconeri, e allo stesso modo possiamo noi perdere in casa con l’Udinese. La lotta per le alte posizioni si vince non solo negli scontri diretti, se poi non ti comporti da grande nelle sfide alle medio-piccole, e l’Atalanta, che è stata nel gruppone fino all’anno scorso, lo sa bene.

Tuttavia questa non è una settimana come tutte le altre. Mercoledì prossimo finirà il calciomercato e sapremo se la squadra nerazzurra avrà le carte in regola per terminare come merita questo campionato: se restassero Kessie, Spinazzola e Gomez, e arrivasse qualche altro rinforzo in attacco allora potremo dire che la società punterà davvero all’Europa. Chiaro che, essendo questa l’ultima giornata prima della chiusura, molto dipenderà anche dalla partita di Torino, perché la classifica, ora più che positiva, può orientare alcune scelte.

Guardando il calendario è facile pronosticare le vittorie facili di Inter, Lazio e Napoli, mentre qualche sussulto in più può arrivare da Fiorentina-Genoa e Udinese-Milan. Rimane comunque chiaro che questa non è una giornata a noi favorevole e solo con una impresa in quel di Torino potremo restare in coda alle altre e non vedere rosicchiato il nostro vantaggio.

Nella malaugurata ipotesi che si perdano tre punti di vantaggio sulle inseguitrici, con viola e rossoneri che devono recuperare una partita, la classifica diventerebbe un macigno per le riflessioni di fine calciomercato.

E sarebbe un peccato, perché la settimana dopo, con in programma i match Juventus-Inter e Roma-Fiorentina, potrebbe ancora cambiare il vento.

C’è solo un modo per evitare qualsiasi opera di sabotaggio al cammino verso l’Europa: non perdere a Torino. E questa squadra ha le carte in regola per annullare il fattore campo e regalarci un finale di mercato senza alibi.

 

GRASSI PUO’ ANDARE, MA SPINAZZOLA…

Con la Sampdoria la vittoria è stata meritata, ma bisogna ammettere di avere sofferto più del previsto la squadra di Gianpaolo.

Ha destato scalpore l’innesto dei giovani Bastoni e Melegoni, tanto che molti lo hanno visto come un segnale alla società, ma la verità è che Gasperini mette tutti sullo stesso piano e quando sceglie i titolari premia quanto visto in allenamento. Lo screzio della settimana con Toloi, subito ricomposto, ha dato occasione di lanciare Bastoni, che ha dimostrato di avere la stessa tenacia e qualità di Caldara, seppure molto più giovane. Oltre a giocate di gran classe, come uscite in anticipo perfette e scivolate precise a salvare alcune occasioni, ha stupito la naturalezza con la quale si è fatto beffe di Muriel, non uno qualsiasi, fintando e subendo fallo. Una cosa è certa: Gasperini gli avrà fatto una bella lavata di capo, perché seppure riuscito il numero ha rischiato di mandare in porta l’attaccante e certi rischi non se li può prendere neppure il più esperto del gruppo. A parte questo solo complimenti per lui, e sicuramente lo vedremo ancora in campo quando verrà chiamato in causa, simbolo di un reparto difensivo davvero competitivo.

Melegoni non è sembrato a suo agio come il suo coscritto, ma non è certo facile esordire in serie A con il solo Freuler a fianco a dare una mano, oltretutto contro un avversario che le scelte di Gasperini hanno confermato come aggressivo proprio in mezzo al campo.

Il tecnico ha provato prima Konko, poi Conti, ma finalmente con il ritorno di Kessie e l’arrivo di Cristante avrà un reparto numericamente pronto a qualsiasi scelta.

A questo punto bisognerà capire che succederà a Grassi: prima non giocava perché c’erano Gagliardini e Kessie; siccome Cristante non viene certo a sostituire Carmona in tribuna, qualcuno risulta sempre di troppo, soprattutto se entrambi i giocatori vogliono garanzie di impiego. Ne sapremo di più negli ultimi giorni, ma è probabile che Grassi a Torino giochi la sua ultima partita, visto che Kessie è ancora troppo frastornato e può risultare semmai utile a partita in corso, mentre Melegoni e Cristante sarebbero un rischio in uno stadio del genere. Alla fine l’Atalanta avrà fatto la cosa migliore: ritardare la partenza del giovane del vivaio almeno fino al ritorno di Kessie, di modo da non restare con l’acqua alla gola.

E Spinazzola? Al momento è il giocatore più in forma e con Papu forma una catena di sinistra che è in grado di mettere in crisi qualsiasi squadra: un meccanismo rodato che ora sarebbe un delitto rovinare. Anche arrivasse Rigoni o qualcun altro sarà difficile ricreare gli stessi movimenti e la stessa intesa, ma si sa che il fascino della Juventus, e del suo stipendio, può tentare il ragazzo. Speriamo non faccia scherzi, sia per lui che per noi, anche perché l’Atalanta ha dimostrato di non voler mai bloccare giocatori contro la propria volontà. Tuttavia può sempre ricordare ai bianconeri quanto sarebbe stupido, dopo l’affare Orsolini, peggiorare i rapporti tra i due club. E anche i procuratori dovrebbero evitare continui voltafaccia a chi ha valorizzato i loro pupilli.

In attacco c’è sempre il solito Petagna, ormai diventato terminale unico come lo era anni fa Denis. Pesic e Paloschi, con il secondo sempre più vicino all’addio, fanno solamente numero e serve come il pane un sostituto all’altezza che però non spacchi lo spogliatoio. Palacio sarebbe oro, ma ci sono dei dubbi sul fatto che non cerchi un posto da titolare, quindi meglio cercare un altro tipo di giocatore.

Penseremo al mercato e agli ultimi colpi da lunedì. Ora concentriamoci sul Torino: giochiamo la partita al meglio e proviamo nell’ennesima impresa. Dopo tutto vuoi mettere la soddisfazione di zittire Mihajlovic sul campo?

Solo dopo guarderemo la classifica e capiremo se a questa torta varrà la pena o meno di mettere la ciliegina. Abbiamo già l’acquolina.

By Macciu
0 commenti