“Quo vadis Dea?” – Per un Natale senza rimpianti

15-12-2016 06:12 3 C.

L’Atalanta raccoglie un’altra sconfitta, certamente diversa da quella dello Juventus Stadium: l’Udinese era alla portata ma solo gli episodi hanno portato a un risultato clamoroso. Serve equilibrio maggiore, anche quando la supremazia sembra evidente, ma gli ingredienti per fare bene a Milano e aumentare le chances per un posto in Europa ci sono. Con l’Empoli a Bergamo dovrà essere una grande festa, per celebrare questo anno indimenticabile e i protagonisti del futuro nerazzurro.

 

CRISI? SOLO SFORTUNA

Mamma mia che partita. E che sfortuna.

Questi i commenti che sono andati per la maggiore nel post-partita del match perso con l’Udinese, anche se conditi da epiteti più coloriti. In effetti domenica abbiamo avuto la dimostrazione di quanto possa essere dura la legge del gol, nella canzone degli 883 metafora anche di alcune situazioni ingiuste della vita, e di quanto possa essere imprevedibile il calcio.

Diciamo che i tifosi hanno potuto ammirare tutto il bello e anche tutto il brutto del gioco di Gasperini: l’assedio del primo tempo ha entusiasmato non poco, ma mentre tutti continuavano a ripetere “prima o poi al ve” i più pessimisti iniziavano a temere “la beffa”, che puntualmente è arrivata nel momento peggiore, alla fine del primo tempo.

Quello che ha lasciato piuttosto sconcertati è stato l’andamento della seconda frazione di gioco, quando il pareggio subito conquistato aveva illuso in un’altra vittoria in rimonta.

Cosa è successo? Quel volpone di Del Neri ha saputo approfittare dell’andamento della partita e ha capito di poter fare il colpo. Ha inserito due punte nello spazio di una decina di minuti, fresche e rapide, che nel momento giusto hanno impegnato una difesa stanca e ormai poco lucida, anche per via delle scorribande offensive fin lì effettuate. Così Conti ha lasciato lo spazio a Fofana, bravo e fortunato a trovare il gol nell’angolino da fuori area.

Fin lì Gasperini non avrebbe avuto modo di rimproverare nulla ai suoi, mentre qualcosina avrà detto sul terzo gol preso: la difesa si è completamente dimenticata del suo ruolo principale e si è gettata in attacco, lasciando il solo Dramè in caso di contropiede. Ovvio che a quel punto era anche normale provare a giocarsi il tutto per tutto, ma quando perdi 3 a 1 un match dominato oltre ai punti persi diventa difficile da digerire anche il risultato.

Stanchezza fisica? Sinceramente non si è visto nulla di preoccupante, perché dopo un’ora ad altissimo livello la lucidità è venuta meno, anche per via del bunker organizzato dai friulani, ed è normale che nei contropiedi gli avversari, che avevano corso poco o niente, avessero la meglio sui nostri, ormai alle corde.

Più o meno è successo quanto visto con la Lazio alla prima partita, con la differenza che la disorganizzazione difensiva era dettata dall’inesperienza dei giocatori, appena all’inizio di un percorso, e che i contropiedi erano arrivati già nel primo tempo, dopo circa dieci minuti di forcing dei nerazzurri. Ora è tutto un altro discorso, non siamo tornati un passo indietro e non si tratta neppure di crisi, perché forse abbiamo visto uno dei match più intensi di quest’anno.

 

OCCHIO ALL’EQUILIBRIO

Avevamo detto che nella sconfitta dello Juventus Stadium era venuta fuori la fragilità dei nostri giovani. Stavolta non è certo per colpa loro che è maturata la sconfitta, anche se Conti e Petagna sono andati solo vicino al gol senza trovare l’affondo vincente. Ma l’imprecisione può capitare, soprattutto se ti trovi sui piedi una palla lisciata o deviata da un compagno, il portiere è in stato di grazia e la porta pare stregata. Quando becchi la porta 10 volte su 14 tiri totali non puoi parlare di imprecisione, soprattutto se l’unico tiro sporco che aveva superato Karnezis non è finito in rete solo per l’intervento di un difensore sulla linea.

In realtà domenica gli errori da cui sono nati i gol avversari in contropiede sono stati commessi da due giocatori di esperienza: il gol di Fofana, pur rimanendo una perla da fuori area, deriva da un dribbling di troppo del Papu, uno che di solito non perde palla, mentre il terzo gol nasce da una iniziativa di Masiello che, spintosi fino all’area avversaria in occasione di un corner, prima impegna Karnezis a una superparata, poi decide di mettere subito in mezzo a campanile, trovando per sua sfortuna il pronto rinvio della difesa per i tre davanti.

Nessuna colpa per carità, perché Gomez può mancare di lucidità dopo avere attaccato come un dannato, mentre il difensore probabilmente per un attimo ha agito di istinto dopo aver visto sfumare la sua bella occasione da rete. Caldara, dai più additato come responsabile del primo gol di Zapata, non ha certo commesso un errore ma è stato sfortunato nel rimpallo, mentre poco prima ancora Masiello avrebbe potuto atterrare l’attaccante in un contrasto perso, ma è segno di intelligenza non farsi ammonire per un fallo tattico a metà campo a difesa schierata.

Inoltre molti hanno dato la colpa all’attacco, al fatto che non ci sia un vero bomber, un rapace da area di rigore. Per carità questo è vero, ma fino a questo momento la nostra squadra ha fatto scintille grazie alla capacità di tutti di ricalcare questo ruolo, poiché più giocatori entrano in area più facilmente uno di questi può diventare il bomber sottorete. Domenica non è cambiato nulla, visto che di dieci tiri nello specchio diversi potevano trasformarsi in rete, ma solo due di questi sono arrivati da Petagna. Se proprio vogliamo dirla tutta è mancato Gomez in fase conclusiva, ma l’attaccante ha sfornato moltissimi cross ed è soprattutto questo il suo ruolo in questa squadra, anche se in partite come queste un bel tiro da lontano farebbe comodo. Ma sono forse gli attaccanti a doverci provare da fuori area?

Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo: in questa Atalanta il vero punto di forza è l’equilibrio, quello che ha permesso ai nostri di prendere pochissime reti nella serie positiva dei mesi precedenti. Si può essere superiori ma nel modo giusto, senza dimenticare la fase difensiva. Domenica, gol di Zapata a parte che entra nella categoria “rete di sfondamento” con una percussione stile rugby, i nerazzurri hanno tenuto il pallino del gioco e l’equilibrio fino a quando Del Neri ha rivoluzionato la squadra e alzato il baricentro, senza che Gasperini intervenisse in tempo. Il mister sicuramente farà tesoro di quanto successo e difficilmente si farà beffare nuovamente, ma il fatto di giocare in favore di Curva a Bergamo è stata un’arma a doppio taglio, visto che la voglia di vittoria ha fatto perdere quell’equilibrio tanto prezioso nel finale. Forse D’Alessandro, se fosse stato disponibile, sarebbe entrato prima proprio come con la Roma, diventando devastante per la difesa friulana.

Gli ingredienti per archiviare questa sconfitta alla voce “episodi” ci sono tutti, quindi concentriamoci su quanto di positivo visto. L’Atalanta ha reagito positivamente alla fine della serie positiva che ci ha fatto sognare una sfida alla pari con la Juve, tanto che ha fornito nel primo tempo un ritmo e una forza devastante: si è confermata di un altro livello rispetto all’Udinese. Inoltre ancora una volta ha dimostrato di saper reagire allo svantaggio, come contro la Roma, oltretutto ad una vera e propria beffa, segno anche questo di crescita.

Ecco perché ci si può rialzare velocemente e senza abbattersi troppo nel morale.

 

IL MILAN, L’EMPOLI E IL SOGNO EUROPEO

Ora andiamo a San Siro, dove si annuncia una dura sfida contro un Milan che a Roma ha dimostrato di meritare l’attuale posto in classifica.

Dopo due sconfitte qualcuno potrebbe storcere il naso, pensando che il rischio di aprire una crisi di risultati esista. In effetti è possibile che l’Atalanta non riesca a fare punti, visto che si tratta di uno scontro di alta classifica, tuttavia in questo momento sarebbe più rischioso andare sul campo di una squadra di medio-bassa classifica, dove un altro risultato negativo potrebbe gettare nello sconforto i nostri ragazzi.

Ben venga uno scontro di prestigio, dove le qualità dei nostri possano emergere. Il Milan non è la Juventus, anche se merita la stessa attenzione, e lascerà spazi in cui i nerazzurri proveranno ad esaltarsi. Il resto lo dirà il campo e il nostro augurio è che stavolta, se proprio dovrà arrivare una sconfitta, sia per lo meno meritata sul campo.

La sfida di Milano aprirà le danze di una giornata che vedrà le prime otto confrontarsi direttamente. Ci sarà il big match tra Juventus e Roma, ma anche Napoli-Torino e Lazio-Fiorentina. Non ce ne voglia l’Inter se Sassuolo-Inter non sarà degno di nota, anche se entrambe hanno ambizioni di tornare in alto e l’Atalanta preferirebbe tenere lontani soprattutto i nerazzurri milanesi che lentamente stanno risalendo la china. Ora distano solo 4 punti dai nostri, mentre il Sassuolo è ancora molto indietro. Ora che queste squadre sono fuori dall’Europa faranno mercato e potranno concentrarsi sul campionato.

Va chiarito fin da subito che l’Atalanta concretamente può sognare solamente la sesta piazza, che potrebbe valere l’Europa solamente se le cinque davanti si faranno valere anche in Coppa Italia. Infatti Juventus, Roma, Milan, Napoli e Lazio stanno dimostrando di avere molta continuità, e nemmeno dietro scherzano: Torino, Fiorentina e Inter sono le principali avversarie per il sesto posto e hanno la qualità per farlo.

L’Atalanta potrebbe provare a conquistare un posto europeo passando per la Coppa Italia, trofeo cui siamo molto affezionati, ma il rischio di non arrivare fino in fondo è alto a causa dell’assurdo regolamento che ci vedrebbe sempre in trasferta. Certo, una vittoria allo Juventus Stadium rilancerebbe queste ambizioni e farebbe un bel regalo a Percassi. Nel caso il cammino in campionato poi si complicasse si potrebbe davvero provare il tutto per tutto in Coppa, trascurando in parte il campionato, dove a quel punto la salvezza non sarebbe in dubbio.

Vedremo. Al momento pensiamo al Milan, dove i punti potrebbero essere pesanti e riportare in alto la Dea. Proviamo a riportare il timone dritto, per lo meno per non trascorrere questo periodo di feste con più rammarico di quello che dovrebbe esserci dopo questa bellissima cavalcata.

In ogni caso la partita di Empoli potrebbe essere un modo bellissimo di terminare questo anno incredibile, con una grande celebrazione e un grande abbraccio a Gasperini e ai suoi ragazzi. Il mister ha rivelato di ammirare il modo in cui a Barcellona si applaudono anche le sconfitte: qui a Bergamo abbiamo fatto di più, applaudendo la squadra dopo una retrocessione, e anche domenica il gioco spettacolare ha reso meno amara la sconfitta, guadagnando solo applausi.

Farà freddo ma il saluto, a chi ci ha fatto e ci sta tuttora facendo sognare, sarà comunque molto caloroso.

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By Macciu


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