“Quo Vadis Dea?” – Oltre la scaramanzia

24-08-2017 04:44 13 C.

Tra voci di mercato e prima di campionato senza punti, come ormai da troppi anni accade, l’Atalanta si appresta a una calda trasferta a Napoli. Dimentichiamo le occasioni sprecate con la Roma, in cui abbiamo visto un campo penalizzante, e il caso Spinazzola, che sembra vedere un lieto fine. Al San Paolo vorranno fare festa, ma avranno ancora negli occhi l’ultima partita e nella loro testa risuonerà una certa frase…

 

CHE BEFFA

Finalmente siamo tornati in campo, dopo mesi a fremere per il calciomercato.

Certo, sarebbe stato bello esordire con il botto, contro la tradizione maligna degli ultimi anni, per proseguire la lunga striscia positiva che ci ha regalato quel bellissimo e inaspettato quarto posto, ormai parte della storia atalantina. Alla fine ci saremmo accontentati di un buon pari, ottimo brodino in attesa di trovare la quadratura del cerchio, di assestare al meglio ogni elemento nella perfezione tattica di Gasperini.

Invece siamo qui a chiederci come sia possibile perdere una partita tale, contro una Roma apparsa lontana parente di una grande squadra, se non per i nomi scesi in campo, incapace di mettere in difficoltà Berisha, se non con quella beffarda punizione di Kolarov e un contropiede a pochi minuti dalla fine che avrebbe potuto rendere ancora più amaro il risultato. Ancora più amaro per Gasperini, che aveva previsto il fatto e invitato i suoi giocatori in barriera a non saltare in allenamento. Per la serie: io ve lo avevo detto.

Certo, se contiamo i tiri in porta c’è da mangiarsi le mani, perché 6 a 1 nei tiri in porta è una statistica addirittura troppo generosa: molti di questi sono tentativi loffi da fuori area e la conclusione di Defrel del primo tempo, quella che ha sfiorato il palo, è sicuramente più pericolosa di tutti quelli nerazzurri messi insieme. In realtà le vere occasioni sono state diverse per la Dea: il tiro di Gomez appena dentro l’area troppo debole e poco angolato, il tiro di Kurtic alle stelle, il tiro di Petagna dal limite rasoterra e debole, il palo di Ilicic, il pallone sul secondo palo su cui Hateboer ha incespicato clamorosamente. A questo si potrebbero aggiungere il tiro potente di Petagna dentro l’area su cui si è immolato Manolas e il passaggio rasoterra su cui l’attaccante non è riuscito a trovare la zampata vincente. Ma a questo punto anche la Roma qualche preambolo al gol lo ha creato, con Dzeko e non solo.

 

COLPA DI…

Di fatto tutti gli attaccanti, nostri e degli avversari, hanno fallito. Questo può essere ricondotto a due principali fattori: due buone retroguardie e un terreno pessimo.

Molti hanno deciso di mettere il nostro attaccante principale sul patibolo, continuando un leitmotiv del ritorno dell’anno precedente, dove Petagna non riusciva ad andare a segno. In realtà anche il Gasp ha elogiato i movimenti con e senza palla della nostra boa di attacco, che stavolta con il suo gran lavoro sporco non è riuscito a regalare le occasioni da rete che in altri momenti arrivavano. Gosens e Hateboer non sono ancora pronti a sfruttare quegli spazi e lo stesso Papu è apparso ancora non al meglio per duettare come sappiamo con lui.

Inoltre il campo pessimo ha donato a certi passaggi una parabola difficile da controllare e da prevedere, con come risultato qualche controllo di troppo e impatto col pallone imperfetto. Se pensate possa essere solo una scusa, chiedete a Dzeko e soci, che anche per questo motivo non sono riusciti a concludere come loro solito, vedi prima enorme occasione dell’attaccante in cui è stato costretto ad allargarsi e poi concludere rasoterra, oppure a Gomez, che spesso ha litigato con il campo, come in occasione della sua conclusione decisamente regalata al portiere. Gli errori stessi di Manolas, insoliti per un difensore del suo calibro, possono essere ricondotti anche a questo motivo. Un brutto terreno di gioco è un ostacolo a chi manovra palla a terra e può essere un vantaggio per una squadra provinciale che si deve salvare. Ora l’Atalanta ha calciatori che danno del tu al pallone ed è un peccato non agevolarla. Occorrerà correre ai ripari per non rovinare lo spettacolo del Bortolotti e danneggiare i nerazzurri nella manovra.

Qualcuno ha puntato il dito sulle fasce, orfane di Conti e Spinazzola. Certo, ripartire da zero o quasi è sempre dura, ma gli esterni si sono comportati bene, soprattutto nella fase difensiva che per Gasperini è fondamentale per dare equilibrio in questo modulo. E farlo contro Peres e Jesus è un ottimo risultato. Sono mancate le sgroppate e le giocate di prima con il Papu, ma per quelle è questione di tempo. L’assenza di Conti si è notata soprattutto nell’occasione finale di Hateboer, nella zona tipica in cui il terzino ora al Milan sapeva essere letale, vedi gol alla Juve. Sicuramente il gioco degli avversari, con i terzini bloccati nella fase difensiva per gran parte della partita, ha reso più difficile la fase offensiva che, alla luce delle prestazioni delle prime giornate dell’anno scorso, può solo vedere miglioramenti.

L’impressione è che, se la Roma avesse giocato come un anno fa, lasciando ampi spazi per le nostre ripartenze, avrebbe rischiato molto qui a Bergamo. Di Francesco è furbo, lo ha dimostrato l’anno scorso strappando un punto con il suo arcigno Sassuolo, quindi ha dato una mentalità di provincia a questa squadra, in attesa di tempi migliori. La Roma si è difesa benissimo, soprattutto dopo il vantaggio, e con un tiro si è portata a casa il massimo risultato. Ringraziando la fortuna e anche il tabù atalantino della prima di campionato.

 

SPINAZZOLA? NON FACCIAMONE UN CASO

Il mercato finirà presto, con la sola partita di Napoli di mezzo. Anche andasse malissimo, con zero punti conquistati, potremo ripartire senza più patemi legati alle voci sui nostri giocatori, con la consapevolezza di aver ribaltato i pronostici già l’anno scorso, dopo cinque giornate da incubo. Giocare ora contro le grandi è una specie di jolly: puoi prendere punti insperati ma anche perdere partite sulla carta difficilissime, in un momento non certo facile del campionato. Il vantaggio è quello di non avere rimpianti: Roma e Napoli non sono due avversarie dirette neppure nella migliore delle ipotesi, salvo crolli imprevisti di una di queste, e i punti in palio difficilmente peseranno più di tanto in futuro.

Ovviamente questo non significa che non si possa vincere a Napoli, nella partita più difficile delle due iniziali. Loro sono in forma e hanno l’entusiasmo della Champions appena conquistata, ma questo può essere anche un rischio quando sei all’inizio del campionato e le gambe possono pesare maggiormente a causa del doppio impegno. Su questa partita per loro aleggiano i fantasmi del passato, ma questa può essere un’arma a doppio taglio pronta a caricare il San Paolo: “Al Napoli sono mancate le vittorie con l’Atalanta per vincere lo Scudetto” è una frase che è risuonata a lungo nelle loro teste e va sfruttata a nostro favore, ma può anche spingerli a una grande prova di orgoglio.

Avremo uno Spinazzola in più? Sarebbe bello vederlo sfrecciare da titolare come poco tempo fa, visto che in fondo non ha certo bisogno più di Gosens di trovare l’intesa con Papu e compagni. Molto dipenderà dalla gestione di Gasperini, che per coerenza dovrebbe evitare di punirlo, sempre che questo non accada da parte della società, visto che il mister lo ha sempre convocato e ha tenuto più volte a ribadire la sua indiscutibile titolarità. La stessa società sembra puntare sulla linea morbida, almeno sul campo, e al momento toccare il giocatore solo nel portafoglio. Basteranno pochi giorni per saperne di più, ma sicuramente l’Atalanta ci guadagna enormemente, sia sul piano della qualità dell’organico che su quello della manovra, con movimenti già memorizzati. Inoltre viene scongiurata l’ipotesi di un cambio di modulo, che avrebbe richiesto maggior tempo per essere assimilato correttamente, con l’Europa che incombe. Di fatto una delle due fasce che ha fatto le fortune dell’anno scorso, la più incisiva, sarebbe salva.

Speriamo che i tifosi non decidano di contestarlo con fischi o altro, perlomeno senza aver visto la sua prestazione e l’impegno messo, visto che questo sarebbe un danno più per l’Atalanta, che per il giocatore.

Anche per questo motivo sarebbe una buona soluzione farlo giocare titolare a Napoli, sperando che qualche azione delle sue possa aiutare la riconciliazione. Attenzione, questo non significa che bisogna fare finta di nulla, ma che una cosa sono le vicende del campo e un’altra quelle fuori dal campo, vedi caso Masiello.

Tra una settimana sapremo se l’Atalanta avrà qualche nome nuovo in rosa: in tal caso sarà stato lo stesso mister a desiderarlo o semplicemente un’occasione da fine mercato utile alla causa. Al momento sembra che l’organico di oggi sia completo e solo una partenza a sorpresa possa farci tornare sul mercato. Un sostituto di Spinazzola è probabile arrivi a Gennaio, come successo con Hateboer l’anno scorso per Conti, oppure Cristante e Smith per Kessie e Grassi, di modo da programmare un inserimento graduale. Ovviamente le logiche di mercato sono imprevedibili, vedi caso Bastoni, e i tifosi possono solo avere fiducia nella società.

Pensiamo alla partita di Napoli, senza troppe illusioni ma con la speranza di trovare subito il riscatto, dopo la beffa subita con la Roma.

E se per caso oltre a Spinazzola, i napoletani vedessero anche Caldara tra i titolari… San Gennaro!

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By Macciu


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