“Quo vadis Dea?” – Una finestra con vista Europa

19-01-2017 04:33 16 C.

A Roma si è perso uno scontro diretto e Gasperini ha perso le staffe. La colpa è del mancato turnover, obbligato dalla grande sfida con la Juve di Coppa Italia, oltre che di un’assegnazione arbitrale discutibile. Niente è compromesso: il calendario è favorevole e ci sono le premesse per poter fare bene, con la testa libera e il calciomercato al termine. Una vittoria con la Samp e già la classifica può sorridere.

 

CALENDARIO FAVOREVOLE

Europa addio? Se prima era troppo presto per esultare ora è ancora troppo presto per fare drammi.

L’Europa dista un punto solo e dietro abbiamo 5 punti sulle inseguitrici, seppure Milan e Fiorentina abbiano ancora una partita da recuperare, inoltre il calendario dell’Atalanta induce ad un cauto ottimismo.

Ragioniamo. L’Atalanta ha perso il confronto diretto con la Lazio, che ora dista 5 punti e anche in caso di arrivo alla pari ci supera per la classifica avulsa. Eppure anche alla prima di campionato ci aveva subito distanziati di 3 punti e non solo, aveva preso il largo grazie alle 4 sconfitte raccolte dai nerazzurri in 5 partite. C’è voluta una serie positiva impressionante, con 8 vittorie in 10 partite, per raggiungerli e mettere la freccia, e nel girone di ritorno sarà quasi impossibile trovare un filotto del genere, soprattutto perché molti scontri con le grandi saranno in trasferta. Tuttavia si può sperare di trovare parte dei punti necessari nelle partite che all’andata ci avevano visti sprofondare al penultimo posto.

Prendiamo il prossimo turno: se l’Atalanta vuole meritare un posto in Europa non può puntare ad un risultato diverso dalla vittoria contro la Sampdoria, che all’andata ci ha battuti nel modo che tutti sappiamo. Partite anomale come quella con l’Udinese sono fortunatamente eventi rari e si spera un tale evento non si ripeta, ma ci metteremmo la firma se l’atteggiamento al Bortolotti fosse sempre quello di quel primo tempo.

Allo stesso tempo la Lazio sarà impegnata allo Juventus Stadium, dove i bianconeri raramente perdono e ancora più raramente steccano la seconda partita di fila. Se tutto va come nella logica delle cose il distacco dai capitolini tornerà quello di poche settimane fa, altrimenti saranno meriti loro o demeriti nostri. E non è solo alla Lazio che bisogna guardare.

Inter e Milan sono a braccetto a un solo punto di distanza: i rossoneri hanno una partita da recuperare, ma già dopo il loro incontro con il Napoli potremmo trovare una classifica diversa. Va ricordato che l’Atalanta non ha più sfide che la possano distrarre, mentre tutte le altre hanno impegni in Coppa Italia, Europa League o Champions. E questo è un grosso vantaggio che i nerazzurri potrebbero sfruttare, grazie soprattutto alla testa libera da altre preoccupazioni, visto anche che il 31 gennaio finirà finalmente il calciomercato.

Gasperini ha sempre detto di non guardare il calendario e neppure la classifica, ma di vivere una partita alla volta. Anche stavolta è giusto che sia così, ma visto il pessimismo che aleggia da qualche giorno, una lucida analisi della situazione non può che alimentare la speranza di vivere questa avventura fino alla fine.

Nelle prossime giornate incontreremo Sampdoria, Torino, Cagliari, Palermo e Crotone, tutte avversarie temibili ma alla portata: serve raccogliere più punti possibili prima degli scontri diretti con le grandi.

 

GASPERINI E LA COPPA ITALIA

Torniamo alla partita dell’Olimpico. Non parliamo dell’espulsione di Gasperini: è ingiusta solamente se confrontata al trattamento di altri suoi colleghi. Tuttavia un ragionamento sul motivo della sua rabbia va fatto.

Sicuramente la pignoleria della terna sulla sua posizione nel rettangolo a lui dedicato è stata l’elemento scatenante, ma il motivo vero è da ricercarsi nella conduzione di gara di Pairetto. Innanzi tutto è assurdo che venga scelto un arbitro così inesperto per uno scontro diretto così delicato. Nella prima frazione di gara la pressione dei laziali, sempre a muso duro e aggressivi ad ogni decisione contro, ha portato sì all’espulsione di Inzaghi, ma ha anche condotto il giudice di gara a un cambiamento radicale. Nel finale di gara è emblematica la scelta di concedere una punizione ai laziali per una gamba tesa dubbia, episodio da cui è arrivato il pareggio, e di non fischiare un netto fallo su Spinazzola in un suo affondo sulla sinistra: il giocatore era stato atterrato in chiaro ritardo e forse ci stava anche il giallo. A un minuto dalla fine del primo tempo poteva essere una buona occasione per l’Atalanta.

Ecco, episodi di questo tipo si sono susseguiti in tutto il secondo tempo, con i nerazzurri di colpo diventati troppo fallosi e laziali alla quale venivano perdonati molti contrasti, soprattutto verso un già acciaccato Gomez, che piccoletto com’è non ha potuto più fare molto. E l’ennesima svista, con fallo netto non fischiato ai nostri e poco dopo “falletto” concesso agli avversari, ha fatto esplodere il nostro tecnico. Aggiungiamo che fino al rigore la Lazio era sparita dal campo e che la stanchezza, mentale e fisica, sopraggiunta dopo il vantaggio ha reso inerme il nostro allenatore, che ha denaturato il modulo per provare a dare maggior pericolosità ai nerazzurri, senza nessun risultato. Un po’ di nervosismo ci stava.

Parliamo anche della Coppa Italia. Con il senno di poi ci chiediamo: perché non effettuare un turnover di massa a Torino e provare a vincere la partita a Roma? La risposta chiaramente sta nel desiderio di tutti noi, Percassi e Gasperini davanti a tutti, di giocarsi la partita nonostante il pronostico impossibile. La cruda realtà ci ha portato a due partite in trasferta difficili in cui si è solamente sfiorata l’impresa, due buone prestazioni che ci lasciano con l’asciutto in bocca.

Il problema maggiore è che anche i bianconeri a volte esagerano con la mentalità vincente: con le loro dichiarazioni e la volontà di schierare i migliori in Coppa hanno di fatto obbligato il Gasp e il presidente Percassi a non rinunciare a una partita viva con i titolari. Eppure una Juve 2 sarebbe stata molto più competitiva di una Atalanta 2 e anche a noi avrebbe fatto comodo una vittoria dei primi in classifica contro i viola. Pazienza, per una volta ha vinto il calcio e non i calcoli, e ai tifosi nerazzurri non dispiacerà essersela giocata su entrambi i fronti.

Certo, questo è un segnale per il futuro e l’esempio del Sassuolo è evidente: per sostenere tanti impegni ravvicinati serve una rosa competitiva anche in panchina e si possono perdere punti per strada, oltre che qualche giocatore infortunato. Andare in Europa non è una passeggiata, ma vale comunque pensarci dopo aver raggiunto il traguardo, non prima.

Parliamo di Gagliardini. Si è detto che la sua partenza ha indebolito molto l’Atalanta, e questo è sicuro, e si è detto anche che con lui in campo avremmo avuto più soluzioni e non saremmo stati così stanchi con le tre partite in una settimana. In realtà, infortunio di Konko a parte, Freuler e Grassi non hanno fatto male e non sono neppure sembrati alle corde, mentre lo stesso non si può dire di altri settori del campo, dove in effetti da tempo mancano ricambi decisivi. Vedi gli ingressi di Paloschi e D’Alessandro, con un Gomez a mezzo servizio ancora in campo e Conti e Petagna stanchissimi. Gagliardini è un ottimo giocatore, ma pensare che si siano perse queste due partite solo per la sua assenza sarebbe un grosso errore: non è a centrocampo che si è perso il confronto.

Ora testa alla Sampdoria, con stadio pieno e solamente un grande sostegno: questi ragazzi ci stanno regalando un sogno, e la speranza è ancora vivissima. Guai a mollare proprio adesso.

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By Macciu


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